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Interventi sui fondi del salario accessorio

Postato il 4 Gennaio 2014 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

al sindaco di San Miniato
alla Giunta
al Consiglio
al personale del Comune di San Miniato

Oggetto: interventi sui fondi del salario accessorio

Quanto sta accadendo in molti Comuni italiani, incluso San Miniato, ha dell’incredibile alla luce di una semplice considerazione: la quantificazione delle risorse decentrate spetta esclusivamente all’Ente in virtù degli articoli 31 e 32 del Cnnl autonomie locali 2004.

Il sindacato non ha il compito di definire la composizione del fondo, può e deve solo chiedere una verifica del procedimento seguito, ma nulla di più.

Se la composizione del fondo è prerogativa della parte pubblica, non si capisce la ragione per la quale si ritenga il sindacato, a distanza di anni, corresponsabile della distribuzione di eccedenti quote di salario accessorio che scaturiscano da un fondo la cui definizione è avvenuta per iniziativa unilaterale della parte pubblica.

Premesso questo partiamo dalla necessità di affidare un incarico ad un consulente esterno di altro comune per riquantificare il fondo dal 2003 in poi. Anche perchè per evitare di rispondere di danno erariale il Comune doveva avere preliminarmente accertato l’impossibilità di provvedere a fare certe verifiche tramite il suo personale interno.

L’ Amministrazione Comunale di San Miniato ha optato per una consulenza esterna non ritenendo capaci i suoi stessi dirigenti/responsabili ?

Ma all’interno dell’Ente non ci sono figure professionali pagate per controllare e verificare questa documentazione, allora perchè ricorrere a un incarico esterno pur in presenza di propri dirigenti e P.O. pagati per ” saper” costituire il Fondo?.

L’affidamento di questo incarico all’ esterno ha determinato per Dirigente e P.O. una penalizzazione in sede di erogazione sui premi di risultato, da parte dell’ Organismo Indipendente di Valutazione?

E partendo dal presupposto che la costituzione del fondo è atto unilaterale dell’ Amministrazione non soggetta a contrattazione fra le parti, quali iniziative intende assumere l’ Amministrazione Comunale nei confronti dei soggetti ( dirigenti o politici) che hanno assunto gli atti con cui è stato determinato il fondo dal 2003 in poi, relativamente agli anni nei quali sembrano essere stati riscontrati errori?

Il collegio dei revisori ha mostrato nel periodo un comportamento ambiguo. Se ci sono state irregolarità nella composizione del fondo, perchè allora da parte dei revisori è stato espresso parere favorevole sulle risorse destinate nel tempo ai CCDI, nel momento in cui veniva effettuato il consueto controllo preventivo annuale sulla compatibilità dei costi come prevedono le normative?

Non crediamo che il collegio non possa nascondersi dietro le proprie competenze burocratiche. Eppoi, fra tutti i soggetti, compresi cioè i nuclei di valutazione e i servizi di controllo interno, è mai possibile che nessuno sapesse, visto che dovevano controllare l’esistenza di determinate condizioni per inserire alcuni voci nel fondo del salario accessorio da costituire annualmente?

Sotto il profilo più pratico i responsabili delle risorse umane chiedono, con la nota del 13 Agosto 2013, in sostanza alla parte politica :

  1. le modalità con cui procedere al recupero delle somme ( dal 2003 al 2011 ) , e pari circa 511.000 euro di cui poco più della meta equivalenti al salario accessorio già percepito dal personale ATA. Il resto non è chiarissimo, forse ci si riferisce al salario accessorio già percepito da personale nel periodo interessato a procedure di “esternalizzazione” ricorrendo le condizioni di cui all’ art. 6 bis del D. Lgs. 165/2001 ?
  2. la messa in mora dei soggetti che “ a vario titolo ” sono intervenuti nella costituzione e certificazione dei fondi dal 2003 al 2011 ( Direttore Generale, Dirigenti, P.O.?..revisori dei conti, nuclei di controllo interno) includendovi poi inspiegabilmente i dipendenti che hanno partecipato alla ripartizione dei fondi che si sono rivelati errati.

Fra le due ipotesi esiste in ogni caso una palese contraddizione.

La messa in mora di fatto presuppone come fine il recupero delle somme, e in alcuni casi (come al Comune di Firenze) gli enti si sono spinti a richiedere e ingiungere il risarcimento ai soggetti che a vario titolo sono intervenuti per costituire e certificare il fondo.

Se questo non è praticabile per tempi ( i dirigenti hanno mai verificato le loro polizze assicurative? certi rischi potevano essere coperti dalle loro polizze) e si deve procedere al recupero, è indubbio che alla fine si interverrà sui beneficiari dei fondi “erroneamente costituiti”.

A nostro giudizio, è indispensabile ricontrattare la destinazione delle risorse del fondo ridotto per ogni anno dal 2003 al 2011, perché solo attraverso modifiche ai CCDI sarà possibile stabilire su quali voci e istituti contrattuali “recuperare” le risorse.

In pratica, sotto il profilo politico sindacale la nostra posizione è chiara.

Se non risarciscono l’ Ente i responsabili come sarebbe giusto, il recupero sugli anni pregressi potrebbe avvenire abbattendo al minimo le indennità per Dirigenti e Posizioni. Organizzative e\o recuperando da questi soggetti le somme occorrenti. A titolo esemplificativo nel 2012 la spesa per le Pos. organizzative era stata di circa €. 102.000, per cui basterebbe dimezzarla. Se ciò non fosse sufficiente si potrebbe in via residuale allo stesso modo agire sul sistema delle particolari responsabilità, la cui spesa spesa nel 2012 era di circa circa € 66.000.

Va invece evitato il recupero delle somme del Fondo effettuato in maniera proporzionale sui vari istituti contrattuali. Anzi su certe indennità, o perché erogate al minimo, o perchè stabilite negli importi dal CCNL ( rischio, festivo, turno..), non sarebbe possibile provvedere a ulteriori riduzioni.

Nel Decreto “Salva Roma” , poi non convertito in Legge, era stata tentata, con un emendamento, la strada di recuperare le maggiori erogazioni passate, scaricandone i costi sui futuri CCDI .Questa strada, poi abbandonata , è ritenuta dalla nostra Organizzazione sindacale iniqua e sostanzialmente impraticabile, perchè graverebbe su personale che poteva non aver beneficiato, nel periodo 2003-2011, di una maggiore disponibilità del fondo del salario accessorio.

Qualora si volessero recuperare le somme seguendo questa impostazione, e noi crediamo che prima di praticare questa strada siano necessarie numerose verifiche come sopra ricordato, si parta immediatamente e a valere per i prossimi anni esclusivamente dall’ abbattimento delle somme destinate alle indennità delle Pos.Organizzative che gravano sul fondo, fino alla concorrenza annuale degli importi necessari da recuperare ( nell’ipotesi di un arco temporale di 10 anni circa 51.000 euro l’ anno).

In alternativa l’ Ente potrebbe ridurre il numero delle P.O. da subito ( senza aumentarne le indennità pro capite) e legare qualsiasi futuro aumento delle stesse esclusivamente a Piani di razionalizzazione della Spesa che producano risparmi stabili a seguito della riduzione delle figure dirigenziali.

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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