November 2, 2024
L’hanno tenuto nascosto, negoziandolo in segreto, imponendo di mantenere riservato il testo anche dopo la sua approvazione per ben cinque anni. Eppure, è un trattato internazionale che potrebbe avere enormi conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, più in generale, per miliardi di persone nel mondo, liberalizzando ulteriormente servizi fondamentali: mercato del lavoro, sanità, ricerca scientifica, banche e finanza, servizi postali, trasporto aereo e marittimo, raccolta dei rifiuti, costruzioni, telecomunicazioni e ogni sorta di prestazione professionale: da quelli di ingegneria ai servizi veterinari all’istruzione privata.
A Ginevra, nel segreto delle stanze della diplomazia, ventiquattro potenze mondiali stanno completamente ridisegnando le regole dell’intero mercato dei servizi, che è il cuore dell’economia dei paesi sviluppati, negoziando il Tisa, “Trade in Services Agreement”, ovvero un accordo internazionale di scambio sui servizi.
A sedere al tavolo delle trattative sono: Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, i ventotto paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica, ma non paesi come la Cina o il Brasile.
Gli accordi sul mercato
Il Tisa è uno degli accordi che deciderà che mercato del lavoro e che istruzione, sanità, trasporti, finanza, telecomunicazioni, avremo. Eppure se l’opinione pubblica ha potuto sapere di questo trattato è solo grazie a WikiLeaks, che l’anno scorso ha rivelato per la prima volta la bozza degli accordi in corso sulla finanza, in collaborazione con un team di media internazionali, tra cui “l’Espresso”.
Oggi l’organizzazione di Julian Assange torna all’attacco, pubblicando in esclusiva con un gruppo di giornali di tutto il mondo, tra cui il nostro, undici sezioni del trattato Tisa che riguardano la liberalizzazione dei servizi di trasporto aereo, spostamenti dei lavoratori nei mercati, servizi professionali, e-commerce, servizi marittimi, postali, telecomunicazioni, finanza. In aggiunta, WikiLeaks pubblica la sezione del trattato sulla trasparenza e documenti in cui alcuni protagonisti del negoziato, come il Giappone, chiedono chiarimenti o mostrano riserve su alcune scelte.
Si tratta di accordi che sono in corso di trattativa e quindi andranno incontro a ulteriori modifiche nei round successivi di negoziazione, ma sono documenti che permettono di capire come i signori del mercato stanno ridisegnando servizi fondamentali che decidono la nostra vita di tutti i giorni.
Proprio ieri l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha «espresso preoccupazione sulla natura segreta della negoziazione di molti trattati e del loro potenziale effetto negativo sui diritti umani», con il rischio di «abbassare la soglia della protezione della salute, della della sicurezza alimentare, delle condizioni di lavoro, soddisfacendo gli interessi di business di monopoli farmaceutici ed estendendo la protezione della proprietà intellettuale». L’Alto Commissariato Onu ha citato esplicitamente le preoccupazioni intorno al “Ttip”, il Trattato di libero scambio tra Europa e Usa, e al “Tpp”, due accordi gemelli del “Tisa”, seppure le Nazioni Unite non abbiano citato il Tisa stesso, accordo meno noto del Tttip, ma dalle implicazioni profondissime.
Il trasporto aereo
Tra i documenti del Tisa rivelati da WikiLeaks, colpisce quello sul trasporto aereo, in cui si delinea un’ulteriore liberalizzazione di servizi cruciali come riparazione degli aerei, manutenzione, servizi negli aeroporti. In un’Europa ancora choccata dalla tragedia Germanwings, questo documento farà discutere. «Anche senza il Tisa, la liberalizzazione e la deregolamentazione stanno già dilagando rapidamente nel settore del trasporto civile», dichiara Gabriel Mocho, segretario della sezione aviazione civile della “International Transport Workers’ Federation”, una federazione internazionale di settecento organizzazioni sindacali dei trasporti, che rappresenta oltre 4 milioni di lavoratori in 150 paesi e a cui, per l’Italia, è affiliato, tra gli altri, il sindacato dei trasporti della Cgil. «Il Tisa», continua Mocho, «farà slittare il settore dell’aviazione in un sistema completamente liberalizzato e multilivello in un colpo solo».
Gabriel Mocho fa notare come già nell’ultimo decennio la manutenzione e la riparazione degli aerei sia stata liberalizzata con risultati negativi, tanto che uno studio dell’Icao (Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile) riporta un incremento notevole degli incidenti e preoccupazioni per la reale capacità delle autorità nazionali di controllo di riuscire a monitorare efficacemente le varie imprese che si occupano di manutenzione, per la qualificazione dei lavoratori che si occupano di riparazioni e perfino per la mancanza di conoscenza adeguata della lingua inglese necessaria per leggere e capire i complessi manuali tecnici da parte delle ditte di assistenza. «Nel Tisa non c’è alcuna discussione sugli standard di sicurezza», spiega Gabriel Mocho. Di fatto nel file di tre pagine rivelato oggi da WikiLeaks, la parola “safety” (sicurezza) non è neppure menzionata.
Il muratore turco e l’informatico messicano
Altro capitolo del trattato che farà discutere è quello sulla mobilità dei lavoratori impiegati dalle aziende che vendono servizi privati nei vari stati che stanno negoziando l’accordo e che quindi potranno spostarsi e vivere per periodi limitati dove la prestazione del loro lavoro è richiesta. Immensa la lista dei settori di lavoro investiti da questo accordo: contabili, medici, dentisti, veterinari, fisioterapisti, infermieri, architetti, ingegneri, ricercatori, pubblicitari, programmatori di computer e anche lavoratori del settore costruzione, raccolta dei rifiuti, addetti al settore turistico e sportivo.
Proprio nel gennaio scorso, l’europarlamentare Viviane Reding, ex vicepresidente della Commissione Europea e oggi relatrice per l’Unione Europea sull’accordo Tisa, dichiarava che il trattato «non dovrebbe includere un capitolo sulla mobilità delle persone fisiche» e che non dovrebbe esserci «un dumping sociale nel settore delle costruzioni e del trasporto su strada. La nostra deregolamentazione non dovrebbe andare così in avanti fino ad aprire le porte in questi settori, perché sarebbe davvero dannoso per la competizione, per la salute e la sicurezza dei lavoratori». Il rischio insomma è quello dell’arrivo legalizzato nei mercati europei di lavoratori a basso costo che rischiano di far scivolare ancora più in basso le condizioni di lavoro e la qualità dei servizi stessi.
Dai file rivelati da WikiLeaks, risulta che il Tisa contiene un accordo sulla mobilità delle persone fisiche. Il documento porta la data del 13 febbraio 2015, esattamente un mese dopo le dichiarazioni di Viviane Reding riportate dalla stampa. Non solo: i lavoratori del settore costruzione figurano nell’elenco dei lavoratori che possono legalmente spostarsi per prestare servizi all’interno dei mercati dei paesi Tisa. “L’Espresso” ha contattato Viviane Reding chiedendo delucidazioni sulle trattative in corso per il Tisa, ma Reding non ha risposto.
I documenti pubblicati da WikiLeaks evidenziano come alcuni paesi, tra i quali il Giappone, stiano valutando l’impatto di alcune misure del Tisa. Per esempio, nei capitoli sulla liberalizzazione dei servizi professionali o delle telecomunicazioni, si prevede di non richiedere alle aziende una presenza fisica nel paese in cui si vende il servizio. In altre parole, un’azienda o un professionista possono fornire a un cittadino italiano o francese o americano una certa prestazione, senza che l’azienda o il professionista abbiano una filiale o una presenza di qualche tipo sul suolo italiano o francese o americano. In una nota riservata, il Giappone scrive che la richiesta di avere una presenza fisica in un territorio dove si vende un servizio «è spesso richiesta per assicurare protezione al consumatore».
Quando un anno fa WikiLeaks ha rivelato per la prima volta il capitolo del Tisa sulla liberalizzazione dei servizi finanziari, tanti hanno sperato che la mossa spingesse i negoziatori a una maggiore trasparenza nelle trattative su questo accordo. Ma, a un anno di distanza, è ancora WikiLeaks a rivelare i contenuti del Tisa. Mentre i signori del mercato tacciono.
Si chiama Tisa (Trade in Services Agreement) il documento che l’Espresso è in grado di rivelare grazie all’organizzazione di Assange. Un trattato internazionale di lobby e governi per liberalizzare i servizi: dai dati personali alla sanità passando per le assicurazioni. Sarebbe la vittoria definitiva della finanza sulla politica
di Stefania Maurizi
19 giugno 2014
Un trattato internazionale che potrebbe avere enormi conseguenze per lavoratori e cittadini italiani e, in generale, per miliardi di persone nel mondo, privatizzando ancora di più servizi fondamentali, come banche, sanità, trasporti, istruzione, su pressione di grandi lobby e multinazionali. Un accordo che viene negoziato nel segreto assoluto e che, secondo le disposizioni, non può essere rivelato per cinque anni anche dopo la sua approvazione.
L’Espresso è in grado di rivelare parte dei contenuti del trattato grazie a WikiLeaks, l’organizzazione di Julian Assange, che lo pubblica in esclusiva con il nostro giornale e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano tedesco “Sueddeutsche Zeitung”. Una pubblicazione che avviene proprio in occasione dell’anniversario dei due anni che Julian Assange ha finora trascorso da recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, come ricorda l’organizzazione .
GUARDA IL DOCUMENTO IN ESCLUSIVA
http://speciali.espresso.repubblica.it/interattivi-2014/wikileaks/index.html
Si chiama “Tisa”, acronimo di “Trade in services agreement”, ovvero “accordo di scambio sui servizi”. E’ un trattato che non riguarda le merci, ma i servizi, ovvero il cuore dell’economia dei paesi sviluppati, come l’Italia, che è uno dei paesi europei che lo sta negoziando attraverso la Commissione Europea. Gli interessi in gioco sono enormi: il settore servizi è il più grande per posti di lavoro nel mondo e produce il 70 per cento del prodotto interno lordo globale. Solo negli Stati Uniti rappresenta il 75 per cento dell’economia e genera l’80 per cento dei posti di lavoro del settore privato. L’ultimo trattato analogo è stato il Gats del 1995.
A sedere al tavolo delle trattative del Tisa sono i paesi che hanno i mercati del settore servizi più grandi del mondo: Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, i 28 paesi dell’Unione Europea, più Svizzera, Islanda, Norvegia, Liechtenstein, Israele, Turchia, Taiwan, Hong Kong, Corea del Sud, Giappone, Pakistan, Panama, Perù, Paraguay, Cile, Colombia, Messico e Costa Rica. Con interessi in ballo giganteschi: gli appetiti di grandi multinazionali e lobby sono enormi.
La più aggressiva è la “Coalition of Services Industries”, lobby americana che porta avanti un’agenda di privatizzazione dei servizi, dove Stati e governi sono semplicemente visti come un intralcio al business: «Dobbiamo supportare la capacità delle aziende di competere in modo giusto e secondo fattori basati sul mercato, non sui governi», scrive la Coalition of Services Industries nei suoi comunicati a favore del Tisa, documenti che sono tra i pochissimi disponibili per avere un’idea delle manovre in corso.
Bozze del trattato, informazioni precise sulle trattative non ce ne sono. Per questo il documento che oggi l’Espresso può rivelare, pubblicato da WikiLeaks, è importante. Per la prima volta dall’inizio delle trattative Tisa viene reso pubblico il testo delle negoziazioni in corso sulla finanza: servizi bancari, prodotti finanziari, assicurazioni. Il testo risale al 14 aprile scorso, data dell’ultimo incontro negoziale – il prossimo è previsto a giorni: dal 23 al 27 giugno – ed è un draft che rivela le richieste delle parti che stanno trattando, mettendo in evidenza le divergenze tra i vari paesi, come Stati Uniti e Unione Europea, e quindi rivelando le diverse ambizioni e agende nazionali.
Marco Bersani
Attac Italia
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