Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Lettera del compagno Bahar al presidio di solidarietà nei suoi confronti

Postato il 8 Gennaio 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del compagno Bahar al presidio di solidarietà nei suoi confronti

Versione italiana

Cari amici e compagni

Il Belgio è il paese del surrealismo e quello della mia nascita

L’Italia il paese del grottesco e quello del mio esilio

La Turchia, il paese della censura e quello della mia agonia

A novembre l’ Italia si è gettata a testa in giù in un conflitto che non esiste e che non è il suo

Ha voluto assumere il ruolo di arbitro in una partita che è già stata giocata e che ho già vinto

Cari amici e compagni oggi chiedo una sola cosa: l’annullamento immediato della procedura di estradizione surrealista e grottesca che la Turchia ha lanciato contro di me dopo avermi fatto arrestare all’aeroporto di Orio al Serio.

Prima la giustizia italiana considererà la domanda turca irricevibile e prima potrò ritornare a casa ma in Belgio con la mia famiglia.

Le autorità italiane sanno benissimo che il dossier turco è vuoto.

Non è che la copia conforme dei dossier di estradizione inviati dalla Turchia ai giudici olandesi nel 2006 e ai giudici spagnoli nel 2013.

Nonostante questo il 21 novembre scorso sono stato di nuovo arrestato sulla base di un segnalamento dell’Interpol indelebile, Ho fatto 13 giorni di prigione per niente nella prigione di Bergamo. Aspetto l’arrivo di questo dossier di estradizione da 45 giorni per niente.

La mia famiglia ed io non potremmo essere più felici che essere accolti da compagni di sempre come voi in una città altrettanto accogliente come Massa.

Ma pensiamo che sia giunta l’ora di lasciarvi.

L’Italia, i suoi cittadini e le sue forze militanti hanno altre priorità che perdere il loro tempo, le loro energie e i loro soldi nella causa che ci unisce oggi per i capricci indegni del regime di Ankara.

Speriamo che questa prova arriverà quanto prima a termine, per voi, per noi e per tutte quelle e tutti quelli che si sono mobilitati nella campagna per la mia liberazione.

Vi ringrazio e vi saluto calorosamente
Bahar Kimyongur

Versione francese

 Chers amis, camarades,

La Belgique est le pays du surréalisme et celui de ma naissance.

L’Italie, le pays du grotesque et celui de mon exil.

La Turquie, le pays de la censure et celui de mon agonie.

En novembre dernier, l’Italie s’est jetée tête baissée dans un conflit qui n’en est pas un et qui n’est pas le sien.

Elle a voulu assumer le rôle d’arbitre dans un match qui a déjà été joué et que j’ai déjà remporté.

Chers amis et camarades, aujourd’hui, je ne demande qu’une chose: l’annulation immédiate de la procédure d’extradition surréaliste et grotesque que la Turquie a lancée à mon encontre après m’avoir fait arrêter à l’aéroport Orio al Serio.

Plus vite la justice italienne considérera la demande turque irrecevable et plus vite je pourrai rentrer chez moi en Belgique avec ma famille.

Les autorités judiciaires italiennes savent pertinemment bien que le dossier turc est vide.

Il n’est que la copie conforme des dossiers d’extradition envoyés par la Turquie aux juges néerlandais en 2006 et aux juges espagnols en 2013.

Pourtant, le 21 novembre dernier, j’ai une nouvelle fois été arrêté pour rien sur base d’un signalement Interpol indélébile. J’ai fait 13 jours de prison pour rien à la prison de Bergame. J’attends la clôture de ce dossier d’extradition depuis 45 jours pour rien.

Ma famille et moi ne pouvions être plus heureux que d’être accueillis par des compagnons de toujours comme vous dans une ville aussi accueillante que Massa.

Mais nous pensons que l’heure est enfin venue pour nous de vous quitter.

L’Italie, ses citoyens et ses forces militantes ont d’autres priorités que de perdre leur temps, leur énergie et leur argent dans la cause qui nous unit aujourd’hui en raison des caprices indignes du régime d’Ankara.

Nous espérons que cette épreuve arrivera à sa fin au plus vite, pour vous, pour nous et pour toutes celles et ceux qui se sont mobilisés dans la campagne pour ma libération.

Je vous remercie et vous salue chaleureusement.

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