October 3, 2024
Ecco in sintesi la situaizone del pubblico impiego per punti:
1) Con carichi di lavoro in costante aumento anche per effetto del mancato turnover, i lavoratori garantiscono tutti i servizi nonostante gli organici ridotti.
2) Stipendi bloccati da anni (5 anni). Si paventa un ulteriore blocco compreso anche il congelamento dell’indennità di vacanza contrattuale.
3) I primi 10gg di malattia si applica una decurtazione sul salario.
4) La malattie professionali non sono riconosciute.
5) Salario accessorio bloccato e ultimamente attaccato dalla Corte dei Conti (vedi Comune di Firenze).
6) I lavoratori lavorano sotto il ricatto costante della valutazione negativa che determina non solo una perdita salariale ma costituisce l’anticamera della mobilità (2 anni con stipendio ridotto all’80% che poi in effetti si traduce con uno stipendio pari al 60% della retribuzione per effetto della non corrisposta parte accessoria)
7) dopo i 2 anni di mobilità se non c’è stato ricollocamento il lavoratore viene licenziato (senza ammortizzatori sociali).
8) Spending Review: revisione delle piante organiche (-20% dirigenti e -10% personale non dirigente) che comporterà migliaia di esuberi difficili da ricollocare se si tiene conto che tale manovra investe tutta la PA.
9) Riduzione del valore dei buoni pasto (nati per compensare in parte le spese sostenute dai lavorarori che si trattengono a lavoro e non hanno una mensa aziendale) a 7 euro. Tale manovra è stata venduta alla pubblica opinione come “risparmio”, anche se in molte realtà i buoni pasto prima di tale manovra erano di importi di poco superiori, per esempio il CNR, l’universtà avevano buoni pasto del valore di 7,35 euro. Tra l’altro il buono pasto, per la parte eccedente i 5,50 euro è soggetto a tassazione e pertanto il valore reale del buono è sempre inferiore a quello erogato.
10) Riduzione drastica delle materie di contrattazione, il ruolo del sindacato ridotto sempre di più. E’ in corso di predisposizione presso l’ARAN l’accordo quadro in materia di partecipazione sindacale).
11) Con in decreti legge si sono scavalcati totalmente i contratti nazionali, svuotandoli di ogni significato e diritto conquistato dalle lotte dei lavoratori.
12) Le campagne denigratorie verso il pubblico impiego cavalcate con ferocia nell’epoca Brunetta hanno costruito un clima di rabbia verso il dipendente pubblico, ormai identificato nel “fannullone” e ora con la crisi attuale anche nel “privilegiato”, con il rischio che possa sfociare in fatti gravi vere e proprie tragedie (vedi gli ultimi eventi drammatici di Perugia).
Cobas Pubblico Impiego Pisa
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