December 2, 2024
In questi ultimi anni migliaia di facchini, a partire dalle regioni del nord, hanno dato vita ad un formidabile movimento di lotta all’interno del settore della logistica, contro lo sfruttamento esercitato direttamente dalle associazioni padronali dei corrieri e da quelle della cosiddetta “cooperazione”. Paghe da fame, orari infernali, ritmi forsennati, sistemi di controllo di tipo schiavistico, assenza di tutele sulla sicurezza, evasione contributiva e fiscale sono gli ingredienti che hanno consentito negli ultimi due decenni, profitti enormi e che hanno reso appetibile anche alle organizzazioni criminali mafiose alti livelli di infiltrazione. Ma, al di là delle infiltrazioni mafiose, le lotte dei lavoratori hanno messo in discussione il sistema delle cooperative come strumento di utilizzo della forza lavoro con alta flessibilità e senza diritti, coperto dalle centrali sindacali e attorno al quale ruotano anche gangli importanti di potere finanziario e politico che governano lo stato, regioni, province e città.
In un contesto di questo tipo, anche solo l’applicazione del CCNL Trasporto Merci e Logistica (firmato dalle centrali confederali) è risultato essere un fatto destrutturante che ha indotto i vari soggetti chiamati in causa a predisporre una controffensiva volta a criminalizzare il movimento di lotta e a cercare di indebolire quelle OO.SS che si sono messe al servizio dei lavoratori. In questo senso vanno lette le centinaia di denunce piovute nei confronti di lavoratori, attivisti sindacali e sociali che hanno portato avanti le centinaia di lotte dalla Lombardia al Veneto, dall’Emilia Romagna al Piemonte, al Lazio, Marche ecc.
In questo senso vanno letti i licenziamenti politici messi in atto contro lavoratori rei di volersi sganciare dai sindacati corrotti e di avere voluto costruire percorsi indipendenti di sindacalismo aut organizzato che vede in Si Cobas e Adl Cobas le due principali realtà presenti nella logistica, si è aggiunto anche Cobas Lavoro Privato nelle lotte della logistica bolognese.
Il processo in atto per le lotte del 2008 ad Origgio dove sono coinvolti 20 compagni. Le 55 denunce fatte a Padova contro altrettanti compagni per avere risposto ad una gravissima provocazione mafiosa nel magazzino MTN, le 179 denunce nei confronti dei lavoratori della Granarolo con minacce da parte del Questore di Bologna sul rischio di perdere il permesso di soggiorno. I licenziamenti messi in atto nel magazzino Despar a Padova, accompagnato da decine di provvedimenti disciplinari nei confronti di lavoratori iscritti ad ADL Cobas, con la motivazione della scarsa produttività. Tutto questo, accompagnato da una incessante azione combinata tra OO.SS complici, istituzioni e padroni, stanno a significare che è in atto un pesantissimo tentativo di colpire un movimento di lotta e le OO.SS che lo rappresentano, che si è esteso, in intensità, in ampiezza, coscienza della propria forza e comincia a far paura al governo e ai padroni ( con la complicità attiva dei sindacati confederali) . Tutto questo accompagnato dagli interventi delle varie Commissioni di garanzia che vorrebbero dimostrare che la movimentazione di beni di prima necessità rientra nei servizi essenziali, per limitare il diritto di sciopero.
Questo movimento di lotta degli operai della logistica avviene in una fase di crisi economica che ha accentuato la disoccupazione e della povertà. La manifestazione del 19 ottobre a Roma ha visto in piazza le varie sezioni della forza lavoro, dai lavoratori in cassa integrazione ai precari, dai facchini della logistica ai lavoratori del pubblico impiego, dai giovani studenti a quelli in cerca di un posto di lavoro, una parte di quella moltitudine che non vede una soluzione ai loro problemi dalle politiche dei vari governi borghesi e che esprime una volontà di unificare i vari fronti di lotta senza cercare le scorciatoie fallimentari della politica parlamentare e delle finte opposizioni interne agli schieramenti borghesi. La lotta dei lavoratori della logistica fa paura alla borghesia perché è un esempio da imitare, perché ha espresso forme di resistenza sindacali importanti e sul piano politico ha unificato settori di lavoratori immigrati, che a loro volta, nelle lotte, hanno coinvolto, lavoratori precari, studenti e cercato un rapporto con le lotte degli altri settori del lavoro colpiti dalla crisi (vedi iniziativa a Napoli con i lavoratori della Fiat licenziati ed in cassa integrazione.
E’ necessario respingere tutte queste operazioni mirate a reprimere con le denunce, con le intimidazioni e i licenziamenti il movimento di lotta della logistica e mettere in moto processi di unificazione delle lotte che esistono oggi e che aumenteranno nel processo della crisi.
Per questi motivi, come Si Cobas e Adl Cobas e Cobas Lavoro Privato abbiamo deciso di convocare unitariamente due importanti manifestazioni a Padova e Bologna aperte a tutte quelle realtà sindacali e sociali che intendono costruire assieme una ampia risposta alle politiche della borghesia ed in particolare alle provocazioni in atto contro i lavoratori della logistica.
PADOVA: VENERDI’ 22 NOVEMBRE A PARTIRE DALLE ORE 15 PRESIDIO DAVANTI A INTERPORTO IN CORSO STATI UNITI
BOLOGNA: SABATO 23 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE A PARTIRE DALLE ORE 15,00
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