Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Lettera aperta ai soci Unicoop Toscana: unitevi al boicottaggio della Granarolo

Postato il 7 Febbraio 2014 | in Italia, Lavoro Privato, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

Nei giorni scorsi si è tenuta una manifestazione dei facchini della logistica per protestare contro il licenziamento di 51 dipendenti di un consorzio cooperative.In numerose città italiane sono partite iniziative di solidarietà inclusa la campagna per boicottare i prodotti Granarolo.

Le responsabilità di Granarolo sono quelle di avere appaltato per anni la propria logistica e movimentazione merci a cooperative che non applicavano gli istituti previsti dal contratto collettivo nazionale garantendo, conseguentemente, per sé lauti profitti facendo leva sullo sfruttamento della forza lavoro, soprattutto immigrata, alle dipendenze delle cooperative in appalto.

E’ responsabilità di Granarolo aver firmato nel mese di luglio un accordo presso la prefettura di Bologna e non averlo rispettato, infatti accordo prevedeva la ricollocazione di 23 licenziati entro il mese di ottobre e l’apertura di un confronto a partire dal mese di novembre per far rientrare i restanti.

Disattesi gli impegni, sono partite mobilitazioni e iniziative di solidarietà con centinaia di denunce per blocchi stradali, l’arresto di due delegati e il pestaggio di altri.

Scioperi e picchetti sono un’arma che i lavoratori utilizzano di fronte all’arroganza padronale, al sistema capitalistico basato sullo sfruttamento e per questo sono attaccati e colpiti dalla polizia.

A sostegno delle lotte si sono schierati alcuni, ancora pochi, intellettuali, altri, specie quelli legati al potere dell’editoria tacciono o parlano di violenze dei facchini.

Toni identici a quelli usati dal Presidente della Legacoop che definisce gli scioperanti come “estremisti preoccupanti come la mafia”. Come se in fondo rivendicare la piena applicazione degli istituti contrattuali previsti dal CCNL nel settore della logistica fosse qualcosa di rivoluzionario. In effetti, in una certa misura lo è perchè mina alle radici un sistema di sfruttamento creato all’ombra delle cooperative.

Per queste ragioni, è opportuno schierarsi anche per i soci coop, per dare senso alle iniziative sociali di cui si fanno carico da anni. Un gesto forte e coerente con le origini culturali e sociali , quello del boicottaggio dei prodotti Granarolo fino a quando non saranno ritirati i licenziamenti, fino a che non saranno rispettati diritti elementari che sono alla base della dignità stessa.

Cosa rispondono allora i soci Coop di Pisa?

Davide Banti e Federico Giusti dei Cobas
Nicola Sighinolfi del Partito Comunista dei Lavoratori

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