Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Ancora arresti in Val di Susa

Postato il 2 Settembre 2013 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

Riceviamo e pubblichiamo da Infoaut

NoTav: arrestati due studenti in Val Susa

Questa sera si e’ svolta una nuova passeggiata notturna in Clarea per ribadire la contrarieta notav al cantiere della vergogna, della devastazione ambientale e dello sperpero di denaro pubblico.

L’iniziativa faceva parte della settimana di confronto e lotta di diversi collettivi universitari (l’universita’ delle lotte). Nel raggiungere il concentramento al campo sportivo di Giaglione un posto di blocco molto nervoso messo in piedi dai carabinieri ha fermato una macchina con due universitari che studiano e lavorano a Torino, spianando le armi e intimando l’alt. I giornali pro-tav (stampa e Repubblica) riportano il ritrovamento di un po’ di fuochi artificiali, maschere antigas e qualche petardo.

Nella notte, riportano ancora le cronache, pare essere andato a fuoco un pezzo del capannone della ditta Geomont di Bussoleno: una trivella e due generatori sono rimasti carbonizzati. Come sempre, i quotidiani favorevoli all’alta velocita’ agitano lo spauracchio e si ricordano solo degli accadimenti che fanno comodo per costruire nemici ad arte e mostri da sbattere in prima pagina.

Incendi ai presidi No Tav e le auto danneggiate agli attivisti non fanno notizia. I due ragazzi arrestati sono attivi nei collettivi universitari di Torino e partecipano da anni alla lotta popolare in Val Susa.

Invitiamo tutti/e a non lasciarli soli e a fagli sentire forte la solidarieta’ di chi lotta.

Per lettere e telegrammi:

Davide Forgione – Paolo Rossi

Casa circondariale Lorusso- Cotugno

Via maria adelaide Aglietta 35 – Torino

Forgi e Paolo due di noi, resistere è giusto!

Il governo Letta (PD-Pdl) fa finta di litigare, ma rimane unito nelle sue decisioni contro il paese e si accoda ad una nuova inutile guerra al seguito degli Stati Uniti. Notizia degli ultimi giorni: il Ministero dell’Università e della Ricerca metterà 500 milioni di euro per la costruzione dei nuovi caccia Eurofighter mentre ogni anno macano i soldi per le borse di studio. Ma i riflettori vengono puntati sul movimento NoTav per montare un nuovo caso mediatico di criminalizzazione dell’opposizione ad un’opera devastante, costosa ed inutile.

L’ultima settimana al campeggio NoTav di Venaus è stata caratterizzata da dibattiti ed assemblee organizzate all’interno dell’iniziativa “Val di Susa, l’università delle lotte”. Una settimana in cui studenti universitari/giovani precari si sono incontrati per discutere di temi che vanno dall’università, al reddito, da Gezi Park alla condizione dei giovani in questo paese. Non abbiamo dimenticato di mettere in piedi un’iniziativa di lotta contro l’inutile devastazione del cantiere di Chiomonte, come nella più classica tradizione NoTav. Poco prima dell’iniziativa le forze dell’ordine hanno fermato Davide “Forgi” e Paolo due ragazzi, nostri compagni, che hanno partecipato alla settimana di discussione. Subito è scattato il meccanismo repressivo e di criminalizzazione: detenzione di materiale esplosivo, molotov, bombe, razzi (ci mancano i missili Tomahawk).

Il Procuratore Caselli scende in campo e presenzia alla conferenza stampa, riproponende lo squallido paragone tra le legittime pratiche di resistenza del movimento No Tav al più infame dei crimini: la violenza sessuale. E già che c’è, non manca di mettere sull’attenti intellettuali e altre personalità pubbliche che osano insinuare il dubbio e mettere al centro la natura politica di questo conflitto.

I media gli vanno dietro, giocando sulla confusione: immagini d’archivio e momenti della conferenza stampa; bottiglie di plastica diventano molotov (!?!); si parla di un “assalto al cantiere” che non c’è stato… ma ormai nessuno si scandalizza più: quando si parla di no tav non serve andare per il sottile. Come al solito questura e stampa prezzolata si dimenticano dei veri problemi del paese per attaccare chi lotta per la propria terra trasformando ed esagerando la realtà.

Rivendichiamo il diritto alla resistenza contro un’opera inutile e devastante e la legittimità di lottare contro la devastazione portata dal cantiere-fortino. Se errori ci sono stati, ce ne assumeremo la responsabilità politica di fronte al movimento NoTav, non davanti a inquisitori, gazzettieri e a chi, comodamente seduto dietro a una tastiera, lancia anatemi e avanza insinuazioni.

Forgi e Paolo sono due studenti, compagni generosi presenti nelle lotte. Chi ha attraversato l’estate di lotta in Val Susa ha imparato a conoscerli e ad apprezzarli per la determinazione nella difesa di un futuro che vogliamo di tutti/e e non di pochi/che.

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