Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Ufficio Casa: 15 giorni dopo il trasloco regna il caos, a farne le spese cittadini e lavoratori

Postato il 27 Marzo 2015 | in Scenari Politico-Sociali, Territori | da

ApesAll’Ufficio casa la situazione è paradossale.

Ormai da circa 15 giorni sono stati trasferiti gli uffici presso un palazzo di proprietà comunale in via Fermi dove ha sede anche Apes, l’azienda che gestisce il patrimonio di Edilizia Popolare di tutti i comuni della provincia di Pisa. Gli arredi degli uffici grazie anche all’impegno fattivo del personale sono stati ricollocati, ma ancora non ci sono i telefoni diretti, è disponibile solo 1 apparecchio provvisorio concesso da Apes. Eppure da un anno si sapeva del trasferimento.

Anche la fotocopiatrice è rimasta in via Battisti presso la vecchia sede, il trasloco dovrà essere fatto dalla società noleggiatrice, ma non si trovano i soldi per pagarli, circa € 400.

Eppure il Comune di Pisa spende ingenti cifre per le grandi opere, non importa come nel caso del parcheggio sotterraneo di piazza Vittorio Emanuele se i costi nel frattempo saranno lievitati.

 Mancano anche i soldi per il bancone front office al piano terra per accogliere il pubblico.

Di fatto la stessa Responsabile del servizio prevenzione e protezione per la sicurezza sui luoghi di lavoro del Comune di Pisa sostiene che deve “essere allestita una idonea postazione front office che tuteli i lavoratori dal rischio di aggressioni”, ma anche da contaminazioni biologiche. Il dirigente ha dato indicazione di “ non aprire al Pubblico “ , ma  di fatto gli utenti arrivano lo stesso  agli uffici al primo piano transitando dagli uffici di Apes  che sono comunicanti.

L’archivio cartaceo non essendo possibile portarlo in via Fermi a causa del risibile spazio concesso da Apes ( uno stanzino di circa 7 mt quadrati ) è rimasto nella vecchia sede.

Gli archivi di Apes  non sono a norma rispetto al carico di fuoco? Noi pensiamo di no tanto è vero che dovranno essere realizzati interventi per la loro messa in sicurezza (porte e pareti rei ed impianti di rilevazione).

I dipendenti non hanno ancora avuto informazioni sul  piano di evacuazione, sulle vie di esodo e se ci sono limitazioni numeriche all’accesso al pubblico ai vari piani del palazzo.

Tutto quello che avevamo previsto e scritto si è verificato, insomma un trasloco gestito con approssimazione, senza mettere a norma edifici e incurante delle condizioni di lavoro dei dipendenti comunali e ancor di più dei diritti di quelle famiglie meno abbienti che rivendicano il diritto ad un alloggio popolare e vogliono risposte celeri.

A questa situazione va aggiunta la inadeguata dotazione di personale ridotta a 4 unità di cui 1 a tempo determinato, che nonostante la buona volontà di tutti non consente di fare fronte a tutte le necessità e le scadenze . Da un mese una dipendente è andata in pensione e non è stata sostituita cosi come non è stata sostituita 1 dipendente in maternità.

Una vicenda vergognosa di cui la giunta ed il sindaco dovrebbero prendere atto e correre urgentemente ai ripari.

Alberto Madrigali

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