Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Reintegrare Giacomelli: rassegna stampa del 15 marzo

Postato il 17 Marzo 2016 | in Lavoro Privato, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

sandro-giacomelli-cobasAppello del comitato: reintegrate il sindacalista

Nasce il comitato per il reintegro – all’interno del magazzino ricambi Piaggio – di Sandro Giacomelli, operaio e sindaclista Cobas licenziato dalla cooperativa Dna dopo sei richiami disciplinari in pochi mesi.

«Da alcuni mesi assistiamo ad un incremento di licenziamenti di lavoratori, lavoratrici e delegati sindacali – si legge in un documento del comitato – Licenziamenti che colpiscono rappresentanti di sindacati di base e Cgil e hanno un dato in comune: l’incompatibilità con soprusi sempre più diffusi dopo la “restituzione” di diritti al padronato da parte di governi e sindacati concertativi».

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http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2016/03/15/news/appello-del-comitato-reintegrate-il-sindacalista-1.13132877

Piaggio e Dna, nasce il comitato pro-Giacomelli

PRESIDI a tutte le «porte» Piaggio, sia in Ceva che Sole, per distribuire volantino sulla nascita del comitato per il reintegro dell’operaio Sandro Giacomelli. L’iniziativa è in programma per stamani e durerà due ore. All’opera tutti volontari. Del resto il comitato riunisce circa 25 soggetti in rappresentanza di tutte le forza sindacali e politiche che stanno dalla parte del lavoratore e della battaglia intrapresa, sulla vicenda, da Cobas. «Il comitato nasce – spiega Giacomelli stesso – da un’idea di Riccardo Antonini, il ferroviere licenziato dopo la strage di Viareggio per essersi schierato dalla parte delle famiglie delle vittime. Questo è un comitato che si confronta e affronta un tema importate e delicato, quello del diritto al lavoro che viene sempre di più messo in discussione e calpestato». Sandro Giacomelli, 58 anni, è stato licenziato nel mese di gennaio nella Dna, una azienda dell’appalto Piaggio. Sandro è membro dell’esecutivo provinciale del cobas lavoro privato di Pisa, e l’accusa contro l’azienda è stata subito quello di aver attuato «un licenziamento politico». Ma a che punto è il caso Giacomelli. Quando c’è stato il congelamento dei licenziamenti annunciati e non attuati, è stata affrontato e riportata sul tavolo anche la posizione di Giacomelli.
L’AZIENDA ha manifestato alcune aperture ed una disponibilità a rivalutare complessivamente la situazione dentro un quadro più generale. Ricordiamo che i licenziamenti sono stati, appunto, congelati e non annullati. Il piano c’è ed è in piedi. E finirà al vaglio della cooperativa che doveva prendere il posto di Dna il primo di marzo nell’appalto di Ceva e il cui insediamento è stato rinviato. «Misteriosamente è stato rimandato tutto al 17 marzo – spiega lo stesso Giacomelli – Non sappiamo le ragioni di questi tempi che si sono improvvisamente allungati. Sappiamo però che ora il passaggio del testimone dovrebbe essere vicino. La nuova cooperativa dovrà affrontare anche il mio caso».
La vicenda di Dna scoppiò nel gennaio scorso davanti ad un piano di licenziamenti di 17 esuberi su una forza lavoro complessiva di circa 100 unità. Un piano che però potrebbe essere ritirato o radicalmente rivisto, anche inconsiderazione del fatto che – stando alle indiscrezioni – il lavoro non manca e i momenti di calo potrebbero essere colmati con ferie e permessi. In un clima tornato più disteso dovrebbe arrivare a soluzione anche la vicenda di Sandro Giacomelli. L’attenzione, però resta alta. Lo dimostra la nascita del comitato e l’intenzione, comunque, di dare battaglia.

Carlo Baroni

tratto da “La Nazione”

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