Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La UE sta causando la guerra civile in Ucraina

Postato il 29 Gennaio 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Riceviamo e pubblichiamo

La UE sta causando la guerra civile in Ucraina

Possibile?? Mentre in Italia e nella gran parte dei paesi UE cresce l’anti-europeismo, o almeno il malcontento verso le politiche dell’Unione, in Ucraina viceversa pare che esistano schiere di “europeisti radicali”, “disposti a tutto”, anche a morire in piazza, per farsi schiavi della tecnocrazia di Bruxelles!
Forse le cose non stanno proprio così… Forse gli esagitati della piazza di Kiev sono una minoranza, ma una minoranza che dispone di spaventosi megafoni e di potentissimi appoggi. Certo è che, come è già successo nel caso jugoslavo, anche in Ucraina le pressioni verso la cosiddetta “integrazione europea” sono causa di gravi contrasti nel corpo sociale. Se proseguirà lo sforzo delle diplomazie occidentali per far vincere a tutti i costi l’opzione annessionista, il paese potrebbe spaccarsi in due: da una parte l’ovest a prevalenza cattolica e uniate (ortodossa filo-cattolica), annesso per l’appunto alla Unione Europea; dall’altra l’est dove è prevalente la componente russofona e ortodossa. 
“Europeisti” furono già, nel senso indicato da Hitler e Mussolini, i collaborazionisti seguaci di Bandera, protagonisti di spaventosi pogrom contro la popolazione ortodossa e contro gli ebrei durante la II Guerra Mondiale. Proprio nella Giornata della Memoria, ritrovare nella piazza di Kiev certa teppaglia razzista con le croci uncinate dovrebbe preoccupare chiunque abbia un po’ di buon senso; e invece, l’inviata di RaiNews24 Annamaria Esposito sbraita in diretta televisiva, senza alcun contraddittorio, che le offerte di Janukovic “non si possono più accettare” perché “siamo andati troppo oltre” e “la piazza” è orgogliosamente “pronta a tutto”… RaiNews24, dunque, di nuovo con l’elmetto. Come sempre. (A cura di Italo Slavo)


1) Denunciamo il carattere fascista della nuova “rivoluzione colorata” in Ucraina (Mauro Gemma)
2) L’Ucraina sta precipitando in una guerra civile provocata da forze fasciste e neo-naziste, con il sostegno della NATO e dell’Unione europea (Fausto Sorini)
3) Media Disinformation: What’s Really Going On in Ukraine? (Andy Dilks)
4) Ucraina: conservatori e fascisti uniti nella destabilizzazione filo-occidentale (Fabrizio Verde)
5) Lettera aperta del leader del Partito Comunista Petro Simonenko al Presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich
6) LE NOTIZIE DI “VOCE DELLA RUSSIA”: Lavrov avverte gli USA di non interferire in Ucraina / Yanukovich nota stranieri armati a Kiev / I radicali stanno continuando ad impadronirsi del potere in Ucraina
7) Ucraina: la storia non raccontata (Brian Denny)
LINKS:
On the Offensive (Germany and the protests in Ukraine)
Serbian scenario unfolding in Ukraine? Nebojsa Malic’ interview
Russia Warns West Not To Encourage Ukrainian Violence (Stop NATO, January 25, 2014):
1) Moscow urges West not to encourage Ukrainian militants’ actions
2) Lavrov criticizes Europeans for inappropriate reaction to events in Ukraine
3) Protesters piling up firearms at Kyiv City Administration building – Ukrainian interior minister
4) Protesters blockade Ukraine’s Energy Ministry
5) Buildings of four regional state administrations remain seized in Ukraine
6) Crimean parliament urges Yanukovych to declare state of emergency
7) Lawmakers from ruling party banned from travel to U.S.
8) Policeman shot dead in Kyiv, another policeman sustains knife wound – Ukrainian interior ministry
Pro-Western Ukrainian opposition stokes up civil war
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Denunciamo il carattere fascista della nuova “rivoluzione colorata” in Ucraina
20 Gennaio 2014
di Mauro GemmaAlcuni nostri lettori e compagni dell’Europa orientale ci hanno chiesto, con appelli accorati, di contribuire a far conoscere il livello inaudito che hanno raggiunto le violenze scatenate dai fascisti ucraini nelle manifestazioni che, ormai da molte settimane, si propongono di sovvertire con un vero e proprio colpo di Stato le istituzioni della repubblica ex sovietica e che da noi una indegna campagna mediatica continua a presentare come la pacifica espressione della volontà di un popolo ansioso di entrare nell’Unione Europea, che sarebbe vittima di una feroce repressione.

Va detto, per fare chiarezza, che questo “popolo”, che occupa la piazza principale della capitale e tanto osannato dal nostro sistema di comunicazione dominante, è costituito prevalentemente da bande di teppisti, alla cui testa si trova  “Svoboda”, un partito che mantiene legami “fraterni” anche con “Forza Nuova”, nostalgico del collaborazionismo con le SS, che ha tra i suoi “maestri” i criminali di guerra che si distinsero per lo zelo con cui parteciparono ai massacri di centinaia di migliaia di ebrei, comunisti e inermi civili nella Seconda Guerra Mondiale.
Costoro sono fautori dell’apartheid nei confronti delle decine di milioni di ucraini di etnia russa e russofoni. Si sono opposti con rabbia (insieme a quella Julia Timoshenko che, sebbene sia stata condannata per crimini economici, è stata proclamata “eroina dell’Occidente”) alla concessione al russo dello status di lingua ufficiale del paese. Nella parte occidentale dell’Ucraina questi gruppi di teppisti si sono resi responsabili di assalti alle sedi comuniste, di aggressioni ai veterani dell’Armata Rossa, di oltraggio ai monumenti che ricordano il periodo socialista. Sono gli stessi che, poco tempo fa, con furia vandalica hanno abbattuto la statua di Lenin nel centro di Kiev. Va detto senza incertezze: sono veri e propri fascisti. Fascisti che hanno trovato la solidarietà persino di esponenti del Partito Democratico, come il vicepresidente del parlamento europeo, Gianni Pittella, che, con un’inammissibile ingerenza negli affari interni di un paese sovrano, non ha avuto alcuna vergogna ad arringare e a farsi applaudire (insieme ad altri esponenti di questa Unione Europea che sta massacrando il nostro stato sociale e le prospettive di futuro per i nostri figli) da una folla che sventolava le bandiere di “Svoboda”.

A fronte della campagna mediatica di sostegno a questi delinquenti fa riscontro, purtroppo, il silenzio mantenuto dalle forze più coerentemente di sinistra del nostro paese. E’ ora di darsi una mossa, compagne e compagni. Con i venti gelidi di fascismo che soffiano in Europa, la denuncia e la mobilitazione sono oggi più che mai doverose. Il silenzio non ha più giustificazioni.

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L’Ucraina sta precipitando in una guerra civile provocata da forze fasciste e neo-naziste, con il sostegno della NATO e dell’Unione europea
26 Gennaio 2014
di Fausto Sorini, responsabile esteri PdCI, segreteria nazionale
Una sovversione violenta e reazionaria, organizzata e guidata da gruppi paramilitari fascisti e neo-nazisti ucraini e da professionisti al soldo dei gruppi dominanti dell’Unione europea e della NATO sta cercando di rovesciare le istituzioni democratiche elette dal popolo ucraino in libere elezioni. Elezioni riconosciute dagli osservatori internazionali e dalle Nazioni Unite.
Nelle regioni in cui la sovversione reazionaria ha preso il sopravvento in queste ore, sono già stati dichiarati “fuorilegge” il partito comunista ed altri partiti al governo.
Facciamo appello all’ANPI e alle forze antifasciste (non solo a parole) presenti nel Parlamento italiano ed europeo affinchè facciano sentire la voce in una situazione che sta trascinando l’Ucraina in una guerra civile sanguinosa, che minaccia la pace nel cuore dell’Europa. Chi ha ancora la volontà e la possibilità di influire sulla situazione, lo faccia. Oppure sarà corresponsabile di una gravissima connivenza con questo nuovo fascismo risorgente. –
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Media Disinformation: What’s Really Going On in Ukraine?

Global Research, January 27, 2014

You’d be forgiven for knowing very little about the unrest in Ukraine – the violence, the rioting on the streets, the armed protesters storming government buildings amidst plumes of thick black smoke rising from makeshift barricades. Most of the public have once again been Beibered by the mainstream media – the arrest of this precocious, spoilt physical embodiment of crass corporate culture proving newsworthy enough for an MSNBC host to interrupt an interview with a member of Congress discussing the true scale of NSA spying.

In this climate of superficial distractions and media inanity, you’d be equally forgiven for not really knowing why there is political unrest in Ukraine. Most of the explanations for the violence offered by the mainstream media present the information in simplistic soundbytes – talking points without the relevant wider political and historical context which renders current events coherent.

The following article from The Independent provides us with a brief overview of the media’s presentation of recent events in Ukraine:

In November President Viktor Yanukovych decided to pull out of a treaty with EU, an agreement many felt would have paved the way for the Ukraine to join the union. It looked like he was going to sign the agreement before performing a U-turn, which has made Ukrainian disappointment all the sharper. However the government would rather stay friendly with Putin in return for favourable treatment. The protesters think it would benefit ordinary people far more to be aligned with the EU and consider Yanukovych a man who only represents the interests of the richest.

The article goes on to define the demonstrations as “more than a pro-EU movement”, one which represents popular resentment towards perceived government corruption and violent repression towards peaceful activists.

 

President Viktor Yanukovych’s government forces are certainly guilty of using excessive force against the rioters, and accusations of torture appear to be well-founded and should not be excused. But condemnation is certainly clouded when you consider the level of violence from the rioters. By the same token, when mobile phone users near the scene of the riots received text messages from the state reading, “Dear subscriber, you are registered as a participant in a mass riot” it brought to home just how omnipresent – and ominous – surveillance technology in the 21st century has become.

The problem with the “popular protests against the government and for integration into the EU” narrative is that it omits crucial information regarding the role of the West is fomenting and orchestrating demonstrations such as these; a role which illuminates broader geopolitical objectives in the region and the extent to which intelligence agencies and their offshoot organizations meddle in the affairs of sovereign nations. Understanding the nature of soft power – the use of coercion and bribery – and the subversion and infiltration of grassroots political movements by NGOs and other organizations backed either directly or indirectly by the US government, helps us to more broadly understand why the unrest in Ukraine is reaching such a fever pitch.

The seemingly spontaneous 2004 Ukrainian “Orange Revolution”, sparked by alleged electoral fraud and allegations of voter intimidation, was led largely by a number of grassroots movements tied to political activists and student groups. Many of the groups involved, however, were funded and trained by organizations intimately linked to the US government. The foreign donors of these groups included the US State Department, USAID, the National Democratic Institute for International Affairs, the Open Society Institute and the National Endowment for Democracy.

The candidate who emerged victorious in the wake of these widespread orchestrated protests, Viktor Yushchenko, was not only endorsed by the same institutions which wielded their influence over the protest movements themselves, he was also supported by the International Monetary Fund. A central banker by profession, Yushchenko was a firm advocate of implementing IMF monetary reforms and, equally crucially, an advocate of NATO membership. Before entering into Ukrainian politics he had worked at the US State Department,the Reagan White House, the U.S. Treasury Department, and the Joint Economic Committee of Congress. In short, it’s safe to say that he was a product of Washington, an image only exacerbated by his hostility towards Russia.

It is tempting to automatically assume that the same process is taking place in Ukraine at the moment. Certainly, intelligence agencies have historical form when it comes to covert operations and the manipulation of activists via social media – similar US-backed “Colour Revolutions” have taken place in Georgia, Yugoslavia and elsewhere. The widespread political support for the protesters in Ukraine and the lack of condemnation for their use of violence would certainly add to the view that these protests are at least tacitly backed by the West, if not outright orchestrated. While none of this constitutes “proof” of outside interference, at the very least it is enough to raise suspicions. On the other hand, without firm evidence it is perhaps equally plausible that the support for the protesters is simply a case of making political capital out of the situation, stoking the flames of an already lit fire.

As the violence on the streets of Kiev continues, already spreading away from the capital, the Russian State Duma recently passed a resolution slamming foreign politicians and other players for interfering in Ukrainian internal affairs in an attempt to escalate the conflict. It’s a marked contrast to the rhetoric emerging from Washington and the EU, both of whom have expressed the possibility of intervening, with the US adopting a stance which hints at another planned “regime change” on Russia’s doorstep.

Perhaps the most damning indictment of the West’s stance over Ukraine and their support for what they refer to as a “pro-democracy protest movement” is the profoundly anti-democratic leanings of the violent protestors at the vanguard of the assault on the Ukrainian authorities. Anyone familiar with the crisis in Syria and the attempts to topple President Assad will be all too familiar with the US’s willingness to get into bed with extremists of the worst possible nature in order to achieve their objectives.

In Ukraine today it appears that very little has changed. Just as the Western-backed Syrian rebels with intimate ties to al-Qaeda were presented in our media as “pro-democracy” organizations, so too are many of those protesting in Ukraine drawn from far-right and fascistic groups such as the opposition Svoboda party, whom John McCain was more than happy to appear on stage with in December 2013 and offer his – and by extension America’s – support.

Yet it would also be wrong-headed to characterize the protests in Ukraine as being led by far-right extremists – many protesters are taking to the streets through genuine and legitimate grievances with the current government. The danger lies in these moderate protesters allying themselves with those on the far-right – combined with tacit support from the US for the likes of the Svoboda party, it could be a concoction which would set the stage for a dictatorship far more corrupt and repressive than those currently clinging onto power.

With the geopolitical stakes as high as they are, not least with the potential for a broader NATO influence in the region, it would be wise to view the situation in Ukraine through the wider prism of the global balance of power and all that this entails. Equally, we should be wary of simplistic media narratives which seek to paint any conflict in black and white/good vs. evil terms, particularly when the “good guys” are being backed by the US government and her allies. All too often this amounts to little more than propaganda designed to rouse support for opposition movements favourable to “regime change”, and by now it should be very clear how little this has to do with vague, idealistic notions of “democracy”, and how much it has to do with regional – and ultimately global – hegemony.

=== 4 ===
Ucraina: conservatori e fascisti uniti nella destabilizzazione filo-occidentale
23 Gennaio 2014
di Fabrizio Verde per Marx21.it
Giungono ancora una volta notizie di duri scontri da Kiev, dove i manifestanti anti-governativi e filo-europei, hanno tentanto di sfondare i cordoni dei reparti antisommossa per assaltare il parlamento ucraino. Ancora una volta i media nostrani danno conto di quanto accade nell’ormai nota piazza Maidan di Kiev, messa a ferro e fuoco, argomentando con la consueta capziosità.La narrazione degli eventi è, come di norma accade in questi casi, manichea: da una parte i manifestanti democratici, filo-europeisti e ovviamente amanti della libertà. Dall’altra il governo guidato da Yanucovich, vicino alle posizioni della Russia, quindi per convenzione nemico giurato della libertà e autoritario. Insomma, una sorta di regime repressivo e dispotico a prescindere.

Peccato, che praticamente nessuno si sia preso la briga di andare oltre le veline occidentali. Di provare a inquadrare quanto avviene alle porte della Russia – un territorio dunque strategicamente importante – dove più che una dura protesta per la mancata associazione con L’Unione Europea e contro le politiche del governo, sembra essere in atto una vera e propria destabilizzazione – portata avanti del classico stile delle rivoluzioni colorate – mirante a dirottare il paese nell’orbita Ue e Nato.

Eppure sarebbe bastato non fermarsi alla superficialità degli eventi e provare ad andare più fondo, magari abbozzando un analisi su quel coacervo di forze eterogenee che rappresentano l’opposizione filo-europea, dove spiccano gli «iper-democratici» nazisti di Svoboda, per fare quantomeno un minimo di chiarezza sulla questione.

Il ruolo di Canvas

Uscendo dalla versione edulcorata e manichea impostata dai media nostrani, troviamo chi come il giornalista statunitense ed esperto di questioni geopolitiche William Engdahl, ha raccolto informazioni sul ruolo giocato in Ucraina da Canvas (ex Otpor), Organizzazione non Governativa serba attiva dalla fine degli anni 90′, che risultò poi essere il fulcro dell’opposizione filo-occidentale al presidente Slobodan Milosevic.

Fonti ucraine hanno infatti spiegato al giornalista statunitense che vi sono autobus fatti convogliare su Kiev da tutti gli angoli del paese. Bus pieni zeppi di studenti e disoccupati ingaggiati per le proteste. Vengono inoltre distribuiti in piazza Maidan – cuore della contestazione – opuscoli identici ( http://12160.info/photo/photo/show?id=2649739:Photo:1376645 ) a quelli diffusi nel 2011 nella ormai celebre piazza Tahrir. Luogo simbolo e teatro delle manifestazioni di protesta che portarono al rovesciamento di Hosni Mubarak. Spalancando le porte del governo ai Fratelli Musulmani, ovviamente sponsorizzati da Washington.

A questo punto è necessario, oltre che interessante e istruttivo, fare un passo indietro per ripercorrere a grandi linee la storia di questa organizzazione, già attiva nel tentativo di «rivoluzione arancione» in Ucraina del 2004.

L’attuale e influente Center for applied nonviolent action and strategies (Canvas) discende dalla vecchia Otpor!, organizzazione che si forma e acquista consensi durante i bombardamenti Nato sulla Yugoslavia, allorquando diede vita a una forte campagna politica e mediatica volta al rovesciamento del presidente serbo Milosevic. Divenendo così il cuore dell’opposizione filo-occidentale. Una volta ottenuta la caduta di Milosevic, l’organizzazione nel 2001 tenta la trasformazione in partito politico presentandosi alle elezioni del 2001. Ma l’operazione fallirà, con la lista che si ferma a un misero 1.65%.

A questo punto i leader di Otpor abbandonano l’idea della trasformazione in partito politico, decidendo di dedicarsi alla «consulenza». Si trovano così a ricoprire un ruolo di primo piano, mettendo a disposizione le proprie «competenze», oltre a una considerevole quantità di dollari, durante le cosiddette rivoluzioni colorate negli stati ex-sovietici. Movimenti d’opposizione come Kmara in Georgia e Pora in Ucraina, tra il 2003 e il 2004, potranno contare sull’appoggio dei leader dell’ormai ex Otpor, che di lì a breve diverrà Canvas.

L’organizzazione Canvas, però, raggiunge la ribalta delle cronache internazionali durante la cosiddetta «primavera araba», dove i movimenti di protesta tramite i social network ammettono non solo d’ispirarsi all’esperienza dell’ex Otpor, ma di avvalersi della loro consulenza. Della vecchia Otpor, il movimento egiziano 6 aprile mutuerà anche il simbolo. Dalle rivoluzioni colorate alle primavere arabe, per Otpor – Canvas il passo è stato decisamente breve, ma significativamente sempre rivolto nella stessa direzione. Quella che conduce verso gli interessi Usa-Nato sullo scacchiere internazionale.

Attualmente Canvas si dichiara una fondazione educativa a cui sarebbe «proibito ricevere fondi da governi o altre fondazioni». In realtà è dato acclarato e mai smentito, che Canvas riceva regolarmente ingenti finanziamenti da svariate realtà quali: la Fondazione Andenauer, l’Open Society Institute di George Soros, l’International Renaissance Foundation, il National Democratic Institute di Madeleine Albright e l’Ong statunitense Freedom House (il cui budget è coperto per ben l’80% dal governo federale degli Stati Uniti) che ha addirittura assunto due componenti di Otpor come consulenti per i movimenti in Ucraina e Bielorussia.

I nomi dei finanziatori ci portano direttamente a chi si cela dietro i tentativi, odierni e passati, di destabilizzazione dell’Ucraina: Unione Europea e Stati Uniti. Gli stessi Usa che ebbero un ruolo fondamentale nell’addestramento degli attivisti serbi sui metodi di combattimento nei disordini di piazza. Un ex funzionario Cia, Robert Helvey, fu infatti incaricato di radunare a Budapest e addestrare i membri dell’allora Otpor. Il tutto, finanziamenti e ingerenza Cia, confermato da un’inchiesta condotta da Limes all’indomani della cacciata di Mubarak.

L’Unione Europea, L’Udar di Klitschko e i nazisti di Svoboda

Una volta appurato il ruolo di Canvas, che evidentemente si muove nel solco di quanto viene stabilito in quel di Washington, diventa interessante andare a scoprire le connessioni tra l’eterogenea schiera della cosiddetta opposizione filo-occidentale e l’Unione Europea. Oltre agli immancabili Stati Uniti d’America come abbiamo constatato in precedenza.

Figura paradigmatica, esemplare in tal senso, è quella dell’ex campione di pugilato Vitaly Klitschko.  Uomo forte del partito di destra Udar, capace di incassare il consenso e il sostegno statunitense ed europeo. L’ex pugile attualmente indicato come leader della variegata opposizione, viene sostenuto da Victoria Nuland (incontro tra Klitschko e Nuland: http://www.youtube.com/watch?v=0miz548u0WY ). Già rappresentante statunitense presso la Nato sotto Bush, che attualmente ricopre il ruolo di Segretario di Stato per gli Affari Europei ed Euroasiatici dell’amministrazione Obama. Ma la Nuland può vantare solidi legami presso gli ambienti neoconservatori: suo marito è Robert Kagan, noto falco nonché stretto collaboratore dell’ex vicepresidente Usa Dick Cheney.

Per quanto riguarda il versante europeo, è invece il quotidiano teutonico Bild a informare che il Cancelliere tedesco Angela Merkel di concerto con il PPE (conservatori europei), avrebbe indicato apertamente Klitschko come candidato filo-europeo da appoggiare in vista delle elezioni in programma per il 2015. Già da tempo l’Unione Cristiano Democratica di Germania (CDU) partito del Cancelliere tedesco – insieme al PPE – offre supporto economico e logistico ai membri di Udar. Provvedendo anche all’addestramento politico degli esponenti del partito di destra ucraino.

Addirittura l’europarlamentare conservatore tedesco Elmr Brok, recatosi a Kiev, si è spinto sino a chiedere ai dirigenti dell’opposizione ucraina di essere pronti a morire per instaurare un nuovo corso pro-europeo.

Chiudiamo questo parziale resoconto sull’opposizione ucraina, che ancora alle nostre latitudini viene definita «pro-democrazia» – quando in realtà si tratta di un coacervo di forze conservatrici e fasciste – con Svoboda. Diretta derivazione del Partito Socialista Nazionale Ucraino (SNPU), prenderà l’attuale denominazione nel 1998, dopo l’elezione del suo leader Oleh Tiahnybok al Parlamento ucraino. Di  viene ricordato un aberrante discorso tenuto sulla tomba di un nazista ucraino, dove ha inveito contro «la mafia ebraica di Mosca».

Questo partito sciovinista e nazista i cui militanti sono stati indicati dal New York Times come i più «temibili» tra i manifestanti, autori «delle iniziative più provocatorie come l’occupazione di edifici e il blocco degli uffici governativi», è fautore del culto di Stepan Bandera. Il fondatore dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini che nel giugno del 1941 unì le proprie forze a quelle dei nazisti durante l’invasione dell’Unione Sovietica. Lo sdoganamento di Svoboda (Libertà) è avvenuto grazie al partito filo-tedesco Batkivshina della malversatrice Julia Tymoshenko, attualmente detenuta per appropriazione indebita e frode, che nell’ultima tornata elettorale ha stretto un’alleanza con i nazisti decisamente fruttuosa per questi ultimi che hanno ottenuto ben 37 seggi. Mentre la loro influenza aumenta sempre più, grazie anche al ruolo preminente nelle violente proteste in atto.

Disinformazione dei media mainstream e «abbagli» di una certa sinistra

Per descrivere il ruolo mistificatore dei media mainstream in questa vicenda, possiamo ricorrere a quanto espresso dall’autorevole dirigente comunista Pietro Secchia attraverso le colone del settimanale «Rinascita» nel 1950.

«Non da oggi – scriveva Secchia – la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica. Mai, però, come oggi, il malcostume della stampa capitalista si è manifestato in forme così volgari e abiette. Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita».

Le parole di Pietro Secchia, che mantengono una straordinaria attualità, bastano da sole a descrivere il ruolo dei mezzi d’informazione. Comprendendo anche quelli sedicenti di sinistra, che per di più continuano a mantenere nella testata la dicitura quotidiano comunista.

Sono frutto di chiara malafede, invece, gli «abbagli» di certa sinistra, che oramai senza più alcuna remora svolge apertamente compiti di copertura e puntello delle politiche imperialiste. Svettano su tutti il parlamentare di Sel Boccadutri che parla attraverso Twitter di «un popolo di giovani che riempie le piazze per chiedere l’ingresso nell’UE». Mentre il Vice Presidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella (PD), è autore di un accorato appello: «L’Europa ascolti il grido di libertà e amore che viene da Kiev».

Certo, amore per i dollari americani e gli euro teutonici oltre che per il becero revanscismo di marca nazista.

=== 5 ===
Lettera aperta del leader del Partito Comunista Petro Simonenko al Presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovich
23 Gennaio 2014
da www.kpu.ua | Traduzione dal russo di Flavio Pettinari per Marx21.it
Stimato Viktor Fedorovich!Le attuali vicende politiche in Ucraina, il serio aggravarsi dello scontro nella società ucraina tra i sostenitori della scelta dell’integrazione europea e i suoi oppositori, hanno portato a disordini di massa, al blocco degli organi del potere statale, al sequestro degli edifici amministrativi, alla distruzione dei monumenti storici – tutto questo ha causato la destabilizzazione del paese, e ha anche portato ad una serie di conseguenze economiche, sociali e umanitarie negative per la popolazione dell’Ucraina. Come risultato, l’Ucraina si trova sull’orlo di una spaccatura del paese e della perdita della sicurezza nazionale.

Un ruolo particolare nell’aggravarsi della situazione è stato giocato dall’influenza dei paesi stranieri, così come dai membri delle missioni diplomatiche in Ucraina, che hanno apertamente sostenuto l’ulteriore escalation dello scontro in Ucraina, hanno dichiarato il loro sostegno solo a coloro che sostengono l’integrazione europea, hanno approvato le dichiarazioni e  gli appelli dei “leader” dell’opposizione per aumentare lo scontro nell’opinione pubblica.

Deve anche essere segnalato l’importante sostegno materiale di fondazioni e organizzazioni pubbliche o private come l’USAID (United States Agency for International Development), l’Open Society Institute, il National Democratic Institute for International Affairs, che con il pretesto di “difendere i valori democratici”, “sostenere la creazione di uno spazio informativo”, hanno finanziato l’istituzione e la diffusione delle risorse informative dell’Ucraina, risorse che hanno poi formato l’opinione pubblica, hanno iniettato l’isteria contro lo stato nello spirito di un sentimento anti-russo e hanno fomentato l’escalation dello scontro sociale nel paese.

Un’ulteriore preoccupazione riguarda le dichiarazioni pubbliche di importanti politici statunitensi  e dell’Europa occidentale,  circa il perseguimento di azioni legali verso alti funzionari e verso gli organi statali dell’Ucraina, nonché gli inviti espliciti alle manifestazioni organizzate dall’opposizione per opporsi alle decisioni del governo legittimamente eletto del paese, portando così il loro distruttivo contributo ad esasperare la situazione politica, fatto che rappresenta di per sé un grave colpo per la democrazia ucraina, per non parlare del fatto che ciò potrebbe complicare la situazione nel paese.

Un particolare cinismo è evidente nelle recenti dichiarazioni degli Ambasciatori degli Stati Uniti Jeffrey Payet e dell’UE Jan Tombinski, i quali hanno espresso il loro disaccordo nei confronti del processo legislativo della Verkhovna Rada (lett. Consiglio Supremo, ovvero il Parlamento, NdT) dell’Ucraina del 16 gennaio 2014, e  si sono permessi di criticare le decisioni del Parlamento ucraino sulla conformità di queste con le norme democratiche ecc.

Queste dichiarazioni contraddicono apertamente i principi immutabili della diplomazia internazionale, in particolare: l’articolo 7, paragrafo II dello Statuto dell’ONU, la Dichiarazione relativa ai principi di diritto internazionale, concernenti le relazioni amichevoli e la cooperazione fra gli stati, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite del 24/10/1970, la Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla inammissibilità dell’intervento negli affari interni degli Stati e la protezione della loro indipendenza e sovranità del 02/12/1965, ecc.

Tenuto conto del fatto che le dichiarazioni degli ambasciatori vanno di là dei loro poteri e sono in contrasto con i principi del diritto internazionale, al limite  dell’interferenza negli affari interni dell’Ucraina, chiediamo prima di tutto di reagire alle loro azioni distruttive convocandoli al Ministero degli Esteri ucraino e avvertendoli circa l’inammissibilità di tali attività e tali dichiarazioni, nonché di indirizzare delle note alle autorità competenti dell’UE e degli Stati Uniti, attraverso i canali diplomatici.

http://www.kpu.ua/otkrytoe-pismo-lidera-kompartii-petra-simonenko-k-prezidentu-ukrainy-viktoru-yanukovichu/

=== 6 ===
La Voce della Russia
Lavrov: Mosca avverte gli USA di non interferire in Ucraina
Redazione Online
25.01.2014
Mosca avverte il governo statunitense di non interferire negli eventi che si stanno svolgendo in Ucraina, lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista con la televisione russa.
Il ministro russo ha dichiarato che, durante la conferenza di pace Ginevra-2 sulla Siria, ha discusso della situazione in Ucraina con il Segretario di Stato americano John Kerry.
“Ho richiamato l’attenzione di John Kerry sul fatto che è molto importante ora non interferire nel processo in atto ed è utile evitare qualsiasi dichiarazione che possa surriscaldare la situazione. Spero che mi abbia capito”, ha concluso Lavrov.
La Voce della Russia
Yanukovich nota stranieri armati a Kiev
Redazione Online
25.01.2014
Ai disordini di Kiev partecipano stranieri che hanno avuto esperienze di combattimenti, ha dichiarato venerdì il Presidente dell’Ucraina Viktor Yanukovych durante l’incontro con i capi delle chiese e delle organizzazioni religiose del Paese.
Secondo le parole del Presidente, alcuni stranieri sono ricercati internazionali. “Tutti loro si nascondono negli edifici occupati. Sappiamo che dentro ci sono armi”, ha sottolineato Yanukovich.
Intanto il Presidente ha dichiarato la fermezza delle autorità ucraine di trovare il compromesso con l’opposizione per uscire dalla crisi politica. “Faccio di tutto per fermare la violenza”, ha dichiarato Yanukovich.
La Voce della Russia
I radicali stanno continuando ad impadronirsi del potere in Ucraina

Maria Baliabina
27.01.2014, 17:57

A Kiev è stato occupato un altro edificio del Ministero della Giustizia. La situazione si è aggravata anche nelle regioni. A Sumy è stata occupata la Casa dei Consigli, a Vinnitsa durante l’assalto della sede dell’amministrazione regionale da parte dei radicali sono rimasti feriti 15 agenti di milizia.

Il tutto sullo sfondo del fatto che il potere sta tentando di avviare un dialogo pacifico con i leader dell’opposizione.

Mentre i leader dell’opposizione Arseniy Yatsenyuk e Vitaly Klichko stanno analizzando la proposta che gli ha fatto il potere – cariche dirigenziali, modifica della Costituzione e dimissioni del governo, i loro “patrocinati”, già da tempo fuori dal controllo, stanno facendo di tutto per impedire l’avvio del dialogo.

La notte scorsa alcune decine di assaltatori col volto coperto hanno fatto irruzione nella sede del Ministero della Giustizia ed hanno interrotto la riunione del Gruppo di lavoro, creato dal Presidente, dedicata ai problemi della soluzione della crisi,- dice il Ministro della giustizia dell’Ucraina Elena Lukash.

Il gruppo di lavoro per la soluzione della crisi stava lavorando a livello di esperti per l’intera giornata, occupandosi di due problemi: amnistia ed inserimento di modifiche nella Costituzione dell’Ucraina. Proprio durante questo lavoro un gruppo di ignoti hanno occupato la sede del Ministero. Mi vedo costretta a rivolgere al Presidente la richiesta di cessare i negoziati se l’edificio del Ministero non sarà liberato senza indugi e se i negoziatori non avranno la possibilità di risolvere in modo pacifico il conflitto. Mi vedo costretta a rivolgere ai miei colleghi la richiesta di discutere il problema di introdurre lo stato d’emergenza nel Paese.

In ordine all’accaduto è stata intentata la causa penale in virtù dell’articolo “L’occupazione di edifici o costruzioni statali o pubblici”. Ma i radicali restano nell’edificio occupato. Per il momento non si riesce assolutamente a convincerli di lasciare la sede del Ministero,- ha comunicato uno dei leader dell’opposizione Vitaly Klichko.

Ho tentato di parlare con loro, ma purtroppo, non hanno accettato di dialogare e restano lì. Tenteremo ancora una volta di convincerli di liberare l’edificio.

Contemporaneamente all’occupazione della sede del Ministero della Giustizia hanno subito l’assalto anche gli edifici amministrativi nella città di Cherkassy. Ma gli agenti di milizia li hanno difesi ed hanno arrestato 12 persone. A Dnepropetrovsk alcune decine di persone sono state fermate per l’opposizione al potere – hanno lanciato sassi e “Molotov cocktail” contro gli uomini delle forze speciali ferendo 18 persone.

Secondo le previsioni dei politologi, tale situazione si può conservare nel Paese fino al 28 gennaio, giorno in cui ad una sessione straordinaria del Parlamento ucraino gli oppositori dovranno dare una risposta se accettino o meno la proposta delle autorità. In caso di decisione positiva sarà posto il problema di dimissioni del Governo, ed Arseniy Yatsenyuk e Vitaly Klichko dovranno assumersi l’impegno a stabilizzare la situazione nel Paese.

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Ucraina: la storia non raccontata

Brian Denny, Morning Star, 9 dicembre 2013
Il rifiuto dell’Ucraina di firmare l’accordo di associazione all’UE, le proteste conseguenti e il tentativo di scacciare il governo con un voto di fiducia venuto meno, hanno origine nella grande battaglia geopolitica in atto tra la Germania e la Russia. La Germania usa l’Unione europea per esercitare pressioni sull’Ucraina affinché s’integri nella sfera politica ed economica di Berlino. Tuttavia il piano d’espansione della Germania ha subito una battuta d’arresto a est, nel vertice sul partenariato dell’UE a Vilnius. Solo due Paesi, Georgia e Moldova, hanno sottoscritto gli accordi di associazione dell’UE, mentre Bielorussia e Armenia hanno preferito aderire all’Unione doganale eurasiatica con la Russia. Mosca aveva fatto pressioni su Kiev, comprese sanzioni commerciali e altre minacce al fine di allontanare l’Ucraina dalla nuova corsa ad a est di Berlino. Eppure la Germania ha continuato i suoi sforzi per staccare l’Ucraina dalla sfera russa e i media tedeschi oggi parlano di “battaglia per l’Ucraina” e “nuovo cortina di ferro” da vincere ad est.
Anche l’UE ha avvertito l’Ucraina che subirà un blocco finanziario se continua a rifiutarsi di firmare. Il capo delle relazioni estere dell’UE, e fantoccio di Berlino, Catherine Ashton ha aggredito l’Ucraina per non “essere un interlocutore prevedibile e affidabile per i mercati internazionali.” Il FMI ha già sospeso il credito di 15 miliardi dollari del 2011, perché l’Ucraina ha rifiutato di smettere di sovvenzionare le bollette del gas delle famiglie. Il trattato dell’UE consentirebbe anche ai monopoli europei di occupare gli importanti mercati energetici dell’Ucraina. Le aziende tedesche già forniscono al Paese gas naturale con i gasdotti che attraversano Polonia, Ungheria, ed entro il prossimo anno, Slovacchia, rompendo la dipendenza dell’Ucraina dal gas russo.
Il Gruppo per la politica estera tedesca, il Consiglio per le Relazioni Estere tedesco (DGAP), afferma apertamente che gli accordi di associazione devono essere attuati sotto “supervisione” e chiede “misure di aggiustamento sociale rigorose e molto dolorose“. Per capire cosa significhi basti guardare ai severi requisiti di salvataggio inflitti ai membri dell’area euro Grecia, Portogallo, Cipro e altri Stati. Nel lungo periodo, il DGAP prevede anche l’integrazione della Russia nella sfrenata dittatura delle multinazionali del sistema dei trattati UE sotto l’egemonia di Berlino, aprendo alle imprese tedesche l’espansione economica fino al Pacifico. Così, il rifiuto dell’Ucraina di firmare l’accordo di associazione UE rovina alcuni notevoli piani imperialisti teutonici. Ciò spiegherebbe la narrazione dei media occidentali sulle proteste in Ucraina da parte dell’alleanza “pro-europea”.
Allora, chi sono questi attivisti “pro-democrazia” che non possono rovesciare il governo costituito dal Partito delle Regioni del Presidente Viktor Janukovych e sostenuto dal Partito Comunista di Ucraina? Senza mezzi termini si tratta di una diabolica alleanza tra conservatori, fascisti e  revanscisti che promuovono il culto dei collaborazionisti nazisti. Questo culto si concentra in particolare su Stepan Bandera, leader dell’Organizzazione dei nazionalisti ucraini (OUN), che unì le sue forze ai nazisti durante l’invasione dell’Unione Sovietica, nel giugno 1941. Negli ultimi 20 anni numerosi monumenti a Bandera sono stati eretti, in particolare in Ucraina occidentale, tra cui una statua nella città di Lvov, sede di uno dei più grandi pogrom antiebraici. Dopo la rivoluzione arancione in Ucraina, nel 2004, il presidente entrante Viktor Jushenko del partito Nostra Ucraina ufficialmente dichiarò Bandera e il suo camerata nazista Roman Shukhevych “eroi dell’Ucraina.” Un partito di primo piano che promuove tale culto è il partito dell’unione pan-ucraina “Svoboda” (libertà), guidato da Oleh Tiahnybok, che fece un discorso sulla tomba di un altro nazista ucraino, inveendo contro la “mafia ebraica di Mosca.” Questo partito compì la sua svolta politica nel 2009, quando fu eletto nel Ternopil Oblast dell’ovest ucraino (al parlamento) con il 35 per cento dei voti, prendendo 50 dei 120 seggi, e il suo potere è in crescita. Svoboda aderisce all’Alleanza Europea dei Movimenti Nazionali (AENM) di estrema destra. Tra i membri vi sono il partito neofascista ungherese Jobbik (Movimento per un’Ungheria migliore) e il francese Front National. Il leader del British National Party, Nick Griffin, è vice-presidente dell’AENM. È anche alla ricerca di legami più stretti con la neofascista Forza Nuova in Italia e con il Partito nazional-democratico tedesco di estrema destra. Svoboda proviene direttamente dalla tradizione dei collaborazionisti dei nazisti che effettuarono numerosi massacri nell’Unione Sovietica occupata, ma Berlino è rimasta in silenzio su ciò.
Il partito filo-tedesco “Batkivshyna” (Patria) di Julija Tymoshenko, in carcere per frode e appropriazione indebita, è entrata nell’alleanza elettorale con Svoboda, nelle ultime elezioni. Ciò permise a Svoboda di avere il 10,4 per cento dei voti, ottenendo 37 deputati nel parlamento della Verkhovna Rada. A completare questa alleanza anti-russa vi è il partito Udar di Vitalij Klitschko, un acronimo che significa “pugno”. Klitschko è campione del mondo di pugilato peso massimo ed eroe nazionale che si è presentato candidandosi alle elezioni presidenziali del 2015. Tuttavia non può averne diritto vivendo soprattutto in Germania. Il partito dell’Unione cristiano-democratica tedesca ammette apertamente che la sua Fondazione Konrad Adenauer ha “assegnato” a Klitschko il compito di creare un partito di destra in Ucraina, al fine di avere una stabile maggioranza pro-UE a Kiev. Durante un evento della fondazione con Klitschko a Bruxelles, Elmar Brok della CDU tedesca, disse chiaramente perché Berlino ha un grande interesse sull’Ucraina. Dopo tutto, si tratta di “un Paese con grandi possibilità economiche“, con “una popolazione ben istruita” e “buoni prerequisiti agricoli.” Non c’è da meravigliarsi che la Germania voglia militarizzare l’Europa al vertice UE previsto per fine mese.
Brian Denny partecipa a No2eu
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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