Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Il loro Kosovo “democratico”, tra assassinii e repressione

Postato il 4 Febbraio 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Riceviamo e pubblichiamo

Il loro Kosovo “democratico”, tra assassinii e repressione

1) Segnalazione libro VENE KOSOVARE
2) FLASHBACK 2004: Agenti segreti tedeschi con il passaporto diplomatico / Agenten mit Diplomatenpaß (Jürgen Elsässer)
3) Incidenti durante le “elezioni amministrative” di novembre 2013, voto ripetuto, i dubbi restano: “Per arrivare all’obiettivo è stato utilizzato ogni mezzo, è mancata solo l’aviazione”, ha dichiarato Oliver Ivanović (20/11/2013)
4) Zivadin Jovanovic: Lo status del Kosovo e Metohija solo dentro la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 1244
5) Gran Albania naciendo: nueva reunión de los gobiernos de Tirana i Pristina en Prizren (13/01/2014)
6) War crime accused takes the oath in Kosovo (Jan 4, 2014)
7) Mitrovica nord, ucciso consigliere serbo (16 gennaio 2014)
8) Kosovo: arrestato Oliver Ivanović (28 gennaio 2014) / Београдски форум : Саопштење поводом хапшења Оливера Ивановића

9) RETROSCENA: LE TRUPPE DI OCCUPAZIONE DELLA NATO NON SE NE ANDRANNO DAL KOSOVO.

3.7. North Atlantic Council visits KFOR / 9.7. NATO Secretary General statement on Kosovo Security Force reaching Full Operational Capability / 4.11. November “elections”: NATO Deploys Quick Reaction Forces Against Serbs / 29.11. NATO troops “to remain in Kosovo”

 

=== 1 ===
Lorenzo Giroffi

VENE KOSOVARE

Ebook, Ed. First Line Press, 2013
AUDIO: Presentazione dell’ebook VENE KOSOVARE nel programma “Esteri” di Radio Popolare
Nella puntata del 15 maggio 2013 del programma radiofonico “Esteri” trasmesso sulle frequenze di Radio Popolare, Andrea Monti ha presentato il primo ebook di First Line Press “Vene Kosovare”.
La presentazione ha anche ospitato un’intervista a Lorenzo Giroffi, redattore di First Line Press e autore dell’ebook, e alla fotografa Alice Cavallazzi, che ha realizzato gli intensi scatti che corredano l’opera.Per tutte le info su VENE KOSOVARE:
http://firstlinepress.org/tutto-sul-nostro-ebook-vene-kosovare/

Per acquistare l’ebook:
Su Amazon in formato kindle
http://www.amazon.it/Kosovare-Ebook-First-Press-ebook/dp/B00C5KWVKK/
Su Lulu in formato pdf
http://www.lulu.com/shop/lorenzo-giroffi/vene-kosovare/ebook/product-21015939.html

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junge Welt (Berlino), 24.11.2004
Agenti con il passaporto diplomatico

Il servizio segreto tedesco e la distruzione della Jugoslavia (II). Le guerre in Bosnia e in Kosovo
di Jürgen Elsässer
Nella guerra fratricida bosniaca dal 1992 fino al 1995 i servizi segreti tedeschi (BND) hanno appoggiato i croati e i musulmani che strapparono la Repubblica federata di Bosnia dalla Jugoslavia per fondare un proprio Stato. La trasmissione della rete ARD “Monitor” ha riferito nel febbraio 1997 che il servizio segreto tedesco ha fornito dal 1992 “almeno cinque“ convogli di munizioni camuffati da aiuto umanitario all’enclave occidentale di Bihac.
Responsabile ne era peraltro il capo di tutto lo spionaggio del sud-est dei servizi segreti tedeschi, un impiegato di nome Smidt, pseudonimo Sandmann. Il Referat 12 D a lui sottoposto dirigeva tutti gli agenti nei Balcani. Alcuni di loro avrebbero usato la loro posizione come collaboratori della missione di osservatori dell’UE nei territori in crisi (European Community Monitoring Commission – ECMC) dal 1991 per lo spionaggio e per il contrabbando d’armi. Il capo tedesco della delegazione della ECMC, Cristof von Bezold, in base ad una testimonianza affidabile, avrebbe accompagnato personalmente trasporti d’armi, i quali figuravano come fossero state delle forniture di latte in polvere. La sua immunità diplomatica gli garantiva per questo una illimitata libertà di muoversi. Il Ministero degli Esteri ha confermato che Von Bezold ha lavorato anche per i servizi segreti tedeschi, tuttavia ha dichiarato che egli ha “ufficialmente garantito” di non aver intrapreso altre attività al di fuori del suo contratto ufficiale con l’ECMC. Anche Peter Strauss, collaboratore di Bezold presso la ECMC a Zagabria, ha partecipato al contrabbando di soldi e munizioni a favore di musulmani.
Mentre in Bosnia erano i servizi USA a condurre i giochi, il dominio degli agenti tedeschi oltre alla Croazia [confrontare la parte I di questa serie: http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4067 ] era soprattutto in Kosovo. Sotto il titolo “How Germany backed KLA” – “Come la Germania ha appoggiato l’UCK” (KLA – Kosovo Liberation Army – è il sinonimo per l’UCK nei media in lingua inglese) il settimanale inglese The European presentava un’indagine a fine settembre 1998. Lì si affermava che i servizi segreti civili e militari erano coinvolti nell’addestramento e nell’armamento dei ribelli per cementare l’influenza tedesca nei Balcani e per tenere sotto controllo il problema dei profughi. Per questo motivo si sarebbe giunti “ad una seria rottura tra il BND e la CIA”, si diceva facendo riferimento a diplomatici francesi. Il giornale ha poi scritto: “La formazione dell’UCK nel 1996 coincise con la nomina di Hansjoerg Geiger come nuovo capo del BND. Una delle sue prime decisioni operative è stata l’istituzione di una tra le più grandi rappresentanze regionali del BND a Tirana (…). Agenti BND lavoravano strettamente con i capi dello Shik, i servizi segreti albanesi (…). Uomini del BND avevano il compito di trovare reclute per la struttura di comando dell’UCK.” Una informazione simile è stata riferita dalla ARD nella trasmissione “Monitor”: “Dal 1990 il governo federale cura buoni rapporti con i servizi segreti albanesi. Equipaggiamento militare del valore di due milioni di marchi tedeschi è stato mandato nelle zone albanesi in crisi. Le forniture militari sono giunte in parte ai ribelli dell’UCK.” Un collaboratore del servizio militare di protezione ha detto a “Monitor” che l’azione è stata voluta “da molto in alto”. Bill Foxton, capo dell’ufficio degli osservatori OSCE alla frontiera tra l’Albania e il Kosovo, ha “scoperto per la prima volta a fine giugno 1998 che l’UCK è improvvisamente in uniforme, e precisamente in uniforme tedesca da campo. In sostanziale continuità le accuse di parte serba, secondo cui l’addestramento della guerriglia avrebbe avuto luogo anche sullo stesso territorio tedesco.—-

http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4067

jW, 24.11.2004

Jürgen Elsässer

Agenten mit Diplomatenpaß

Der deutsche Geheimdienst und die Zerstörung Jugoslawiens (II): Die Kriege in Bosnien und im Kosovo

Im bosnischen Bürgerkrieg 1992 bis 1995 unterstützte der Bundesnachrichtendienst (BND) die Kroaten und Moslems, die die Teilrepublik von Jugoslawien losrissen und einen eigenen Staat gründeten. Das ARD-Magazin »Monitor« berichtete im Februar 1997, der deutsche Geheimdienst habe ab 1992 »mindestens fünf« als humanitäre Hilfe getarnte Munitionstransporte in die westbosnische Enklave Bihac gebracht.

Zuständig war demnach der Leiter der gesamten Südostspionage des BND, ein Beamter namens Smidt, Deckname Sandmann. Das ihm unterstellte Referat 12 D führte alle Agenten auf dem Balkan. Einige von ihnen sollen ihre Position als Mitarbeiter der Beobachtermission der EU im Krisengebiet (European Community Monitoring Commission – ECMC) seit 1991 zur Spionage und zum Waffenschmuggel benutzt haben. Der deutsche Delegationsleiter der ECMC, Christoph von Bezold, soll nach einer eidesstattlichen Zeugenerklärung persönlich Waffentransporte begleitet haben, die als Lieferungen von Milchpulver getarnt waren. Seine diplomatische Immunität sicherte ihm dafür ungehinderte Bewegungsfreiheit. Das Auswärtige Amt bestätigte, daß von Bezold auch für den BND gearbeitet habe, gab jedoch an, dieser habe »dienstlich versichert«, keine über seinen offiziellen ECMC-Auftrag hinausgehenden Aktivitäten unternommen zu haben. Auch Peter Strauß, Bezolds Mitarbeiter der ECMC in Zagreb, war am Schmuggel von Geld und Munition an die Muslime beteiligt.

Während in Bosnien die US-Dienste die Federführung hatten, war neben Kroatien (vgl. Teil I dieser Serie) vor allem auch das Kosovo die Domäne der deutschen Agenten. »How Germany backed KLA« (KLA – Kosovo Liberation Army – wird in den englischsprachigen Medien synonym für UCK verwendet ) überschrieb das englische Wochenblatt The European Ende September 1998 eine Recherche. Dort wurde behauptet, daß »der deutsche zivile und militärische Geheimdienst in die Ausbildung und Bewaffnung der Rebellen verwickelt sind, um den deutschen Einfluß auf dem Balkan zu zementieren und das Flüchtlingsproblem anzupacken«. Deswegen sei es zu »einem ernsthaften Bruch zwischen dem BND und der CIA gekommen«, hieß es mit Bezug auf französische Diplomaten. Weiter schrieb die Zeitung: »Die Entstehung der UCK im Jahr 1996 fiel mit der Ernennung von Hansjörg Geiger zum neuen BND-Chef zusammen. Einer seiner ersten operativen Beschlüsse war die Einrichtung einer der größten Regionalvertretungen des BND in Tirana. (…) BND-Agenten arbeiten eng mit den Führern des Shik, des albanischen Geheimdienstes, zusammen. (…) Die BND-Männer hatten die Aufgabe, Rekruten für die UCK-Kommandostruktur herauszusuchen.« Ähnliches berichtete die ARD-Sendung »Monitor«: »Seit 1990 pflegt die Bundesregierung gute Beziehungen zu den albanischen Geheimdienstlern. Militärische Ausrüstung im Wert von zwei Millionen Mark wurde ins albanische Krisengebiet entsandt. Die Militärgüter seien zum Teil an die Rebellenarmee UCK gelangt.« Ein beteiligter Mitarbeiter des Militärischen Abschirmdienstes sagte gegenüber »Monitor«, die Aktion sei »von ganz oben« erwünscht gewesen.Von Bill Foxton, dem Leiter des OSZE-Beobachterbüros an der Grenze zwischen Albanien und Kosovo, wurde Ende Juni 1998 »erstmals entdeckt, daß die UCK plötzlich uniformiert ist. Und zwar mit deutschen Feldanzügen.« Wesentlich weitergehende Anschuldigungen von serbischer Seite, wonach die Guerillaausbildung auch in Deutschland selbst stattgefunden haben soll.

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Incidenti durante le elezioni amministrative in Kosovo

04. 11. 2013. – 19:39 — MRS
Dopo il primo turno delle elezioni amministrative in Kosovo, in base al 90% delle schede contate, sono stati eletti 10 sindaci. In 24 comuni il 1 settembre sarà tenuto il secondo turno. Per quattro comuni serbi nel nord del Kosovo non sono stati resi noti i risultati, ha comunicato la commissione elettorale. Durante le elezioni nel Kosovo settentrionale sono accaduti incidenti. La polizia kosovara ha arrestato alcune persone. Sul sito della commissione elettorale del Kosovo è stato pubblicato che nel primo turno sono stati eletti i sindaci dei comuni di Decane, Glogovac, Stimlje, Kosovo Polje, Istok, Kačanik, Podujevo, Djeneral Jankovic, Mamusa i Srbica. Nei comuni con la maggioranza serba che si trovano a sud del fiume Ibar, a Strpce, Novo Brdo, Klokot, Partes e Ranilug, sarà tenuto il secondo turno. Non si sa ancora se nel comune serbo di Gracanica, vicino Pristina, sarà tenuto il secondo turno, o se l’Iniziativa civica serba abbia ottenuto la vittoria.Seggi elettorali a Kosovska Mitrovica sono stati chiusi

03. 11. 2013. – 18:59 — MRS
I seggi elettorali nella scuola elementare Santo Sava a Kosovska Mitrovica settentrionale sono stati chiusi alle ore 17, dopo che le persone ignote, che sono state mascherate, hanno distrutto il materiale elettorale e hanno gettato i lacrimogeni. I vetri delle finsetre sono stati rotti. Davanti alla scuola si trova la polizia. Il personale dell’OSCE è stato evacuato. La polizia kosovara ha arrestato una persona,

Vucic ha chiesto il permesso che la Serbia intervenga a Kosovska Mitrovica settentrionale

03. 11. 2013. – 18:59 —
Il primo vice premier serbo Aleksandar Vucic ha chiesto alla comunità internazionale di permettere alle autorità serbe di intervenire 45 minuti, dopo che gli estremisti hanno aggredito i seggi elettorali nella scuola elementare Santo Sava a Kosovska Mitrovica settentrionale. Gli estremisti serbi hanno rotto le scatole che contengono le schede elettorali nella Scuola di medicina, la Scuola delle tecnologie e nella Scuola elementare Santo Sava, perché nella serata i cittadini serbi si sono recati in massa verso i seggi elettorali. Sono scoppiate le risse. La polizia ha gettato lacrimogeni. Secondo le informazioni ufficiose negli incidenti nessuno è sato ferito

Pantic: alla Serbia deve essere permesso di mettere sotto controllo la situazione

03. 11. 2013. – 20:38 —
Il candidato sindaco di Kosovska Mitrovica settentrionale dell’Iniziativa civica Serba Krstimir Pantic ha chiesto dopo gli incidenti ai seggi elettorali nella scuola elementare Santo Sava che la comunità internazionale permetta allo Stato serbo di mettere sotto controllo la situazione a Mitrovica. É arrivato il momento che la Serbia chieda alla comunità internazionale che le sue forze calmino la situazione, perché la comunità internazionale non vuole o non è in grado di farlo. Gli incidenti del genere e la passività e l’indulgenza della comunità internazionale non sono nell’interesse della Serbia e il popolo serbo e allontanano il Kosovo dalla Serbia, ha dichiarato Pantic.

Pristina: nuove elezioni a Mitrovica si terranno il 17 novembre

06. 11. 2013. – 20:13
I risultati delle elezioni a tre seggi elettorali a Kosovska Mitrovica settentrionale cono stati annullati, ha dichiarato il membro della commissione elettorale del Kosovo Nenad Rikalo. Le nuove elezioni in questi seggi si terranno il 17 novembre. La commissione ha stabilito che a tre luoghi a Kosovska Mitrovica settentrionale le schede non potevano essere contate. Oggi pomeriggio è iniziato lo scrutinio delle schede dei seggi dei comuni di Leposavic e Zubin Potok, ha dichiarato Rikalo. L’agenzia Tanjug ha riportato che nella commissione elettorale del Kosovo è stato raggiunto l’accordo che il secondo turno delle elezioni amministrative si terrà il 17 novembre e che questa decisione sarà confermata a una delle prossime riunioni. La commissione elettotrale del Kosovo ha comunicato oggi che le elezioni sono state annullate a tre seggi a Kosovska Mitrovica settentrionale, perché gli estremisti hanno distrutto durante la votazione le scatole che contenevano le schede.

Mitrovica, voto ripetuto. Niente violenze, i dubbi restano

 

20/11/2013 – La ripetizione del voto amministrativo a Mitrovica nord, è stata accolta come un grande successo da UE e governo serbo. Bassa affluenza e pressioni sugli elettori, però, tengono vivi molti dubbi. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [20 novembre 2013]

 

Si è tenuta senza incidenti domenica scorsa la ripetizione del voto amministrativo a Mitrovica nord , in Kosovo, dopo le violenze che hanno invalidato le elezioni del 3 novembre scorso.
Un dato accolto come un forte successo sia dall’Unione europea che dal governo di Belgrado, che puntavano alla partecipazione della comunità serba del nord del Kosovo, che dal 1999 di fatto non riconosce le autorità di Pristina, dichiaratesi poi indipendenti nel febbraio 2008, come elemento fondamentale per la tenuta degli accordi di normalizzazione dei rapporti tra Serbia e Kosovo, firmato lo scorso aprile. Accordo che dovrebbe aprire i negoziati di adesione di Belgrado all’UE già il prossimo gennaio.
I segnali provenienti dalla ripetizione delle consultazioni, le prime che si tengono all’interno della cornice costituzionale del Kosovo, non possono però nascondere il permanere di forti elementi critici.
L’affluenza a Mitrovica si è fermata ad un’anemico 22%, un dato che difficilmente può essere letto come un “sì” dei serbi del nord agli accordi e alla propria integrazione nel sistema statale kosovaro. Secondo molte fonti Belgrado avrebbe esercitato forti pressioni, tra cui la minaccia di licenziamento per i dipendenti pubblici che non si fossero recati alle urne.
Per arrivare all’obiettivo è stato utilizzato ogni mezzo, è mancata solo l’aviazione”, ha dichiarato Oliver Ivanović, il secondo più votato, che sfiderà al ballottaggio il prossimo 1 dicembre Krstimir Pantić, candidato della lista “governativa” voluta da Belgrado.
Ballottaggio ancora una volta delicato, che darà nuovi elementi per capire se la strategia di UE e governo serbo di “convincere” o “costringere” i serbi del nord al compromesso, sia la strada giusta per sciogliere il nodo che oggi blocca sia Kosovo che Serbia sulla loro strada europea.
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Lo status del Kosovo e Metohija solo dentro la Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 1244Scritto da Zivadin Jovanovic

Il globale interventismo della NATO può condurre a un confronto globale


 di Zivadin Jovanovic Presidente del Forum Belgrado per un Mondo di Eguali

 

Questi sono alcuni dei punti dell’ intervento introduttivo di Zivadin Jovanović, Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali, all’Assemblea annuale dell’Associazione svoltasi il 14 dicembre 2013, a Belgrado.

 

Il problema dello status della provincia serba del Kosovo e Metohija rimane irrisolto, indipendentemente dai cosiddetti negoziati di Bruxelles. Una soluzione pacifica e duratura sarà possibile solo fornendo il pieno rispetto e l’attuazione della risoluzione Onu 1244 e della Costituzione della Serbia,  garantendo entrambi questi atti la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia. Il ruolo del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel garantire una soluzione giusta e duratura, non può essere sostituito dal ruolo di qualsvoglia organizzazione regionale, che si tratti di UE, NATO, o qualsiasi altro. Solo le Nazioni Unite e la comunità internazionale hanno una legittimità, mentre il resto sono auto proclamazioni.

L’aggressione della NATO sulla Serbia ( RFJ ) del 1999 è stato un punto di svolta verso la globalizzazione dell’ interventismo militare, i successivi recenti sviluppi quali la Siria, l’Iran e l’Ucraina, illustrano, ciasuno a proprio modo, un punto di svolta verso una multipolarizzazione dell’ordine mondiale. La multipolarità è importante perché abolisce il monopolio di un potere e apre uno spazio per il rispetto del diritto internazionale, dei principi fondamentali delle relazioni internazionali e per una democratizzazione delle relazioni internazionali. Sottolineare l’importanza della multipolarizzazione non ci deve portare a credere che una nuova tendenza positiva sia garantita automaticamente. E’ una assoluta necessità che tutte le forze amanti della pace, intensifichino la cooperazione e il coordinamento reciproco nella lotta per lo Stato di diritto, il rispetto dell’uguaglianza sovrana degli Stati e per la democratizzazione delle relazioni mondiali.

La crisi mondiale ha colpito direttamente e in primo luogo i paesi più sviluppati, i paesi privilegiati, poi il resto. Coloro che sono di fronte al pericolo di perdere i loro privilegi, non rinunceranno facilmente. Come si vede, stanno cercando di trasferire l’onere della crisi che essi stessi hanno causato, al resto del mondo, soprattutto verso paesi che sono deboli militarmente, ma che sono ricchi di energia e di minerali strategici, o appartengono a importanti regioni geostrategiche. La NATO è ancora una volta il pugno di ferro dei privilegiati, del capitale corporativo multinazionale.

Il mondo di oggi, è molto diverso dal periodo degli anni novanta del secolo scorso. Cina, Russia, India, tutto il Sud America, molti altri paesi e regioni del mondo, sono cresciuti molto più velocemente dell’Occidente, sia economicamente che in molti altri aspetti, anche nella difesa.       E ‘chiaro che questi paesi, alcuni dei quali sono diventati attori globali imprescindibili, non accettano la dittatura nelle relazioni mondiali, e le palesi interferenze negli affari interni e l’interventismo militare.

Pertanto, la strategia di usare il potere militare, di globalizzare l’interventismo militare al fine di controllare e soggiogare il resto del mondo per mantenere i privilegi, è sempre più chiaramente a confronto con una resistenza dei paesi. Il mondo è sul punto di, o trovare un modo pacifico di fermare l’interventismo militare imperialista, in nome del capitale industriale militare e finanziario monopolistico, o ditrovarsi di fronte a un duro confronto globale.

 

All’Assemblea annuale del Forum Belgrado hanno partecipato soci e amici, tra i quali il segretario esecutivo del Consiglio Mondiale della Pace, Iraklis Tsavdaridis, il Vescovo della Chiesa Ortodossa Serba Irinej Bulovic, l’Ambasciatore iraniano Majid Fahir Pour, diplomatici di alto rango da diverse altre ambasciate, rappresentanti di associazioni civiche, tra cui associazioni studentesche delle università di Belgrado e Banja Luka, associazioni serbe della provincia del Kosovo e Metohija e altri. Nessun rappresentante ufficiale di strutture governative erano presenti, anche se, come sempre, erano stati invitati .

 

Traduzione di Enrico Vigna per  Forum Belgrado per un Mondo di Eguali – Italia

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NACE LA GRAN ALBANIA
Posted by: kopaonik

13/01/2014

Gran Albania naciendo: nueva reunión de los gobiernos de Tirana i Pristina en Prizren

Gobiernos de Kosovo y Albania celebraron de nuevo una sesión conjunta en Prizren y uno de los temas fue la posición de los albaneses en los municipios de Medvedja, Bujanovac y Presevo en Serbia.

“Fue un encuentro histórico. Este es el primer paso hacia la unificación de los albaneses, moviéndose hacia un único estado “, dijo el presidente del Movimiento Democrático para el Progreso Jonuz Musliu .

Hashim Thaci dijo que una de las decisiones más importantes de esta sesión conjunta en Prizren, era el establecimiento de un fondo para los albaneses de Presevo, Bujanovac y Medvedja .

“Bienvenido a la casa compartida”, dijo Thaci en la apertura de la primera sesión de los dos gobiernos, que consideró ” histórico y un nuevo capítulo para Kosovo, Albania y la región. “

“La reunión de nuestros dos gobiernos , en este lugar santo del renacimiento de la nación albanesa , presenta respecto a nuestros héroes de distintos períodos de tiempo, y una prueba de que se respete su trabajo duro , sudor y sangre”, dijo Thaci , RFE / RL informó .

“Gracias a su trabajo , el presente y las generaciones futuras puedan disfrutar de más paz , la libertad y el desarrollo , y los ciudadanos de Kosovo y Albania pueden vivir cerca y sin barreras “, dijo.

El primer ministro albanés Edi Rama dijo que ambos gobiernos comparten la aspiración de contribuir a la integración de Albania y regional en una Europa unida.

“Estamos más que los ciudadanos de los dos países vecinos. La gran mayoría de nuestros ciudadanos pertenecen a una nación que, con todas las diferencias internas, tiene un lenguaje común, la cultura y la tradición ” , dijo Rama.

La primera sesión de los dos gobiernos ha estado marcada por la firma de un acuerdo de cooperación en el ámbito del comercio, el transporte y la integración europea.

Sugerencia de un nuevo malestar regional?

Thaci dijo que, en este período de sesiones, una promesa se hará de asumir la responsabilidad histórica de cuidar de sus compatriotas que viven en la región, fortalecer los vínculos con la diáspora albanesa y anunció la creación de un fondo para los albaneses en el valle de Presevo .

“Los ciudadanos de Kosovo y Albania, y los de Tetovo (actual Macedonia), Presevo (en Serbia), Ulcinj (en Montenegro) y en la diáspora , esperan con impaciencia esta reunión conjunta. No es casualidad que una de las decisiones más importantes hoy en día es la formación de un fondo para los albaneses de Presevo, Medvedja y Bujanovac “, dijo Thaci .

Añadió que “el objetivo de este foro intergubernamental es armonizar las políticas y actitudes en relación con los problemas no resueltos de los albaneses donde quiera que estén. “

Una de las principales autoridades políticas de Kosovo , Adem Demaci, dijo que la reunión conjunta de los Gobiernos de Kosovo y Albania es un ” tipo de unidad nacional”.

Dijo que la sesión conjunta es un paso hacia el fortalecimiento de los dos países y los albaneses en general.

“Kosovo y Albania deberían haber dado ese paso mucho antes, pero es mejor tarde que nunca. Espero que la cooperación entre los dos países continuará de manera positiva en todas las áreas “, dijo Demaci .

Dijo que se sentía muy bien cuando se enteró de que los representantes de los dos gobiernos acordaron establecer un fondo para el valle de Presevo , y agregó que ” Debemos mostrar a Serbia que nunca vamos a olvidar a nuestros hermanos y hermanas , y que vamos a ayudar a dentro de las posibilidades que tenemos.”.

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http://news.xinhuanet.com/english/world/2014-01/04/c_133017583.htmXinhua News Agency – January 4, 2014

War crime accused takes the oath in Kosovo

PRISTINA: Newly elected mayor of the Municipality of Skenderaj/Srbica, Sami Lushtaku, was briefly taken from the Mitrovica detention center on Friday to his hometown to take the oath for third term in office.
The procedure took some ten minutes, and the defendant was later sent back to the detention center.
Accompanied by police officers, Lushtaku was taken to the Municipal Assembly of Skenderaj/Srbica, for the oath in a brief procedure behind closed doors.
However, about 200 people showed their support to him by gathering in front of the assembly building.
Lushtaku, a former Kosovo Liberation Army (KLA) commander in central Kosovo, is in detention since May 2013 under war crime charges. Even in detention, Lushtaku was elected the mayor of the municipality on Nov. 3 elections with an overwhelmed support of 88 percent of the voters even though he did not attended the election campaign at all.
Initially, the court had rejected his call to shortly be released for taking the oath, however on Dec. 20, the Court of Appeals “granted the application from his lawyer to release the defendant in order for him to take the oath” under some conditions.
Lushtaku returned to the detention center immediately after taking the oath. EU Rule of law (EULEX) police was instructed to be present to avoid possible escalation of the situation.
Lushtaku is one of 15 detained former KLA members known as the “Drenica Group” suspected of committing war crimes dating from 1998-99 war, when KLA fought Serbian forces.

=== 7 ===
Mitrovica nord, ucciso consigliere serbo
16 gennaio 2014Aveva appena parcheggiato la macchina di fronte alla sua abitazione a Mitrovica nord: appena sceso, lo hanno colpito cinque o sei pallottole con un’arma automatica. Quando è arrivato nell’ospedale cittadino, non c’era più nulla da fare.
E’ morto così ieri sera, poco dopo la mezzanotte, il consigliere municipale Dimitrije Janićijević, 35 anni, del Partito Liberale Indipendente (SLS), considerata formazione “collaborazionista” da parte di chi, tra i serbi del Kosovo, si oppone al dialogo con Pristina.
Il movente e l’omicida restano per il momento ignoti. L’assassinio rappresenta però un segnale estremamente grave nella città divisa dal fiume Ibar, in un clima politico di forte instabilità e crescente tensione.
Nei giorni scorsi, infatti, i risultati delle recenti elezioni amministrative a Mitrovica nord sono stati annullati d’ufficio. A differenza dei nuovi sindaci delle altre municipalità del Kosovo settentrionale Krstimir Pantić, neo-eletto primo cittadino di Mitrovica, ha rifiutato di assumere il proprio ruolo, a causa dei simboli statuali presenti sui documenti ufficiali, anche se nascosti da adesivi bianchi. Decisione che ha segnato la decadenza immediata dell’intero consiglio comunale.
La data delle nuove consultazioni verrà annunciata entro pochi giorni, e i cittadini di Mitrovica nord dovrebbero tornare alle urne entro un mese e mezzo: la stampa ha già citato il 23 febbraio come data probabile.
Le precedenti consultazioni, condotte per la prima volta anche nel nord a maggioranza serba all’interno della cornice costituzionale del Kosovo, erano state segnate da forti irregolarità e incidenti che avevano causato una ripetizione del voto. Visti i precedenti, ci si aspettava già una nuova campagna elettorale estremamente complessa, segnata da timori, sfiducia e stanchezza da parte dell’elettorato.
Ora, con la violenza tornata nelle strade di Mitrovica, tutto diventa ancora più difficile.

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Kosovo: arrestato Oliver Ivanović

28 gennaio 2014

Oliver Ivanović, uno dei principali leader dei serbi del Kosovo, è stato arrestato lunedì sera, accusato di coinvolgimento nell’omicidio di alcuni albanesi nel 2000.

L’arresto sarebbe avvenuto dopo che era stato interrogato dal procuratore speciale per crimini di guerra in Kosovo in merito all’omicidio a Mitrovica nord, nel 2000, di dieci persone della comunità albanese.

L’ex capo dei “guardiani del ponte”, la difesa locale serba, entrato in politica nel 1999, ha rigettato ogni accusa.”Accuse inconsistenti e ridicole”, ha affermato il suo avvocato, Nebojsa Vlajić.

“Si tratta sicuramente del tentativo di creare un’atmosfera di paura e instabilità in seno alla comunità serba del Kosovo”, ha affermato in una dichiarazione ufficiale l’SDP, il partito alla cui guida vi è proprio Ivanović.

Nella serata di lunedì i sindaci delle municipalità del nord del Kosovo, i membri dei consigli comunali e i militanti dell’SDP si sono riuniti davanti al Palazzo di giustizia, la sede della polizia e di Eulex a Mitrovica nord per chiedere spiegazioni sull’accaduto.

Ivanović è stato segretario di stato in Serbia – dal 2008 al 2012 – presso il ministero per il Kosovo e Metohija.

Nelle elezioni municipali del novembre 2013 Oliver Ivanović si era candidato a sindaco di Mitrovica Nord ed è stato battuto dalla Lista serba di Krstimir Pantić. Quest’ultimo però, ad inizi gennaio, ha rifiutato di prestare giuramento qualificando le elezioni come una “truffa commessa dalla comunità internazionale”.

Nuove elezioni municipali sono previste a Mitrovica nord per il prossimo 23 febbraio.

A Mitrovica nord la situazione è sensibilmente peggiorata queste ultime settimane dopo l’omicidio del consigliere comunale Dimitrije Janicijević (SLS), ucciso da uno sconosciuto, davanti alla propria abitazione, lo scorso 16 gennaio.

Саопштење поводом хапшења Оливера Ивановића

четвртак, 30 јануар 2014 20:29 |

Београд, јануар 2014.

Београдски форум за свет равноправних најоштрије осуђује одређивање притвора Оливеру Ивановићу, једном од дугогодишњих политичких лидера Срба у Аутономној Покрајини Косово и Метохијалидеру. Околности у којима је дошло до хапшења господина Ивановића евидентно указују на то да није реч о деловању правосуђа, већ о политички мотивисаној акцији, која је уперена против неподобних Срба на Косову и Метохији, што потврђује привођење и саслушање и другог политичког лидера Србиа у Покрајини, Крстимира Пантића.

На то указује, пре свега, датум одабран за акцију Еулекс-ових органа, 27. јануар, односно свега два дана пре истека рока за пријављивање кандидата за изборе за градоначелника северног дела Косовске Митровице, који истиче у среду 29. јануара 2014. године. Без обзира на то да ли је господин Ивановић планирао да се лично кандидује за ту функцију, или је унутар његове странке постигнут договор о другом кандидату, овим је директно онемогућено кандидовање једном од истакнутих политичара новије генерације Срба у Покрејини који је и после 1999. године непрекидно, са двојом породицом, живи у Косовској Митровици.
Порука која се најновијим акцијама Еулекса шаље Србима јесте да нико од Срба на Косову и Метохији није сигуран и да се увек могу наћи „сведоци“ да сведоче против сваког Србина који није послушан снагама које теже признавању једностране сецесије супротне принципима Повеље УН, ОЕБС-а, Устава Србије и резолуције СБ УН 1244.

Београдски форум позива Еулекс да неодложно ослободи Оливера Ивановића из притвора и да му омогући одбрану са слободе, као и да прекине са свим сличним политички мотивисаним акцијама у будуће које уносе несигурност међу преостало српско становништво у Покрајини. Београдски форум сматра да Еулекса може далеко боље изразити свој допринос правди и владавини права уколико истражи и саопшти резултате истраге о злочинима почињеним против Срба у Клечки, Старограцком, Пећи и многим другим местима широм Покрајине. Јавност већ дуго очекује резултате истраге о трговини људским органима убијених и киднапованих Срба у складу са Извештајем и одлукама Пралементарне скупштине савета Европе. Време је да Еулекс упозна јавност о томе какви су његова улога и резултати у стварању услова за слободан, безбедан и достојанствен повратак 220.000 Срба и других не-Албанаца протераних са својих вековних огњишта на Косову и Метохији.

Београдски форум за свет равноправних

=== 9: RETROSCENA ===
http://www.nato.int/cps/en/natolive/news_102109.htmNorth Atlantic Treaty Organization – July 3, 2013

North Atlantic Council visits KFOR

The NATO Secretary General Anders Fogh Rasmussen, the North Atlantic Council and ambassadors of KFOR contributing partners visited KFOR on Wednesday (3 July) to show continued support to the commander of KFOR General Halbauer and his troops, as well as NATO’s continued commitment to…the region. “This is a time of great opportunity for Kosovo and for this region. I encourage all the leaders and the people from all communities to continue on the path of reconciliation and dialogue”, the Secretary General said. “Because we all know that this is the path to long-term security, and long-term prosperity.”

The Secretary General met Mr Hashim Thaci and other local government leaders…
.
The Secretary General made clear that NATO and KFOR will continue to guarantee security in Kosovo and remain ready to deal with any attempts to undermine the progress that has been made.

“Because peace and security here will benefit everyone in the region, and will take us closer to our goal: a Europe that is whole, free, and at peace.”

During the visit, the North Atlantic Council  and the representatives  of KFOR contributing nations also met with Mr. Hashim Thaci for an exchange of views…

http://www.nato.int/cps/en/SID-304D8824-CF3D2B93/natolive/news_102198.htmNorth Atlantic Treaty Organization – July 9, 2013

NATO Secretary General statement on Kosovo Security Force reaching Full Operational Capability

I congratulate all members of the Kosovo Security Force on the achievement of this step. I thank the servicemen and servicewomen of KFOR for all they have done to help build the Kosovo Security Force.

The Kosovo Security Force mission remains the same as it always has been: to conduct civil protection operations and to assist the civil authorities in responding to natural disasters and other emergencies. The Alliance will continue to provide support and advice through a NATO Liaison and Advisory Team.

,,,
The future of the Western Balkans lies in dialogue and reconciliation. I therefore encourage members of all communities in Kosovo to consider joining the Kosovo Security Force, to ensure that it continues to become a truly multi-ethnic and representative force.

Kosovo: NATO Deploys Quick Reaction Forces Against Serbs
Posted by: “Rick Rozoff”
Date: Mon Nov 4, 2013 6:12 am ((PST))http://www.aco.nato.int/kfor-intervenes-following-disturbances-in-the-vote-in-mitrovica-polling-stations.aspx

North Atlantic Treaty Organization – Allied Command Operations
November 4, 2013

KFOR INTERVENES FOLLOWING DISTURBANCES IN THE VOTE IN MITROVICA POLLING STATIONS

Story by KFOR Public Affairs OfficeOn Saturday afternoon, 2 November 2013, as a result of attacks on polling stations in north MITROVICA, KFOR troops rapidly intervened.
At the request of EULEX, KFOR troops, pre-deployed in the north of KOSOVO to contribute to a safe and secure environment and freedom of movement during the election, immediately intervened.
Within 15 minutes of the EULEX request, KFOR deployed a Quick Reaction Force from the Carabinieri Multinational Specialised Unit (MSU) to MITROVICA north. Within 1 hour, reserve units from the KFOR Tactical Reserve Manoeuvre Battalion (KTM) were also deployed to areas of concern in MITROVICA and reinforced other KFOR units already deployed in the area.
In addition, in the town of ZVECAN, KFOR troops reacted to a disturbance and restored security within the area.
Later in the evening, KFOR, as requested by EULEX, provided for a safe and secure environment and freedom of movement on the routes through which the election ballot material travelled to the counting centre.
KFOR will continue to act impartially, prudently and firmly to contribute to maintain a safe and secure environment for all people in KOSOVO [sic].

Tanjug News Agency – November 29, 2013
NATO troops “to remain in Kosovo” 

PRIŠTINA: NATO’s Supreme Allied Commander Europe General Philip Breedlove says KFOR at this point did not plan to reduce the number of its troops from Kosovo.
NATO is committed to supporting the agreement between Belgrade and Priština and will not reduce the current number of troops in the next few months, Breedlove said during a meeting with Kosovo officials.
NATO wants KFOR to be smaller and more flexible in the future, but that will only happen once the time for that comes and the conditions are right, he stressed.
The general made the statement after German and French media had speculated that their nations were intending to pull their troops out of KFOR.
KFOR currently has 5,000 soldiers from 31 countries.

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