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Palestina e Israele: una stretta di mano per la pace

Postato il 21 Agosto 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

In piazza Santa Maria Novella l’installazione che invita a fermare il conflitto nella Striscia di Gaza

Due mani che si incontrano e si stringono strette. Da un lato la bandiera Palestinese, dall’altro la stella di David.

UNA STRETTA DI MANO PER LA PACE

E’ il messaggio con cui il Comune di Firenze chiede di interrompere il conflitto nella Striscia di Gaza e di tornare al dialogo. Un invito alla pace che vale, più in generale, per tutti i luoghi del Medio Oriente e non solo in cui sono in corso guerre o persecuzioni.

Quale improvvisa stretta di mano tra Palestina e Israele può ipotizzare il sindaco del comune di Firenze, Dario Nardella, se fino ad oggi sia lui, che l’amministrazione della città, hanno costantemente taciuto il genocidio della popolazione civile palestinese della Striscia di Gaza perpetrato dall’esercito, dall’aviazione e dalla marina dello Stato di Israele che hanno fatto della punizione collettiva di migliaia di innocenti il principio basilare della loro azione criminale? Sia la comunità palestinese a Firenze e in Toscana, che un gran numero di cittadini hanno ripetutamente partecipato a manifestazioni e fiaccolate perchè cessasse questa strage ininterrotta di innocenti, ma nulla è mai venuto dall’amministrazione pubblica della città a dimostrare la sua sensibilità per la perdita drammatica e assurda di tante vite umane. Il silenzio del sindaco Nardella e del Consiglio comunale è stato assordante durante il lungo periodo in cui si sono protratti i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza. La pace in Palestina non è connessa solo alla situazione in cui sono relegati a vivere e morire i palestinesi della Striscia di Gaza, ma dipende anche dalla ininterrotta occupazione alla quale essi sono sottoposti nei Territori Occupati, dalla continua espropriazione delle loro proprietà e dei loro diritti, dalla detenzione amministrativa illegale di adulti e minori, dal soffocamento della loro economia, e delle loro prospettive di vita, dalla non applicazione degli Accordi di Oslo, dal riconoscimento di una loro identità statuale.

Nella Striscia di Gaza non esiste un conflitto, bensì l’invasione militare di uno degli eserciti più forti del mondo teso a reprimere una popolazione che, al massimo, può solo resistere prima di essere sterminata.

Pace, significa non solo la fine della pratica della violenza come strumento per l’applicazione del potere da parte del più forte. Pace significa riconoscimento dell’esistenza dell’altro e l’estensione ad esso della validità di quei diritti democratici che ritiene fondamentali per la propria esistenza. La pace si stabilisce solo tra uguali, non tra oppressi ed oppressori. In tal caso sarebbe solo una precaria e criminale pacificazione. E la storia del Medio Oriente lo sta a dimostrare.

Armare Israele non significa aiutare la pace!

Mariano Mingarelli

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