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Venezuela, la Mud elegge l’anti-Maduro

Postato il 3 Ottobre 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Venezuela, la Mud elegge l’anti-Maduro

di Geraldina Colotti

«Libe­rate Leo­poldo Lopez». Fir­mato, Barack Obama. Il pre­si­dente degli Stati uniti ha chie­sto la libe­ra­zione del lea­der dell’opposizione vene­zue­lana, Leo­poldo Lopez, in car­cere con l’accusa di aver orga­niz­zato e diretto azioni vio­lente durante le pro­te­ste con­tro il governo di Nico­las Maduro, scop­piate nel feb­braio scorso. Lopez, diri­gente di Volun­tad popu­lar dai tra­scorsi gol­pi­sti, è in attesa di pro­cesso. La sua udienza è stata nuo­va­mente posti­ci­pata a causa della malat­tia di un coim­pu­tato. Obama ne ha chie­sto la libe­ra­zione durante un mee­ting della Clin­ton Glo­bal Ini­zia­tive, nell’ambito del ver­tice Onu sul clima: ponen­dolo al primo posto di una lista di dete­nuti «che meri­tano di essere liberi» a Cuba, in Viet­nam, in Burundi…

Una rispo­sta al discorso di Maduro, che, davanti all’Assemblea gene­rale delle Nazioni unite, ha nuo­va­mente doman­dato la libe­ra­zione dell’indipendentista por­to­ri­cano Oscar Lopez Rivera, in galera negli Usa da 33 anni: «Un pri­gio­niero poli­tico come Nel­son Man­dela», ha detto Maduro, e ha chie­sto a Obama «un atto di generosità».

Lo stile di Maduro non è quello del suo pre­de­ces­sore Hugo Cha­vez: «Non siamo stati, non siamo e non saremo mai anti-statunitensi — ha detto all’Onu — però siamo, nel solco di Simon Boli­var, antim­pe­ria­li­sti, anti­co­lo­nia­li­sti, anti­schia­vi­sti e anti­ca­pi­ta­li­sti. I vene­zue­lani sono pro-umanisti, pro-cristiani e pro-socialisti». Gli Stati uniti — primo acqui­rente del petro­lio vene­zue­lano, gestito da un’impresa pub­blica e desti­nato soprat­tutto ai pro­grammi sociali del governo socia­li­sta — badano però alla sostanza. E la sostanza della «rivo­lu­zione boli­va­riana», con­fer­mata dalle urne da 15 anni, è quella di una eco­no­mia mista — sta­tale, pri­vata, auto­ge­stita e coo­pe­ra­tiva — che mira a ridi­men­sio­nare ulte­rior­mente il peso della pro­prietà pri­vata come ha già fatto con il lati­fondo. Un indi­rizzo che ha fatto scuola nel con­ti­nente (gon­fio di risorse), dove i governi socia­li­sti e pro­gres­si­sti si muo­vono all’insegna della sovra­nità e dell’interscambio soli­dale. E per que­sto, sia i rap­porti di intel­li­gence che gli infuo­cati edi­to­riali di Miami, con­si­de­rano Maduro «più peri­co­loso di Chavez».

Il wel­fare vene­zue­lano si è peral­tro spinto fino ai quar­tieri poveri degli Stati uniti. Nel 2005, Petro­leos de Vene­zuela (Pdvsa) attra­verso la sua filiale Cirgo ha ini­ziato a som­mi­ni­strare gra­tui­ta­mente com­bu­sti­bile a 25 stati degli Usa per con­sen­tire a 150.000 fami­glie non abbienti di scal­darsi durante l’inverno. E per que­sto, Joseph Ken­nedy II, pre­si­dente della Ong Citi­zens Energy Cor­po­ra­tion ha accolto Maduro come «il pre­si­dente del popolo», insieme a una folla di cit­ta­dini e movi­menti sociali del Bronx: «Non usiamo i dol­lari per cospi­rare o per finan­ziare guerre, ma per il benes­sere della popo­la­zione», ha detto Maduro. E il rife­ri­mento è alle infor­ma­tive, rese pub­bli­che nei giorni scorsi in Vene­zuela, sui fiumi di denaro che arri­vano ogni anno nel paese per finan­ziare piani desta­bi­liz­zanti dell’opposizione attra­verso certe Ong.

Alcuni lea­der del gruppo anti­se­mita Javu, alla testa di Ong finan­ziate da espa­triati di Miami e dal para­mi­li­ta­ri­smo colom­biano, sono stati estra­dati dalla Colom­bia, e ora sono agli arre­sti. Le inter­cet­ta­zioni con­te­nute in diversi video, li mostrato men­tre pro­get­tano omi­cidi e stragi, o si van­tano di cri­mini già com­piuti nel corso delle pro­te­ste di feb­braio e marzo. D’altro canto, il paese non difetta certo di armi. Da anni il governo cerca di far appro­vare una legge per il disarmo, che ora è in discus­sione in tutto il paese, spon­so­riz­zata da arti­sti e spor­tivi famosi.

Nel Bronx, Maduro ha anche escluso l’eventualità di ven­dere la Citgo come alcune dichia­ra­zioni dell’ex mini­stro del petro­lio, Rafael Rami­rez (ora agli Esteri) ave­vano lasciato inten­dere. Il pro­blema — hanno scritto allora alcuni edi­to­ria­li­sti nor­da­me­ri­cani, pro­vo­cando allarme in Borsa — è che il Vene­zuela è in crisi di liqui­dità e, per non rischiare il default, deve ven­dere i gio­ielli di fami­glia. Un allarme subito stop­pato dal governo che ha ribat­tuto: «Paghe­remo il debito estero fino all’ultimo cen­te­simo».

Intanto, Maduro ha annun­ciato «uno scos­sone», basato su «cin­que rivo­lu­zioni»: per com­bat­tere con­trab­bando, cor­ru­zione e insi­cu­rezza, e per svi­lup­pare l’economia comu­nale. La pre­senza del colom­biano Erne­sto Sam­per alla segre­te­ria gene­rale della Una­sur ha ripor­tato in primo piano anche la que­stione del dia­logo con l’opposizione, che sta affi­lando le armi in vista delle par­la­men­tari del dicem­bre 2015.

Il par­tito social­cri­stiano Copei — che ha gestito il potere poli­tico durante la IV Repub­blica, insieme al cen­tro­si­ni­stra di Ad — si è detto pronto a tor­nare al tavolo: soprat­tutto dopo la libe­ra­zione dell’ex com­mis­sa­rio Ivan Simo­no­vis, in car­cere per le sue respon­sa­bi­lità nel colpo di stato con­tro Cha­vez del 2002. Una deci­sione che ha pro­vo­cato l’ira dell’Associazione delle vit­time dell’11 aprile, parenti di chi è caduto sotto i colpi della poli­zia diretta da Simo­no­vis a Puente LLaguno.

La coa­li­zione di oppo­si­zione — la Mesa de la Uni­dad Demo­cra­tica (Mud) — ha eletto infine un nuovo segre­ta­rio ese­cu­tivo, Jesus “Chuo” Tor­realba. Gior­na­li­sta di Radio Cara­cas Radio (Rcr) ha inse­gnato all’università e ha mili­tato nel Par­tito comu­ni­sta vene­zue­lano fino al 1974. Nel 2012, l’Associazione israe­lita del Vene­zuela gli ha con­fe­rito un pre­mio impor­tante. La Mud cerca di pescare nel sociale l’anti-Maduro, anche a costo di far stor­cere il naso alle com­po­nenti di estrema destra, capi­ta­nate da Leo­poldo Lopez e Maria Corina Machado. Una delle ragioni per cui lo abbiamo pro­po­sto — hanno spie­gato alcune com­po­nenti Mud — è per il suo «atteg­gia­mento impar­ziale e a difesa dei più deboli». A pro­po­sito del dia­logo, Tor­realba ha dichia­rato: «Assu­me­remo l’impegno che ci spetta assu­mere, per­ché siamo demo­cra­tici e abbiamo il dia­logo nel nostro dna, ma non per­met­te­remo che il dia­logo venga uti­liz­zato per dividerci».

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