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Turchia: alla Corte di Strasburgo torna a ribalta il caso Ocalan

Postato il 17 Marzo 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

Turchia: A Corte Strasburgo torna a ribalta caso Ocalan
13 MARZO, 19:21

(ANSAmed) – STRASBURGO, 13 MAR – La Corte europea dei diritti umani si pronuncerà martedì prossimo sul ricorso presentato nel 2003 da Abdullah Ocalan contro le autorità turche che, secondo il fondatore del Pkk, stanno violando i suoi diritti sia per le condizioni di detenzione nel carcere di Imrali, sia perché lo hanno condannato al carcere a vita senza possibilità di un riesame della pena.

A renderlo noto è la stessa Corte di Strasburgo, lo stesso giorno in cui un altro organismo del Consiglio d’Europa, il comitato per la prevenzione della tortura, ha pubblicato il suo ultimo rapporto sulle condizioni di detenzione di Ocalan. Nel documento, che si basa sulla visita condotta dal comitato al carcere di Imrali nel gennaio del 2013 – la sesta da quando Ocalan è detenuto lì – vengono fatte una serie di raccomandazioni proprio sui miglioramenti che Ankara dovrebbe apportare al regime carcerario del leader curdo.

In particolare, secondo il comitato, le autorità devono permettere a Ocalan di passare più tempo all’aria aperta e anche più ore con gli altri detenuti. Gli devono inoltre esere garantite le visite di legali e familiari. E infine deve poter telefonare alla famiglia. Ma il comitato fa anche notare che le condizioni di detenzioni generali del leader curdo sono migliorate e sono buone sotto molti altri aspetti. Dal documento risulta che, come nella visita del 2010, il comitato non ha ricevuto alcuna denuncia di maltrattamenti.

“Al contrario, i detenuti hanno in genere parlato in modo favorevole della maniera in cui sono trattati dal management e dallo staff della prigione” si legge nel rapporto. Viene inoltre sottolineato che le condizioni delle celle in questo carcere hanno mantenuto, rispetto alla visita condotta nel 2010, un “buono standard”. E per quanto riguarda Ocalan, il comitato si rallegra che finalmente, dopo ripetute raccomandazioni, anche il leader del Pkk abbia una televisione nella sua cella. Viene inoltre sottolineato che durante la visita “nessuno dei detenuti soffriva di gravi problemi di salute e che tutte le questioni inerenti quest’aspetto sono adeguatamente affrontate dallo staff medico”. (ANSAmed).

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