December 5, 2024
NOTE DELLA CONFEDERAZIONE COBAS PER L’AUDIZIONE DEL 31 MARZO,
IN MERITO AL “ DECRETO LAVORO- DISPOSIZIONI IN MATERIA DI CONTRATTO A TERMINE E DI APPRENDISTATO”.
La drammatica carenza occupazionale – in particolare quella giovanile- dentro la persistenza della crisi sistemica prodotta dallo speculativo sistema bancario-finanziario mondiale, non può diventare l’occasione per il governo di legittimare ciò che tuttora è deprecabile e sanzionabile.
L’accelerazione per la messa in atto dei provvedimenti legislativi, riduce la possibilità di una attenta valutazione del disastro che si viene a compiersi a fronte del diritto e delle tutele del lavoro.
L’intero testo del “ decreto lavoro “ è da rigettare in toto, in quanto teso ad eliminare qualsiasi vincolo normativo in merito ad “ assunzioni-licenziamenti-dignità del lavoro”, demolendo così i principi stabiliti nella Costituzione e oltremodo fissati nella legislazione italiana , in particolare dalla legge 300/70 2 Statuto dei Lavoratori”.
La liberalizzazione dei “contratti a tempo determinato e di apprendistato” , rendendoli più convenienti per il padronato, sta lì a dimostrare la totale legalizzazione della precarietà del lavoro e dell’esistenza, in netto contrasto con i fondamenti Costituzionali , del Trattato UE e della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
La logica spietata che se ne ricava è che il governo – nel caso caratterizzato dalla componente di centrosinistra – intende perseguire la condanna al “ vivere per lavorare, senza diritti né futuro” , piuttosto che il “ lavorare per vivere e progredire” , la consuetudine ancora promessa dal sistema capitalistico !
In particolare.
Per il contratto a tempo determinato, le “ 8 proroghe, stesso lavoro e padrone , anche per lavori non temporanei” sono la condizione capestro a cui condizionare indefinitivamente le giovani generazioni. Dato che il padrone, trascorsi 3 anni di questa routine può “licenziare senza preavviso né indennità”, il lavoratore che ha faticato a testa bassa per lui nella speranza di vedere stabilizzata la sua posizione di lavoro. Ma al padrone chi glielo fa fare di stabilizzare a tempo indeterminato il lavoratore quando ha a disposizione un meccanismo così ben oliato ?!
Dunque questo decreto non si propone alcuna stabilità, nessuna possibilità del passaggio a tempo indeterminato, in quanto l’offerta di lavoro prevista è esclusivamente a tempo determinato !
Di più viene detto che l’utilizzo del tempo determinato riguarderà il 20% delle maestranze, cifra di per se già consistente, ma “derogabile” , vista la deregulation introdotta nelle contrattazione collettiva che dispone la “deroga ad agire altrimenti”, tant’è che la recente firma del CCNL “legno-lapidei”, porta la cifra dei contratti a tempo determinato al 50% !
Per quanto attiene l’apprendistato, “ vengono aboliti i vincoli per la stabilizzazione e la formazione diventa facoltativa, non obbligatoria la forma scritta per il piano formativo individuale”.
Questo è l’altro strumento attraverso il quale la precarizzazione del lavoro si fa eterna , dagli iniziali 16 anni a fine vita, visto che la pensione in queste condizioni di precarietà è una barzelletta , ridicola e tragica allo stesso tempo.
Fino agli anni ’80 , l’accesso all’assunzione dei lavoratori era regolato dal superamento del “periodo di prova” – 3 mesi per gli operai, 6 mesi per i diplomati, 12 mesi per i laureati – ovvero il tempo sufficiente e necessario per l’apprendimento-inserimento nel ciclo produttivo.
Ora quel tempo è dilatato in “ 10 anni”, ovviamente solo ai fini degli sgravi retributivi e contributivi per il padrone, in quanto il lavoratore è inserito pienamente nel ciclo produttivo già a partire dalla seconda settimana del contratto di apprendistato !
Il turbo capitalismo , senza vincoli né regole che questo decreto e il “job act”assecondano, mentre nega sviluppo e armonia sociale – in Spagna , che lo adotta da 30 anni, vigono “ salari più bassi e meno ore lavorate”, l’economia è sempre sull’orlo del default – produce di conseguenza sottrazione della sicurezza del lavoro e moltiplicate malattie professionali : gli oltre 1200 morti di lavoro annui
e il 1,5 milioni di “ incidenti sul lavoro” sono lì a testimoniarlo.
UN ALTRO MODELLO DI LAVORO E DI SOCIETA’ SONO POSSIBILI !
E’ possibile “ lavorare meno , lavorare tutti” riducendo la giornata lavorativa e l’orario di lavoro.
E’ necessaria la formazione permanente per lavori socialmente utili alla società .
E’ giusto investire nel : ciclo primario-trasformazione prodotti , anche al fine del “consumo responsabile” ; artigianato-industria-ricerca , per le energie rinnovabili, la mobilità collettiva, la comunicazione per la democratica partecipata ; la riduzione di consumo di materie prime e scarti-sprechi; beni comuni,servizi universali e alla persona ; tutela biodiversità-ecosistema ; ambiente-territori ecocompatibili.
Da questa devastante crisi economico-sociale se ne esce solo con più rispetto per la dignità umana e del benessere sociale, non con il dispregio e l’annichilimento della persona-lavoratore previsti dal “ decreto lavoro “, dal job act e sue applicazioni.
Roma 31 marzo 2014 CONFEDERAZIONE COBAS
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