Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Le lavoratrici e i lavoratori della Misericordia scrivono al Sindaco e alle autorità

Postato il 7 Marzo 2013 | in Lavoro Privato, Sindacato | da

Lettera aperta al Sindaco e al Consiglio Comunale di Pisa

Lettera aperta alla Giunta Regionale e Provinciale

Siamo le lavoratrici e i lavoratori della Misericordia di Pisa e, come avrete appreso dalla stampa locale, da un anno e mezzo ci troviamo in una situazione di grave crisi economica. Le cause della crisi sono da ricercare nel debito contratto con le banche, da un indebitamento cresciuto nel tempo per operazioni immobiliari (l’acquisto di una sede tanto grande quanto inutilizzata) alquanto discutibili.

La crisi debitoria della Misericordia non è causata dal numero dei dipendenti, del resto non siamo stati noi a decidere la costruzione di una sede a 3 piani, non siamo certo noi ad avere deliberato spese e mutui che hanno dilapidato il cospicuo patrimonio della Confraternita

Nè l’Arcivescovado, nè la Misericordia Toscana hanno voluto individuare cause e responsabili di questa situazione, tutti hanno scelto di attribuire alla spesa del personale la prima e unica ragione della crisi.

Per far fronte alla situazione debitoria, personale e sindacati hanno sottoscritto i contratti di solidarietà per il 33% dell’orario settimanale, contratti in scadenza a Giugno. Ma oggi dalla Misericordia arriva un altro messaggio: o si accetta la estensione dei contratti al 50% dell’orario settimanale o si va a casa.

Tutto ciò non viene mai detto esplicitamente, del resto in un anno non abbiamo visto un bilancio, il progetto di tagli degli organici non è nuovo, commissionato nell’autunno 2011 allo Studio Falorni , prevedeva tagli di quasi la metà del personale.

In questi mesi abbiamo chiesto (invano!) un piano di rilancio della Misericordia, l’affitto di parte della sede (inutilizzata), la messa in funzione di strumenti di diagnostica, l’affitto a privati degli ambulatori, l’utilizzo dei volontari e di parte del personale per campi solari estivi, tutte proposte realizzabili con poco sforzo e un concreto ritorno economico.

Nelle ultime settimane Misericordia sta dismettendo i servizi nonostante che la Società della Salute abbia deciso di confermare le stesse modalità di gestione del trasporto sociale, non si capisce la ragione per la quale sia nel trasporto sociale che in quello Sanitario (che portano introiti) la politica della Misericordia sia quella della dismissione.

La richiesta, meglio sarebbe parlare di ricatto, di estendere i contratti di solidarietà, se accettata avrà ripercussioni negative sui nostri salari che già oggi sono ai minimi termini. Ma quello che ci preoccupa maggiormente è non intravedere soluzioni e prospettive future, un piano di rilancio della Misericordia, un interesse concreto delle istituzioni locali per ricollocare parte del personale.

La crisi della Misericordia non ha smosso le istituzioni locali che forse hanno sottovalutato la gravità del problema, per questo motivo chiediamo l’attivazione di un tavolo finalizzato a trovare soluzioni concrete per i lavoratori e le lavoratrici, per fare pressioni sui vertici della Confraternita affinchè siano operate scelte di rilancio improntate non alla dismissione dei servizi, una ricetta che avrà ripercussioni negative non solo sulle famiglie del personale ma sui servizi sanitari e sociali nei quali Misericordia da anni è attiva.

Lavoratrici e lavoratori della Misericordia

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