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Una priorità per la prossima Amministrazione comunale: rivedere la macchina comunale

Postato il 8 Giugno 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

La prossima Amministrazione Comunale dovrà mettere mano alla macchina organizzativa cambiandone radicamente gli assetti.

L’organizzazione dei servizi e degli uffici non funziona a partire dalle direzioni. Ad oggi ci sono 18 dirigenti al Comune e alcune direzioni hanno accorpato funzioni tra loro assai diverse, decisioni improntate a criteri irrazionali, dettate da equilibri politici e non certo nell’ottica di migliorare i servizi erogati alla cittadinanza.

Un esempio tra tutti la direzione che accorpa le attività del consiglio comunale e le problematiche della casa.

Esistono poi direzioni alle cui dipendenze registriamo pochissimi dipendenti (patrimonio e contratti, protezione civile e sicurezza con sei unità, avvocatura con sei fino al caso della pianificazione urbanistica di area con tre dipendenti), alcune direzioni (vedi avvocatura) che su sei dipendenti hanno un dirigente e due posizioni organizzative, 3 figure apicali che oltre ai proventi della direzione e della posizione organizzativa vanno poi a dividersi migliaia di euro di incentivi.

Una direzione strutturata con sei dipendenti dei quali due poi e un dirigente è un esempio eloquente di una macchina organizzativa che non funziona, basti pensare che esistono direzioni come la Polizia Municipale con 143 dipendenti e un solo dirigente con due Po e la direzione servizi educativi con una dirigente e una Posizione organizzativa.

Manca poi quel ruolo intersettoriale richiesto anche dalle nuove normative, basti pensare a Programmazione e controllo, personale e finanze che restano 3 mondi non comunicanti, senza quella trasversabilità che sarebbe necessaria e auspicabile anche in relazione alle nuove leggi in materia di trasparenza.

Nell’ultima legislatura si è fatto poco o niente per le politiche del personale, l’assessorato competente è stato del tutto assente da ogni programmazione e gestione degne di questo nome.

Nel 2011 le posizioni organizzative erano 27 con 18 dirigenti, nel 2012 le posizioni organizzative crescono fino a 35 per poi attestarsi su 33 per il pensionamento di due dipendenti.

Il numero delle Po cresce nonostante la riduzione del personale, si sono poi contraddette le indicazioni del Direttore Generale e del Sindaco secondo le quali (nell’anno 2010) il numero dei dirigenti per la fine legislatura si sarebbe attestato a 15 unità.

Ma le cose sono andate in un altro modo, si è assunto un dirigente a contratto, si sono rottamati a decine di migliaia di euro due dirigenti, salvo poi assumerne altri due con contratto e un terzo a contratto, assegnando inoltre incarichi dirigenziali pro tempore a funzionari.

Nel Comune di Pisa, le Posizioni organizzative sono una rendita di posizione che singoli dipendenti si portano dietro negli anni e incredibilmente anche quando cambiano uffici e funzioni. Una rendita di posizione ormai inaccettabile.

Contrariamente a quanto chiesto dalla Rsu poi, non esiste alcun bando per la individuazione e l’assegnazione delle Posizioni organizzative.

Quali sono allora le priorità per la prossima Amministrazione Comunale?

Razionalizzare la macrostruttura, vigilare sulla realizzazione di microstrutture funzionali, presenti non solo sulla carta ma realmente attive.

Un regolamento di mobilità interna da coniugare con i processi formativi, con percorsi stabili e permanenti di formazione del personale per accrescerne competenze e conoscenze.

Diminuire il numero dei dirigenti e delle direzioni.

Ridurre il numero delle Posizioni organizzative e stabilire il principio del bando per la individuazione delle stesse con regole trasparenti e percorsi tracciabili.

La macchina comunale fa acqua da tutte le parti, il piano triennale di fabbisogno del personale non tiene in considerazione le reali necessità dei servizi, non prende in esame percorsi di mobilità e la formazione è stata abbandonata a sé stessa. Partire dalla macchina organizzativa del Comune è un segnale importante per i dipendenti e la cittadinanza tutta.

Cobas Pubblico Impiego

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