Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato sull’unione dei comuni

Postato il 22 Aprile 2013 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

UNIONI, CONVENZIONI, FUSIONI TRA I COMUNI …..

Decisioni responsabili o scelte utili solo a salvare posti, poltrone? Mai ai lavoratrici/lavoratori degli Enti locali e ai cittadini che cosa porterà?

Prima di procedere a nuove forme di aggregazione fra enti locali, sarebbe d’obbligo una riflessione complessiva sugli aspetti strategici e organizzativi delle “entità” che si vanno a realizzare guardando soprattutto alle ricadute sui servizi erogati alla cittadinanza. A scanso di equivoci, in decisioni quali la fusione dei comuni, bisognerebbe (sempre) coinvolgere lavoratori e cittadinanza svincolandoci da quelle (solite) logiche di potere che creano comunanza di interessi fra le scelte della politica e le ragioni di convenienza di certi sindacati confederali “ più o meno consenzienti” alla spending review, alla Brunetta prima e a una gestione delle autonomie locali che ha ristretto gli ambiti della contrattazione sindacale mentre proliferavano i consigli di amministrazione di società cosiddette pubbliche.

Certe Unioni dei Comuni, come l’ esperienza della Valdera, mostrano tutti i loro limiti con un accentramento politico da un lato e fortemente dirigistico e tecnocratico dall’ altro. Eccone alcune evidenti conseguenze:

– L’aumento di ruoli e cariche alle politica, che anche se non direttamente remunerate, producono spese e costi per il mantenimento delle strutture di staff, consulenza e segreteria;

– La mancata diminuzione delle strutture di vertice ( dirigenti e/o Posizioni Organizzative) conservate nel numero e nei costi, sottrae preziose risorse ai servizi destinati al welfare locale e alla manutenzione del territorio ma anche, non dimentichiamolo, va a discapito dei salari della stragrande maggioranza dei lavoratori ( alla faccia dell’ “equità!!)

– un organizzazione dei servizi in sede di Unione fortemente centralistica ( un grande fratello che tutto controlla e per tutti pensa), impostata in funzione di un esasperato “back office” e non sui servizi “front office” , a discapito dei servizi di “sportello” sui quali si costruiscono le politiche di prossimità e di inclusività, servizi indispensabili per favorire l’ integrazione dei soggetti più deboli e affermare, in tempi di crisi, i diritti sociali e civili.

In questa ottica, che ha rinnegato il ruolo di comunità locale come punto di incontro fra istituzione e società, sono state pericolosamente calate le politiche di spending review portate avanti non solo dal Governo Monti ma con il consenso delle forze politiche che amministrano anche gli Enti locali della Provincia di Pisa, le stesse che poi si lamentano dei tagli ai trasferimenti

Saranno sicuramente gli enti locali medio piccoli a subire per primi e dall’ alto l’imposizione di fusioni a freddo, a discapito della centralità del pubblico (inteso come lavoratori e servizi erogati), a discapito dei diritti e dell’ equità sociale, a discapito del welfare, imposizioni suggerite anche da provvedimenti legislativi costruiti per vendere una immagine di risparmio e di efficienza con tagli ai servizi e ai salari

E’ toccato intanto agli Enti Locali (con popolazione fino a 5000 abitanti) procedere a tappe forzate a forme di gestione associata delle funzioni fondamentali loro attribuite dalla Costituzione, il tutto con la direzione della Regione Toscana e al di fuori di ogni processo partecipativo e di confronto con i lavoratori.

All’orizzonte ulteriori processi aggregativi, ( ci sono tutte le avvisaglie per un innalzamento della soglia a 10000 abitanti) che troveranno consenso nei tanti politici alla fine dei loro mandati, assicurando loro ulteriori opportunità attraverso “fusioni e accorpamenti fra Enti” con minori servizi erogati sul territorio e tagli di posti di lavoro.

Ci preoccupano quei modelli aggregativi/organizzativi neoliberisti caratterizzati da una forte spinta centralistica cavalcando l’emergenza della crisi, in questo modo sono a rischio le stesse rappresentanze dei lavoratori/lavoratrici escluse da qualsiasi coinvolgimento reale nei processi decisionali considerando il personale solo una merce da svendere sul “mercato dei tagli alla spesa “, quei tagli che quasi mai toccano i vertici dirigenziali, le consulenze, il sistema delle nomine ed incarichi nelle aziende partecipate.

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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