Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Sardegna, i «giochi di guerra» minacciano le spiagge

Postato il 29 Giugno 2015 | in Italia, Scenari Politico-Sociali | da

basi-militare-sardegnaCome ogni anno, da set­tem­bre ripar­tirà in Sar­de­gna il pro­gramma delle eser­ci­ta­zioni mili­tari della Difesa e della Nato. Esi­ste nell’isola una strut­tura, il CoMiPa (Comi­tato misto pari­te­tico), com­po­sta di dele­gati della Difesa e di mem­bri civili nomi­nati dal Con­si­glio regio­nale, che perio­di­ca­mente si riu­ni­sce per valu­tare l’impatto dei gio­chi di guerra sul ter­ri­to­rio, vastis­simo, sog­getto al con­trollo dei militari.

Tre giorni fa il CoMiPa si è riu­nito a Cagliari per valu­tare il «piano di atti­vità» 2015. E i mem­bri civili che chie­de­vano conto ai mili­tari della man­cata aper­tura a tutti delle spiagge com­prese nei poli­goni di Quirra e di Teu­lada, pre­vi­sta per il primo giu­gno e invece rin­viata, si sono sen­titi rispon­dere dai gene­rali: «Vi abbiamo fatto sin troppe con­ces­sioni. Potremmo anche tenere chiusi gli are­nili ai bagnanti per tutta la sta­gione estiva». I rap­pre­sen­tanti della regione per pro­te­sta hanno abban­do­nato la riu­nione. Ma il loro gesto non avrà effetti. In base all’intesa tra mini­stero della Difesa e Regione Sar­de­gna, il parere dei mem­bri civili del CoMiPa è sol­tanto con­sul­tivo. Per­ciò il comi­tato non ha mai inciso vera­mente sulle atti­vità dei mili­tari. Che hanno sem­pre fatto ciò che hanno voluto, infi­schian­do­sene del CoMiPa e delle pro­te­ste della Regione. E que­sto sotto qual­siasi governo nazio­nale (fun­zio­nava così anche quando mini­stro della difesa era Arturo Parisi, dal 2006 al 2008 con Prodi pre­mier) e sotto qual­siasi governo regio­nale (ora che a Cagliari c’è una giunta di cen­tro­si­ni­stra pre­sie­duta da Fran­ce­sco Pigliaru le cose non sono molto diverse rispetto a com’erano sino a due anni fa con il cen­tro­de­stra di Ugo Cappellacci).

Pro­ba­bil­mente i mili­tari non chiu­de­ranno, come minac­ciato, le spiagge com­prese nei poli­goni — già l’altroieri da Roma sono arri­vate dichia­ra­zioni di alti fun­zio­nari della Difesa che mini­miz­za­vano lo scon­tro avve­nuto nel CoMiPa — ma è certo che alle richie­ste più sco­mode con­ti­nue­ranno a rispon­dere di no. Come hanno fatto da ultimo, poche set­ti­mane fa, di fronte alla domanda dei mem­bri civili del Comi­tato misto di par­te­ci­pare come osser­va­tori alle guerre simu­late che rego­lar­mente, da set­tem­bre a feb­braio, deva­stano la Sar­de­gna. Sono 35mila gli ettari di ter­ri­to­rio sotto il vin­colo delle ser­vitù mili­tari, strut­ture e infra­strut­ture con­cesse in uti­lizzo alle forze armate ita­liane e all’Alleanza atlan­tica: poli­goni mis­si­li­stici (Per­da­sde­fogu) e per eser­ci­ta­zioni aeree (Capo Fra­sca) e di terra (Capo Teu­lada), aero­porti (Deci­mo­mannu) e depo­siti di armi (La Maddalena).

Del resto, quanto sia forte il peso poli­tico dei mili­tari è dimo­strato da un accordo recen­te­mente siglato dal mini­stero della difesa con quello dell’ambiente. Il docu­mento, fir­mato rispet­ti­va­mente da Roberta Pinotti e Gian­luca Gal­letti, impe­gna l’Ambiente a com­piere veri­fi­che sulle atti­vità nelle basi mili­tari ita­liane. Ma nello stesso tempo depo­ten­zia que­sta atti­vità di con­trollo con­ce­dendo dero­ghe alle più impor­tanti nor­ma­tive nazio­nali in mate­ria di inqui­na­mento e di rischi sani­tari con­nessi all’utilizzo di sostanze radioat­tive. Dero­ghe giu­sti­fi­cate con il «pre­mi­nente inte­resse nazio­nale» rico­no­sciuto ai «pro­grammi di adde­stra­mento e di man­te­ni­mento in effi­cienza della forse armate». La stessa solfa che da sem­pre i cit­ta­dini sardi si sen­tono ripe­tere quando chie­dono la ridu­zione o la dismis­sione delle servitù.

E però un suc­cesso i movi­menti anti­mi­li­ta­ri­sti, che nelle scorse set­ti­mane hanno mani­fe­stato a Cagliari con­tro la ripresa dei bom­bar­da­menti e dei lanci di mis­sili, lo hanno otte­nuto: la «Tri­dent Junc­ture 2015», la più grande eser­ci­ta­zione aero­nau­tica Nato (ottanta veli­voli e cin­que­mila uomini impe­gnati sul ter­reno) in pro­gramma quest’anno, ori­gi­na­ria­mente pre­vi­sta a Deci­mo­mannu, non si farà più nell’isola. E’ stata spo­stata a Tra­pani. «La deci­sione — ha fatto sapere il mini­stero della Difesa — è stata presa per­ché in Sar­de­gna non sus­si­stono le con­di­zioni per ope­rare con la sere­nità neces­sa­ria ad un’attività di tale complessità».

Troppe pro­te­ste, troppi paci­fi­sti: meglio andare altrove.

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