Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Comunicato Cobas sulla vertenza CTT autoferrotranvieri

Postato il 7 Agosto 2013 | in Lavoro Privato, Sindacato | da

In allegato il comunicato stampabile

http://www.cobasconfederazionepisa.it/wp-content/uploads/2013/08/cctnord2.pdf

La nuova società unica che gestisce il trasporto pubblico a Pisa, Livorno e Lucca, la CTT nord, non è nata per migliorare il servizio per i cittadini e meno che mai per garantire pienezza di diritti e garanzia del posto di lavoro per i dipendenti.

La CTT nord è nata, infatti, per abbattere i costi del trasporto, naturalmente a favore della dirigenza di ogni ordine e grado, che così può intascare stipendi sempre più alti; per ridurre il numero delle tratte e la frequenza delle corse, soprattutto nel servizio extra-urbano, ma anche in quello urbano; per rendere sempre più flessibili gli orari di lavoro e la prestazione lavorativa nel suo complesso; per sfoltire il personale conducente e quello degli uffici e degli impianti fissi.

Questo, i cittadini lo stanno sperimentando sulla loro pelle ogni giorno: con gli autobus disastrati, che fanno il paio con strade altrettanto disastrate; con un numero sempre più basso di bus in circolazione; coi ritardi sempre più inaccettabili rispetto alla tabella di marcia.

E, da ultimo, la CTT nord, in vena di strafare, ha pensato alla ciliegina sulla torta, disdettando gli accordi aziendali, il che permetterebbe alla società di togliere dalla busta paga di ogni lavoratore ex-CPT una media di circa 300 euro al mese, con tanti saluti all’economia di ogni famiglia, ai figli da allevare, al caro-affitti, al caro-mutui, ecc.

È da febbraio che lo spettro di questa disdetta volteggia sul futuro dei lavoratori, un futuro che, dopo il fallimento delle ultime trattative in sede prefettizia, ormai è imminente, in quanto è previsto che scatti il 1° ottobre.

È chiaro che il lavoratori non potranno permettere alla CTT nord di procedere in questo attacco forsennato alle loro buste paga, oltretutto già ridotte all’osso, a causa della politica dei sindacati ufficiali, che da qualche decennio si stanno accordando con le aziende per tenere ben al di sotto del tasso reale d’inflazione la parte salariale dei rinnovi dei contratti nazionali (tra l’altro, l’ultimo è scaduto da 4-5 anni).

E non potranno nemmeno, i lavoratori, permettere all’azienda di attaccare l’occupazione e peggiorare la condizione lavorativa.

Come impedire che la CTT nord imponga il suo piano di miseria sulla pelle dei lavoratori?

Di certo, sarà necessaria una mobilitazione che non si basi solo sugli scioperi (resi un’arma abbastanza spuntata dalla legge che li regolamenta nel trasporto pubblico) e che quotidianamente tenga la dirigenza aziendale sotto pressione sociale, anche con manifestazioni e presìdi e con iniziative di coinvolgimento degli utenti.

Pisa, 3 agosto 2013

COBAS LAVORO PRIVATO

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