Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Unione dei comuni: la risposta dei Cobas al sindaco di Pontedera

Postato il 20 Dicembre 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Presidente Millozzi….il renzismo ormai contagia!

Le dichiarazioni apparse sulla stampa da parte del Presidente dell’ Unione Valdera lasciano stupefatti almeno su alcuni aspetti:

  • l’ Unione non è certo lo strumento con cui si limita “l’esternalizzazione dei servizi pubblici” altrimenti operazioni di “svendita e privatizzazione” come quella della “Progetto Prometeo srl” effettuata dal Comune di Lari sarebbero state gestite e sarebbero finite diversamente. Ma probabilmente nelle “grandi strategie politiche” dell’ Unione Valdera non rientra la logica di gestire direttamente servizi “front office” ovvero di quelli a contatto con gli utenti che costringono a dare risposte immediate ai bisogni.
  • Non può garantire nulla in merito al “rientro nei comuni di provenienza” del personale trasferito all’ Unione nel caso di scioglimento di questa. Ha forse la sfera di cristallo per sapere quali “leggi” di finanza pubblica saranno in vigore al momento in cui?
  • L’ operazione di rilancio dell’ Unione Valdera è solo un operazione per darsi un immagine esteriore con un po’ “ di trucco”, che in realtà non contiene quella redistribuzione del salario verso il basso che il Sindacato di Base ritiene obiettivo indispensabile da sempre. Anzi, secondo i più classici canoni neoliberisti, quanto annunciato dal Presidente Millozzi rappresenta l’ esatto opposto perché costituisce una “concentrazione di maggior salario sui livelli di vertice dirigenziali”, che di solito comporta il “drenaggio” di risorse economiche dal fondo del salario accessorio di tutto il personale con conseguente diminuzione degli stessi. In sostanza benefici in alto conseguenze in basso!

Ecco perché certi discorsi non incantano la confederazione Cobas Pubblico Impiego.

Non siamo il Sindacato confederale, che ha accettano i contenuti di Regolamenti di mobilità interna consentendo un’ ampia discrezionalità datoriale, che ha rimesso così in discussione l’ accordo del 28/12/2011 che in sostanza riconosceva il diritto di lavoratrici e lavoratori comandati dai Comuni all’ Unione di decidere loro se accettare o meno il trasferimento definitivo.

D’ altronde quali siano le reali volontà dei vertici politici e dirigenziali dell’ Unione Valdera risulta evidente dalle modifiche recentemente introdotte nello Statuto e nel Regolamento sull’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi.

E contro questo modo di operare non si può che aprire e sostenere un ampio conflitto sociale.

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