Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Nuovo decreto”salva Roma” con liquidazione aziende comunali

Postato il 1 Marzo 2014 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

PEDALA MARINO, PEDALA!

E non per fare lo snob, ma per prendere le decisioni che ti competono.

Che non sono quelle di aderire ai ricatti dei governi di liquidare le aziende e il patrimonio comunali( per darli a noti speculatori e grandi palazzinari) bensì di mettere fine alle ” parentopoli,mafiopoli, mazzettopoli” che regnano nelle grandi aziende( Acea,Atac,Ama) e nelle altre 32 di minori dimensioni.

Senza la cui cura drastica e risanante, la ” devastazione e saccheggio” operata dalle precedenti giunte Rutelli-Veltroni-Alemanno, porterà inevitabilmente altri dolorosi danni alla popolazione in termini di sottrazione del servizio,aumento dei costi, riduzione del personale addetto.

La coalizione delle molteplici realtà sociali romane che hanno a cuore i destini di Roma e dei suoi abitanti, quella che si ritrova in ” Roma non si vende”- che si spende nel quotidiano per dare risposte ai diritti e bisogni negati – è già in grado di fornire alla giunta Marino le coordinate per uscire dall’attuale conduzione fallimentare, ma sono mesi che attende un confronto che il Sindaco si ostina a negare , forse e anche perchè preda della trappola paralizzante ordita dalle varie componenti partitiche che lo ” sostengono” , l’una contro l’altra in lotta per poltrone/appalti/prebende,tanto da tenere in ostaggio tutta la cittadinanza.

Non c’è più tempo per traccheggiamenti! Le scelte Marino le deve fare subito, già a partire da oggi data dell’ennesimo decreto contenente ” lacrime e sangue” per le aziende comunali.

Dopo le sceneggiate sul ” chiudo Roma” , ci aspettiamo subito:

  • la costituzione di “parte civile” del Comune , nelle decine di processi in corso , che vedono imputati numerosi manager,dirigenti e galoppini di Acea,Atac,Ama e altre aziende comunali;
  • la ripubblicizzazione delle ” aziende spa” , con relativo azzeramto dei CdA e drastico ridimensionamento a poche decine di dirigenti, dei migliaia in ” organico” che di per se rendono passivi i bilanci;
  • i “piani per i servizi pubblici” da confrontare con le reti dei comitati sostenenti i beni comuni;
  • il “piano casa”, per dare risposta all’emergenza abitativa,operando senza cementificazione e ulteriore sottrazione di suolo;
  • il ” piano destinazione patrimonio pubblico”, da finalizzare a beni-servizi comuni e verde pubblico;
  • la nascita della “Consulta Cittadina della Partecipazione Democratica” che sovraintenda agli atti del Comune.

Queste alcune delle azioni concrete e immediate che ci apettiamo, senza le quali considereremo Marino funzionale ai soli interessi capitalistici, che vogliono la fine delle aziende pubbliche, mettendo in atto la rapina della gestione privata e lasciando i debiti accumulati in carico alla fiscalità generale, che si rivale sulla cittadinanza a suon di aumento del costo dei servizi e gabelle varie.

In ogni caso, non stare a guardare che si compia questo misfatto!

I lavoratori operativi delle aziende comunali sono in ” stato di agitazione”, pronti allo sciopero.

I bisogni primari, dalla casa alle bollette, sono garantiti dalla riappropriazione sociale.

I palazzi del potere comunale e i suoi occupanti, devono rispondere alla mobilitazione popolare.

Roma 28.2..14
Confederaziuone Cobas Roma

 

Il governo vara il nuovo salva Roma Ok aumento Tasi fino allo 0,8 per mille

Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al decreto sugli enti locali che contiene le nuove misure per salvare Roma dal default. Lo riferiscono fonti di governo. Il provvedimento contiene le norme per la Capitale già prevista del vecchio “salva Roma”.

Via libera del anche alla possibilità per i comuni di aumentare la Tasi fino allo 0,8 per mille. Lo si apprende da fonti ministeriali. «Abbiamo approvato su proposta del ministro dell’Economia il decreto Tasi», ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio spiegando che «per ciascuna tipologia di immobile la flessibilità è fino all’0,8 per mille».

Il governo dunque salverà Roma, ma stavolta non sarà gratis. Il Campidoglio riceverà gli aiuti necessari per far quadrare i conti ma dovrà accettare un piano di rientro stringente con vincoli che dovranno essere negoziati a un tavolo al quale oltre al Comune di Roma e alla gestione Commissariale, si siederà anche il ministero dell’Economia. Il premier Matteo Renzi, insomma, avrà l’ultima parola e potrà dettare «compiti a casa» che il sindaco di Roma, Ignazio Marino, questa volta non potrà rifiutare di fare.

«Dobbiamo riuscire a dare un grande impulso ad una fase nuova e complicata. La giunta dovrà essere adeguata a questo livello» . A dichiararlo Luigi Nieri vice sindaco di Roma ed esponente di Sel, intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Città Futura, sull’ipotesi di un rimpasto in giunta, a seguito del ritiro decreto Salva Roma. «La vera partita che si è giocata in questi giorni è il fatto che il sindaco Marino ha posto il tema che si riapre la partita su Roma Capitale», ha concluso Nieri.

«Io non ho nulla contro Roma e contro il Lazio. Ma non capisco perché i buchi nostri dobbiamo pagarceli noi, mentre quelli di Roma e del Lazio devono pagarli tutti gli italiani». Lo afferma in un post su Facebook il governatore pd della Toscana Enrico Rossi aggiungendo: «E mentre Alemanno e la Polverini siedono beati in Parlamento. Qualcosa non torna e sarebbe giusto cambiare».

«Che i problemi di Roma siano di portata storica non c’è dubbio. Tanto è vero che governi e amministrazioni di centrodestra dovettero varare strumenti speciali per fronteggiare le pesanti eredità delle deficitarie gestioni Rutelli e Veltroni. Ma l’atteggiamento di Marino non è accettabile». Lo dice il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.

I 25 milioni di euro che il Governo aveva previsto per l’Expo 2015 all’interno del decreto salva Roma secondo il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sono un «atto dovuto per chi governabene il territorio» e non «un’ingiustizia come il salva Roma, che stanzia 450 milioni e più per coprire un buco di bilancio fatto dalla cattiva amministrazione».

Venerdì 28 Febbraio 2014
Il Messaggero

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