December 2, 2024
I recenti fatti di Cascina,con un arresto e la iscrizione di due dipendenti comunali nel registro degli indagati per il reato di corruzione , induce a qualche riflessione soprattutto per il clamore mediatico che rischia di far passare in secondo piano, in provincia di Pisa, i arresti ben più eccellenti come quelli dei vertici di Milano expo o una corruzione difficile da smascherare che potrebbe celarsi dietro alcune gare di appalto e di servizi in qualche Comune.
Siamo imbarazzati a leggere notizie dettagliate in una fase apparentemente determinante delle indagini che avrebbe bisogno di riservo.
Pare si debba far luce su una vicenda losca, su una sorta di associazione mafiosa che scova gli abusi edilizi, consiglierebbe i tecnici giusti per sanarli per poi garantire soluzioni in cambio di soldi.
Allora, con quale logica si diffondono notizie con nomi e cognomi dell’intera struttura criminale?
Si facilita il lavoro della Magistratura o si gettano in pasto alcuni nomi per non colpire figure che ricoprono incarichi tecnici e politici ben più rilevanti nel Comune di Cascina?
Dalle dichiarazioni che leggiamo sulla stampa si apprende perfino che l’arrestato scagionerebbe i dipendenti comunali sostenendo di avere agito in assoluta autonomia.
Un raggiro di un singolo che millanta conoscenze inesistenti o una storia fosca con abusi di ufficio sono la stessa cosa?
Eppure, in questo clima di apparente incertezza, si alimenta la caccia alle streghe che investe tutti i \le dipendenti comunali
Veniamo agli inquisiti
Una vigilessa da poco più di tre anni a Cascina, capitata solo per caso in un accertamento che di solito facevano altri e un tecnico del comune che si occupa di edilizia da poco più di due anni, nel frattempo alcuni dipendenti trasferiti, prima della inchiesta, ad altri incarico dall’oggi al domani senza alcuna logica.
Non ce ne vogliano ma, se al vaglio della Magistratura ci sono fatti riguardanti gli ultimi 15 anni (!), non è singolare che ad essere accusati siano gli ultimi arrivati?
Che dire poi dei due dipendenti che prontamente denunciano una mezza dozzina di strutture abusive “dimenticandone” una nascosta tra piante di olivo e coperta sapientemente con materiale di varia natura? Quale efferato criminale nasconde il dito e denuncia la montagna?
Poi, non ce ne voglia l’onesto cittadino al quale va ogni nostra parola di incoraggiamento perchè si faccia piena luce sui fatti, non era più rispettabile denunciare la prima tangente, rendere cosi’ agevole il compito della polizia municipale e, non ultimo, evitare di costruire tante strutture abusive dul territorio comunale? Perchè negli anni a Cascina sono sorte tante strutture non a norma quando sarebbe stato possibile fermarne\correggerne la costruzione in tempo tutelando i cittadini acquirenti senza poi rivalersi su di loro a fatti compiuti ? E chi doveva vigilare dov’era?
Forse siamo gli unici, ma a noi questa vicenda fa riflettere molto sul come sia facile costruire una croce prima di avere condannato l’eretico.
Per quanto ne sappiamo in materia oggi, siamo colpevoli esauriti tutti i gradi di giudizio……
Auspichiamo che:
Tuttavia, resta difficile pensare che una volta chiariti i loro ruoli e appurati i fatti siano definitivamente scagionati da ogni accusa….
Ci pare troppo faticoso pensare con quale spirito, una volta sottratti alla gogna, vigilessa e tecnico potranno continuare il loro onesto lavoro e, soprattutto accompagnare i figli a scuola o i coniugi al lavoro sotto gli occhi straniti di ha letto tante cose, ancora tutte da appurare, su di loro…..
Resta il fatto che sulle concessioni edilizie a Cascina si debba fare chiarezza senza cercare facili capri espiatori e senza gettare discredito sul personale comunale
COBAS PUBBLICO IMPIEGO PISA
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