Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Basta con la giustizia bifronte per le vittime di amianto! Le proposte al convegno nazionale di Roma

Postato il 23 Maggio 2022 | in Sicurezza sul lavoro | da

La IV sessione della cassazione, quella cui afferiscono tutti i procedimenti penali per omicidio colposo dovuto ad esposizione ad amianto manda immancabilmente assolti tutti i presunti responsabili. Al contrario, quando la III sezione subentra agli impegni della IV, i giudizi sono immancabilmente di condanna. Questa situazione è intollerabile, per i malati e i loro parenti, come è comprensibile, ma anche per la stessa giustizia, che emette sentenze contrastanti di fronte a delitti della stessa natura. Siamo a 28 assoluzioni e 7 condanne. Si tratta per la maggior parte di processi ai dirigenti di grandi industrie, spesso multinazionali, o di situazioni, come la Scala di Milano e la Marina Militare, di una sicura importanza. La motivazione è sempre la stessa: non sarebbe possibile individuare quale dei dirigenti che si sono succeduti nel tempo, era in carica al momento in cui si sviluppava il tumore, o fino alla data in cui esso diveniva insensibile all’esposizione e procedeva nella crescita senza bisogno di ulteriori stimoli. Per noi questa affermazione è falsa, sostenuta da un piccolo gruppo di professori universitari, afflitti da conflitto di interesse, con tesi portate avanti esclusivamente nelle aule del tribunale. Questi signori si guardano bene da farlo in un vero congresso. La comunità scientifica sostiene ben altro. Per questo abbiamo organizzato il convegno: smascherare le false affermazioni e rendere più difficile l’assoluzione su basi assolutamente prive di fondamento.

Edoardo Bai

 

Senato Italiano – Convegno: Amianto e mesotelioma: Tutti innocenti? I Sessione – (13-05-2022)

https://youtu.be/5la-9odDOlE

 

 

Senato Italiano – Convegno: Amianto e mesotelioma: Tutti innocenti? II Sessione – (13-05-2022)

https://www.youtube.com/watch?v=tkR0yhBwVYk

 

Roma, 14 maggio 2022

 

Basta con la giustizia bifronte per le vittime di amianto!

Le Proposte al convegno nazionale di Roma

 

COMUNICATO STAMPA

 

Annunciato un disegno di legge per l’istituzione di una Giornata Nazionale per le Vittime dell’amianto al Convegno nazionale di Roma. La senatrice Tatjana Roic” Mai più l’oblio del Paese sui lavoratori morti a causa dell’amianto”! Proposte linee guida per i consulenti tecnici nei procedimenti giudiziari.

 Un disegno di legge per l’istituzione di una Giornata Nazionale per le Vittime dell’amianto, affinché non scenda l’oblio del Paese nei confronti di chi, lavoratore, è morto a causa delle sue fibre killer e per qualcosa di cui non aveva colpe: è quanto ha annunciato la senatrice Tatjana Roic al convegno nazionale di ieri a Roma su “Amianto e Mesotelioma: tutti innocenti?

“Basta con la giustizia bifronte e schizofrenica che punisce due volte i lavoratori morti a causa dell’amianto, respirato nei luoghi di lavoro!” questo in sintesi il messaggio forte scaturito dalla intensa giornata di lavoro, organizzata in collaborazione con 11 associazioni da tempo in lotta per il riconoscimento dei diritti delle vittime dell’amianto e per il riconoscimento delle responsabilità civili e penali, AIEA, AFEVA, AICA, ARASIS, Federazione Nazionale Pro Natura, Gruppo Aiuto Mesotelioma, ISDE, Legambiente, Medicina Democratica e dalla rivista Epidemiologia & Prevenzione.

L’inaccettabile lunghezza dei processi e l’assurda discrepanza fra sentenze diametralmente opposte per situazioni simili sono state infatti al centro del dibattito, in cui sono intervenute autorevoli personalità in campo medico scientifico e giuridico e i rappresentanti delle associazioni. Per questo in particolare l’avvocata Laura Mara, impegnata in numerosi processi per Medicina Democratica e AIEA, ha posto la necessità inderogabile che vengano elaborate delle linee guida a cui i consulenti tecnici dei tribunali si attengano nei procedimenti giudiziari per vittime dell’amianto, per evitare lo scandalo di sentenze troppo discordanti rispetto a casi analoghi. Innumerevoli i relatori fra cui Daniele Mandrioli, Direttore Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, Istituto Ramazzini; Piergiorgio Duca, Università di Milano; Francesco Barone Adesi, Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE); Marinella Bertolotti, Resp Centro Regionale Ricerca Sorveglianza Prevenzione Rischi da Amianto.

A 30 anni dalla legge 257/92 che ha bandito l’amianto dall’Italia la battaglia per il riconoscimento delle responsabilità penali per le vittime è ancora durissima, nonostante l’OMS abbia riconosciuto il nesso di causalità fra amianto, mesoteliomi e carcinomi anche dell’ovaio!

I processi, una quarantina in corso in Italia, sono ingabbiati infatti fra la ricerca cavillosa e pseudoscientifica del momento preciso in cui si innesca il mesotelioma o un carcinoma da amianto, così come emerso dalle relazioni scientifiche. “La teoria della trigger dose – ha dichiarato Fulvio Aurora, responsabile vertenze giudiziarie di Medicina Democratica e AIEA, è stata considerata dalla Cassazione nel 2015 “frutto di un artificio”, ma da quel momento è stata però inventata la teoria dell’induzione, ovvero si afferma che non si può sapere quando è iniziato il processo di cancerogenesi, quindi non si può individuare chi era in quel momento il responsabile per l’azienda”.

E questo è alla base della durata infinita dei processi e delle troppe sentenze assolutorie e pene irrisorie: su 35 processi solo 8 condanne e 27 assoluzioni!

Morti senza riposo” sono quindi le vittime dell’amianto, 4.400 in media all’anno, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, uccisi dalle fibre killer respirate sul luogo di lavoro e da una giustizia distratta che non riesce o non vuole individuare i responsabili. Così come distratti e inadempienti sono stati i dirigenti aziendali che nel tempo non hanno applicato quanto previsto dalle leggi a cominciare dal DPR 303 del 1956 che dice esattamente che i lavoratori devono essere “resi edotti” dei rischi che corrono essendo esposti a polveri o altri agenti nocivi e comunque devono essere protetti per non essere contaminati. I vari responsabili aziendali avrebbero dovuto proteggerli e non lo hanno fatto, così come è accaduto al Teatro alla Scala, tempio della musica e tomba per oltre una decina di lavoratori, artisti e cantanti!

Il nodo è sempre lo stesso: “Fondamentale nella fenomenologia dei processi è il conflitto di interesse- ha detto Edoardo Bai, epidemiologo, referente ISDE Medici per l’ambiente e Legambiente, si parte male quando una persona esperta, con tanti titoli accademici è pagata abbondantemente da un’azienda che magari poi è la stessa che deve difendere in tribunale!”

“Ci sono situazioni di probabilità e pretendere la dimostrazione assoluta della insorgenza della malattia è al di fuori dalla realtà, neanche la scienza è esatta – ha detto l’ex magistrato e senatore Felice Casson – e la Magistratura deve ispirarsi ai principi costituzionali di tutela del lavoro e della salute: questo deve essere il faro delle decisioni, soprattutto quando ci sono zone grigie. Ma ciò ha a che fare anche con la preparazione, la formazione e con l’etica dei giudici”.

 

Informazioni

Carmina Conte, tel. 3931377616

Enzo Ferrara, Medicina Democratica, tel. 3398555744

Edoardo Bai, Associazione Medici per l’Ambiente – ISDE e Legambiente, tel. 3394478577

Fulvio Aurora, Associazione Italiana Esposti Amianto – AIEA, tel. 3392516050

 

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