Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

I servizi destinati alla prima infanzia sotto la scure delle nuove regole Regionali

Postato il 23 Gennaio 2013 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Nell’ultimo decennio, in Italia come in molti paesi europei, le politiche rivolte ai servizi educativi da zero a tre anni e dai quattro anni fino all’età scolare sono profondamente mutate. Le attività prescolari costituite dai nidi d’infanzia, prima, e dalla scuola dell’infanzia, poi, sono sempre più considerate, non solo dalla letteratura scientifica sull’argomento, ma anche dai diversi governi nazionali, come il primo importante tassello di quel percorso educativo dei bambini fondamentale che sarà decisivo per il loro sviluppo successivo.

I governi europei si sono dati un importante obiettivo :lo sviluppo dei servizi per la primissima infanzia, puntando all’inserimento di almeno il 33% dei bambini a zero a tre anni nei servizi educativi.

Il parametro principale per misurare lo sviluppo di tali servizi educativi è costituito quindi dall’Indicatore di Lisbona. Per la Toscana, è evidente che sin dall’anno educativo 2004/2005, si è registrato un continuo incremento del numero di bambini accolti: ….”

Questo estratto dal PIGI (Piano di Indirizzo Generale integrato della regione Toscana per il periodo 2012/2015) è emblematico di come pur partendo da un obiettivo condivisibile (il potenziamento dell’offerta educativa da zero a sei anni), si possa arrivare a risultati contraddittori se gli obiettivi di accrescimento della qualità e della quantità dei servizi erogati, non vengono supportati da investimenti economici aggiuntivi.

Scendendo nel concreto …. bambini accolti non vuol dire bambini seguiti, anzi spesso il parametro è inversamente proporzionale. Se è vero che le occasioni formative offerte nei nidi di qualità aiutano lo sviluppo armonico del bambino , è anche vero che l’istituzionalizzazione dei bimbi in nidi non di qualità, al contrario, limitano e condizionano fortemente le esperienze , minano la serenità, con tutto ciò che ne consegue.

In un nido di qualità il personale fornisce cura, interpreta e soddisfa bisogni personali e di gruppo dei bambini così piccoli in moltissime occasioni attraverso un rapporto individuale , offre sostegno emotivo ai bambini e ai loro genitori, osserva,orienta, stimola, programma , propone , realizza, verifica tutte le attività e le azioni che stanno dentro il progetto psico-pedagogico. Tutto ciò è possibile se le risorse ( personale, spazi, arredi, materiali, formazione) sono sufficienti.

Se il personale è numericamente insufficiente, costretto ad un rapporto numerico educatore -bambino molto alto, non si può lavorare sul bambino ma solo sul grande gruppo, non si riesce a dare a tutti i bambini le attenzioni e le occasioni formative necessarie per raggiungere quegli obiettivi di sviluppo che questa legge dichiara come propri.

Le leggi regionali in materia di prima infanzia sembrano guidate dagli stessi principi come l’aumento del rapporto bambini\e -educatrice, la riduzione degli spazi a disposizione (di cui dobbiamo ringraziare la spending review), la riduzione del personale , il ricorso a convenzioni e forme di gestione dove la figura dell’educatore pur preparato e motivato, sarà sempre più precaria, malpagata, con percorsi formativi a proprie spese.

L’alternativa sta proprio nella scelta tra un nido di qualità e nidi “contenitore

Qual’è la tendenza della Regione Toscana ?

Dalla bozza del regolamento attuativo possiamo già trarre alcune considerazioni negative (meno personale, più bambini in spazi ridotti, forte incidenza del privato con conseguente risparmio di investimenti economici .)

Parliamo dagli spazi

  • i nidi che, in base al nuovo regolamento, otterranno un miglioramento (da 4 a 5 mq per bimbo) sono solo quelli in cui attualmente gioco, pranzo e riposo si effettuano nello stesso ambiente, dunque in prevalenza nidi privati. Le educatrici in queste strutture svolgono una molteplicità di ruoli (si devono occupare anche delle pulizie e del riordino delle strutture)
  • Tutti gli altri nidi, parliamo della maggioranza nei servizi pubblici, subiranno invece un peggioramento passando da 6 a 5 mq per bimbo, non tenendo conto inoltre dell’aumento dell’overbooking (un termine inglese utilizzato nel trasporto aereo; in italiano si traduce con il termine sovraprenotazione, nel senso di accettare più prenotazioni di quanto l’aereo sia in grado di accoglierle) che non è contemplato nel calcolo dei mq (almeno non nel vecchio regolamento)
  • Appare evidente come invece la diminuzione dei mq per bambino sia funzionale ad inserire un maggior numero di bambini per ogni plesso.

Infatti nella nuova bozza di regolamento (art,23) si sancisce la possibilità di iscrivere un numero di bambini superiore fino al 20% rispetto alla ricettività massima della struttura, ciò costringerà i bambini a vivere in ambienti sovraffollati, rumorosi,non rispettosi dei loro bisogni solo in virtù di risparmiare le risorse che servirebbero per aprire nuove strutture e assolvere comunque al compito di diminuire le liste di attesa.

Parliamo del rapporto tra educatrici e bambini\e

Ora il rapporto è 1 a 6 medio calcolato secondo la media del mese di massima frequenza che viene considerata dell’80% e deve essere rispettato nelle varie fasce orarie del servizio.

Vale a dire che per calcolare il fabbisogno di personale rispetto ai bambini, non si considera 1 a 6 sugli iscritti, ma sull ‘80% di essi, considerato il fatto che essendo bambini piccoli talvolta ci possono essere assenze (questo calcolo marchingegnoso é previsto già dal regolamento vigente e serve per non “sprecare personale”secondo la legge)

Sappiamo però che ci sono mesi in cui i bambini sono quasi tutti presenti e quindi si lavora già oggi con rapporti più alti.

Il nuovo regolamento prevede un ulteriore aumento del rapporto che per i bambini da 24 a 36 mesi arriva fino ad 1/10 (sempre medio e quindi in molte occasioni superiore)

Se consideriamo anche l’overbooking, ossia la possibilità di iscrivere il 20% in più dei bambini senza aumentare l’organico , avremo una situazione insostenibile.

Inoltre dobbiamo considerare la possibilità di assenze di personale che non in tutti i comuni vengono supplite tempestivamente e ciò determina un ulteriore aggravamento della situazione che supera anche i limiti della sicurezza per bambini e personale.

Un rapporto quindi così alto determinerà ritmi insostenibili per il personale e per i bambini, ci riporterà indietro nel tempo dove le strutture ,oggi educative, avevano obiettivi solo di cura, assistenza e custodia, modificherà il modo “di fare nido”, limiterà l’attenzione speciale ai bisogni individuali e di gruppo dei bambini, l’ascolto delle famiglie, la cura delle relazioni, l’attuazione di occasioni educative importanti per i piccoli che richiedono rapporti ed.bambino più umani.

L’obiettivo europeo di fornire la possibilità di frequentare gli asili nido e godere di opportunità educativo-formative al maggor numero di bambini possibile(almeno 33%) deve essere raggiunto facendo ulteriori investimenti economici e scelte coraggiose da parte delle amministrazioni e non con il sovraffollamento delle strutture, i bambini “sovrannumerari, l’aumento del già difficile rapporto numerico ed.bambino attuale.

I bambini non hanno voce, non possono manifestare o lottare per i loro diritti, gli adulti scelgono per loro e spesso si dimenticano che investire nell’infanzia è investire nella società di domani.

Il contenimento del debito e la spending review stanno facendo altre vitttime: i servizi alla prima infanzia

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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