October 8, 2024
Stiamo vivendo una svolta epocale, il tanto decantato libero scambio di merci si concretizza nello scambio forzoso della merce per eccellenza: la forza lavoro.
Masse di individui provenienti da terre depredate da multinazionali e fondo monetario, terre violentate da guerre giochi di borsa, si riversano, rischiando la propria vita, sulle coste europee.
Il dibattito sul fenomeno è completamente assente dalla politica nazionale se non in termini di frontiere aperte o chiuse e di quanto l’immigrazione costi e chi la paghi….
In ambito locale il vuoto pneumatico.
Fino a qualche tempo fa esistevano organismi che per mandato istituzionale, affrontavano (nel bene e nel male …) il fenomeno migratorio: Il Centro Nord-Sud della Provincia di Pisa e il Tavolo Immigrazione della Società della Salute.
In questi luoghi, le Amministrazioni Comunali, la Usl, il Terzo Settore erano chiamati a confrontarsi per analizzare e gestire al meglio i fenomeni dell’immigrazione e per ricercare le possibili risposte. Non hanno sicuramente funzionato al meglio ma esistevano. Oggi non esiste niente di tutto ciò. L’unico luogo dove si affronta il fenomeno è la Prefettura di Pisa.
La prefettura riceve ordini da Roma (“questa notte arriveranno 400 profughi”) e i dirigenti prefettizi non potranno far altro che attaccarsi ai telefoni e cercare una qualche forma di accoglienza. Per loro ben venga l’agriturismo o l’immobiliare, avranno garantito un tetto sulla testa a delle persone.
La Regione, l’ANCI, le Amministrazioni Comunali dovrebbero richiedere a gran forza che la gestione del fenomeno passi in ambito locale e regionale, per programmare e gestire un fenomeno che altrimenti si rivolterà contro di loro.
Ma gli enti locali ormai sono del tutto allineati con la politica del Governo anche quando taglia loro fondi
Ad oggi i numeri parlano chiaro. Su cento persone accolte 32 avranno riconosciuto una qualche forma di Protezione e 68 saranno i diniegati (dati del marzo 2016). Ricevere una forma di protezione non garantirà nessun programma di assistenza ma solo un documento in regola con le norme italiane. Avrebbero diritto ad entrare negli SPRAR (Sistema Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) ma i posti sono pochi perché le Amministrazioni Comunali hanno disertato il Bando Ministeriale (su 10.000 posti solo 5.000 sono stati coperti). Gli altri 68 faranno ricorso o tenteranno la fortuna per passare il confine o per disperdersi nelle campagne pugliesi o campane per la felicità dei caporali e dell’industria agro alimentare.
Nel frattempo chi soffia sul fuoco della xenofobia e del razzismo non perderà la propizia occasione per discorsi a buon mercato che faranno breccia nella popolazione direttamente coinvolta.
Di fatto assistiamo ad una politica che definire dell’accoglienza è sbagliato perché è tutt’altro
Del resto si continua a parlare di EMERGENZA ma tutti sappiamo che il fenomeno non è più emergenziale ma “ordinario” e come tale va trattato.
Se la politica non inizia a muoversi (ed ha già un terribile ritardo …) i fenomeni di Cascina, fomentati dalla Lega e da forze razziste, aumenteranno e i cittadini impauriti e incattiviti da una austerity senza precedenti, dalla negazione quotidiana dei loro diritti, mal digeriranno l’impiego di risorse per garantire i diritti ai profughi e scenderanno in guerra contro i più poveri di loro.
Cobas Pisa
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