October 8, 2024
Si apre la stagione dei rinnovi contrattuali con il Pubblico Impiego 2022/2024 in netto ritardo con una inflazione lievitata negli anni fino al e 5,7% nel 2023. Le proposte retributive sono tra le più basse del settore pubblico e gli incrementi proposti sono altamente offensivi. Gli Enti Locali (403.633 dipendenti) e la Sanità (581.000 dipendenti) aprono per primi il “valzer” della contrattazione con aumenti ridicoli (Enti Locali €118 – Sanità € 130 lordi) che non coprono l’inflazione attuale. Il rinnovo del CCLN del Comparto Sanità, già colpiti dalle devastanti politiche determinate dai vincoli di bilancio, sarà come al solito proposto al ribasso.
Ecco le novità proposte.
Agli aumenti medi previsti si andranno a sommare le indennità di Pronto soccorso per il personale che vi lavora (70 milioni di euro dal 1° giugno 2023 al 31 dicembre 2023 e per 140 milioni di euro con decorrenza dal 1° gennaio 2024). L’aumento salariale sarà del 5,78%. Condizioni di lavoro. Si propone di rendere più attrattivo il lavoro all’interno delle strutture salvaguardando accrescendo il benessere psico – fisico di chi lavora dando una risposta al bisogno di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per facilitare la gestione della vita familiare e lavorativa dei dipendenti con una FLESSIBILITA’ ORARIA che concili le esigenze delle persone, le esigenze organizzative ed i bisogni dell’utenza. Mentoring, coaching e tutoring.
Viene proposta una nuova figura per non disperdere le competenze e le conoscenze del personale “anziano” che ha raggiunto i requisiti per la pensione di anzianità visto l’innalzamento dell’età pensionabile. Un passaggio del patrimonio professionale per i nuovi assunti. Ricorso alle prestazione aggiuntive. Dovranno avvenire, in via eccezionale e temporanea, allo scopo di ridurre le liste di attesa e di fronteggiare situazioni di carenza di organico ed impossibilità momentanea di coprire i relativi posti con personale in possesso dei requisiti di legge, nelle more dell’espletamento delle procedure per la copertura dei propri fabbisogni di personale. Inoltre bisogna rispettare e garantire il rispetto la vigente disciplina legislativa e contrattuale in materia di orario di lavoro, con particolare riguardo all’orario massimo di lavoro e alla fruizione del riposo giornaliero e settimanale.
Pronta disponibilità si ritorna indietro chiedendo il superamento rigido dei 7 turni al mese proponendo un numero di turni in media per mese nel quadrimestre consentendo una maggiore flessibilità organizzativa garantendo comunque la possibilità di conciliare i tempi di vita e di lavoro. Ferie. Per evitare contenziosi si ritiene che il contratto dovrà indicare chiaramente la necessità di pianificare e presidiare la fruizione delle ferie favorendone il godimento entro i termini contrattualmente stabiliti. Formazione. Il personale che partecipa alla formazione obbligatoria organizzata dalle Aziende deve essere considerato a tutti gli effetti in servizio. Per il personale dei restanti ruoli amministrativo, tecnico, professionale e socio sanitario, la formazione dovrà perseguire l’obiettivo dello sviluppo delle competenze alla transizione digitale, ecologica e amministrativa promosse dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Oss. Viene proposto di valutare la previsione del nuovo profilo di Oss con formazione complementare in assistenza sanitaria già disciplinato dall’Accordo Stato-Regioni del 16 gennaio 2003, definendone i requisiti di accesso, l’inquadramento nell’area degli assistenti e la relativa declaratoria.
Potrà altresì essere valutata l’istituzione di ulteriori profili non appartenenti ai ruoli sanitario o socio sanitario o e la revisione di profili già previsti non appartenenti ai predetti ruoli. Valorizzazione del welfare contrattuale aziendale. Si evidenzia una scarsità delle risorse previste per il rinnovo poiché il compito dell’Aran è fare i contratti nell’ambito del quadro di riferimento finanziario ricevuto e nel perimetro normativo dell’atto di indirizzo a discapito del personale stanco e demotivato che lavora sotto organico determinando una perdita di attrattività del lavoro pubblico non adeguato alle responsabilità degli operatori della sanità pubblica. Inoltre c’è il forte rischio che gli aumenti contrattuali previsti determinano la perdita dell’esonero contributivo se si superano i 34-35 mila euro vedendosi completamento azzerato l’aumento contrattuale con la perdita del taglio del cuneo contrattuale (Governo Draghi e rafforzato dall’esecutivo Meloni) rischiando di restituire l’eccedenza fruita. Da una parte pubblicizzano gli aumenti e dall’altra recuperano quanto elargito.
Noi non ci stiamo e proponiamo una battaglia contrattuale fuori dai tavoli contrattuali dell’Aran tramite ASSEMBLEE all’interno dei luoghi di lavoro con i lavoratori e lavoratrice ad esprimere le loro esigenze per mettere in piedi un contratto migliorativo e non al solito perdente e al ribasso.
I Cobas, come sempre, saranno al fianco dei lavoratori e faranno la loro parte di difesa e tutela.
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