October 7, 2024
Il datore di lavoro può ‘spiare’ i propri dipendenti su Facebook. Secondo la Cassazione, può creare una falsa identità per controllare se il personale sta chattando sul social network durante l’orario di lavoro, mettendo a repentaglio la sicurezza degli impianti ai quali è addetto e il regolare funzionamento dell’azienda. La Cassazione sottolinea che questo tipo di controllo è lecito in quanto non ha “ad oggetto l’attività lavorativa e il suo esatto adempimento, ma l’eventuale perpetrazione di comportamenti illeciti da parte del dipendente” già “manifestatisi” in precedenza.
Con queste motivazioni i supremi giudici hanno confermato il licenziamento per giusta causa di un operaio abruzzese, addetto alle presse di una stamperia che si era allontanato dalla sua postazione per chattare per un quarto d’ora. Così non era potuto intervenire “prontamente” su una pressa bloccata da una lamiera che era rimasta incastrata nei meccanismi. L’operaio anche nei giorni successivi si era intrattenuto con il cellulare in conversazioni su Facebook. Nel suo armadietto aziendale era stato trovato un iPad acceso, in collegamento con la rete elettrica.
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