Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Le elezioni in Israele

Postato il 25 Marzo 2015 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Riceviamo e pubblichiamo

LE ELEZIONI IN ISRAELE 

di Tiziano Tussi

IsraelL’unica democrazia del Medio Oriente. Gli ebrei democratici, la modernità occidentale in Medio Oriente. Poi basta una dichiarazione “Mai uno stato palestinese” e si vincono, contro i sondaggi, le elezioni. E’ quello che è accaduto in Israele a Benjamin Netanyahu. Dato per sconfitto, ancora a poche ore dal voto, è risorto dai sondaggi più forte di prima. Ed ora si appresta a mettere insieme il solito governo di centrodestra, più a destra possibile, dove il disprezzo per i suoi concittadini non ebrei diviene lampante. La maggioranza del Paese è di destra, sionista comunque, anche a sinistra si può trovare tale volontà. Il ritorno a Sion, la collinetta sulla quale sorge il nucleo originario di Gerusalemme. Di lunga memoria.

Siamo a Theodor Herzl, al primo congresso ebraico del 1897. Il ritorno in un luogo storico per gli ebrei – che è cos’ deciso dal settimo congresso ebraico dal 1905 – che non è il loro luogo di provenienza, sicuramente non di tutto il nucleo originario che ha dato poi origine alle tribù ebraiche in senso storico. ma sul quale si erano affacciati nel secondo millennio dell’era antica di diversa provenienza. La storia degli ebrei è complessa, quale il loro luogo si stanziamento, il Medio Oriente, propone.

Ma tant’è, si tratta di molti secoli. A Sion ci sono da tempo. Piccolo problema, a Sion e dintorni c’erano, secoli fa come nel 1900, anche altre popolazioni. Per loro ora non è previsto nulla, neppure uno straccio di autonomia, dato che Gaza ed il resto dei territori in mano all’Autorità palestinese sono prigioni a cielo aperto.

Lasciamo perdere, per stringatezza, ma esistono, i problemi, gravi e grandi in campo palestinese. L’intelligenza di un leader moderno e laico, dato che la religione dovrebbe essere affare privato, potrebbe arrivate a dire: ognuno creda in chi vuole, ma uno stato per tutti. Questa opzione, sponsorizzata da menti lucide e progressiste, gli scritti di Edward Said ad esempio, non trova posto nella testa dei leader di destra in Israele, Netanyahu in primis. Ed ecco perché lo stesso non si è certo arrischiato a dire cose diverse da quelle che la maggioranza ebraica del suo popolo intende. Non serve ora, a bocce ferme dichiarare che in fondo la proposta dei “due stati due popoli” potrebbe andare bene se “cambiano le cose”. Ma quali? L’uso strumentale di tali parole è talmente scoperto che appare pure ancora più grave dalle dichiarazioni razziste in campagna elettorale.Ognuno lo capisce. Quindi avanti per ulteriori incursioni sui territori palestinesi, sulle morti di massa, per morti singole e mirate, repressione totale e/o parziale della popolazione palestinese. Ai prossimi morti. Ma che conta. Le elezioni si sono vinte, appunto sui morti futuri.

Shalom!

   Invia l'articolo in formato PDF   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

AVVISI IMPORTANTI

Appuntamenti

Archivi

Tag Cloud