Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Ancora sui lavoratori e le lavoratrici delle bancarelle di Piazza Duomo

Postato il 17 Settembre 2013 | in Lavoro Privato, Sindacato | da

La vicenda delle bancarelle è vista da una parte della città con una certa sufficienza, come se il problema riguardasse solo gli operatori commerciali e le associazioni dei commercianti.

Attorno alle bancarelle vivono e lavorano anche non meno di una cinquantina di lavoratrici e lavoratori dipendenti, metà dei quali nei negozi che si affacciano su Piazza dei Miracoli, coinvolti nello spostamento.

Queste lavoratrici, questi lavoratori nei giorni scorsi hanno deciso di prendere posizione pubblicamente, diffondendo un loro comunicato in Consiglio comunale e nella stessa Piazza del Duomo.

Noi siamo dalla loro parte, convinti: che la decisione di transennare l’area sia una provocazione che serve solo a esacerbare gli animi e a creare tensioni; che, come le lavoratrici chiedono, si possa prorogare il termine ultimo (20 settembre), entro cui le bancarelle sono chiamate a lasciare Piazza dei Miracoli; che non sia assolutamente necessario che, per effettuare i lavori di restauro previsti, si debba lasciare la Piazza del Duomo e traslocare in via Pietrasantina; che sia nell’interesse di tutti destinare in tempi certi l’ex-Pronto soccorso a sede delle vendite; che sia tecnicamente possibile che le bancarelle restino in Piazza del Duomo durante i lavori.

A quest’ultimo proposito vorremmo dire che l’organizzazione dei lavori in Piazza Duomo, per come si presenta ai nostri occhi, ci pare tale che sia stato messo sotto i piedi ogni criterio di salvaguardia di un minimo di decoro di un luogo così famoso nel mondo da attirare migliaia di turisti ogni giorno e tale che sia preclusa la sicurezza per i mezzi di soccorso che siano eventualmente necessitati a transitarvi.

Questioni che tecnicamente, invece, possono essere risolte in termini accettabili, pur lasciando le bancarelle nella Piazza: basterebbe smetterla di disegnare una città nella quale chi lavora e chi vorrebbe lavorare, ma non trova nemmeno un’occupazione precaria con cui sbarcare il lunario, non hanno diritto di parola e di cittadinanza partecipante alle decisioni da prendere.

Le lavoratrici e i lavoratori delle bancarelle chiedono al Comune, insieme alla moratoria, un tavolo tecnico in cui prendere decisioni che permettano di evitare che i loro posti di lavoro vadano persi, con la conseguenza di restare senza lavoro e senza salario.

Ci chiediamo allora perché tanta fretta nel portare avanti una decisione sbagliata, quando sarebbe semplice trovare una soluzione giusta e opportuna in tempi per altro solleciti.

Si accolga, allora, da parte del Comune, la richiesta di moratoria e di tavolo tecnico, dove l’intelligenza di chi lavora in piazza del Duomo saprà portare un contributo significativo, finora purtroppo negato, alla possibilità di uscire, nell’interesse di tutti, da una vicenda che dura fin da troppo tempo.

COBAS LAVORO PRIVATO

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