November 9, 2024
Cosa è venuto alla luce negli ultimi anni e negli ultimi giorni per le casse previdenziali di medici (Enpam), psicologi (Enpap), giornalisti (Inpgi), agenti di commercio (Enasarco)? Malversazioni immobiliari, titoli tossici, conflitti di interesse, perdite occulte, investimenti fallimentari ecc.
A questo punto cosa fa il Ministero del Tesoro? Si appresta a emanare un regolamento improntato all’assenza di trasparenza, all’assunzioni di rischi evitabili e soprattutto ai subappalti nella gestione dei contributi (obbligatori!) degli iscritti.
Il 100% delle disponibilità dell’ente previdenziale può essere impacchettato in fondi comuni. Così per gli iscritti è impossibile sapere in che cosa davvero sono investiti i loro contributi. L’assenza di trasparenza quasi totale è un via libera ad amministratori e gestori perché possano fare solo i propri interessi, a danno dei futuri pensionati, anche in modo illecito.
Si veda sul Fatto Quotidiano del 3-12-2014 «Fondi pensione. Vietato sapere quel che fanno»: articolo
E’ vero che tale regolamento semplicemente ricalca quello infelicemente emanato il 2-9-2014 per i fondi pensione. Si veda:
Nel blog di Beppe Grillo del 23-6-2012: «I pescicani dei fondi pensione»: testo
In Report-Corriere della Sera del 28-6-2012: «Ai fondi pensione licenza di rischiare»: video
Ma appunto: errare humanum est, perseverare diabolicum.
Visto però che il Ministero (bontà sua!) ha indetto una pubblica consultazione al riguardo, invito chi ha qualcosa da ridire a inviare sollecitamente un’e-mail al Tesoro all’indirizzo: mailto:dt.direzione4.ufficio4@
Oggetto: decreto limite investimenti Enti previdenziali
Malgrado tutti gli scandali venuti alla luce, lo schema di decreto ignora ogni esigenza di trasparenza e permette il subappalto della gestione finanziaria all’industria parassitaria del risparmio gestito. Si veda in particolare e in ordine d’importanza:
Art. 9 comma 1:
Art. 9 comma 7-e:
Art. 8 comma 4:
Art. 4 comma 3:
Si dà esplicito assenso alla pubblicazione integrale del presente testo.
Saluti,
Beppe Scienza
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