December 12, 2024
Arriva in porto la cosiddetta Riforma della Pubblica Amministrazione del governo Renzi
Abbiamo intervistato federico giusti del cobas Pubblico impiego sulla bozza composta da 26 articoli
La Pa è destinata a ridursi ai minimi termini, nessun sblocco del turn over e allo stesso tempo non sarà possibile restare dopo l’età di pensionamento oltre il 31 ottobre 2014.
Enti locali e sanità vivono una carenza di organici che si riflette sui servizi al cittadino, ora questa carenza sarà aggravata ulteriormente.
Ci sarà mobilità obbligatoria per gli statali in un raggio di 50-100 kilometri, il che significa chiudere uffici e decidere accorpamenti guidati dalla sola logica della contrazione di spesa (dei tagli per intenderci)
Pensiamo alla qualità della vita di lavoratori e lavoratrici che saranno costretti alla mobilità regalando 2\4 ore giornaliere senza alcun aumento retributivo. Pensiamo alle giovani madri, a chi ha familiari anziani e non autosufficienti : i soldi guadagnati li spenderanno tutti per pagarsi un baby sitter e una badante, poi il Governo ci racconta che vuole aiutare le giovani madri e le giovani coppie
La bozza di riforma della P.A sottolinea che entro 50 chilometri le diverse sedi sono considerate ‘stessa unità produttiva’ mentre tra 50 e 100 Km devono esserci esigenze organizzative e produttive, una distinzione di lana caprina per occultare chiusura di uffici e trasferimenti di massa coatti.
Da agosto saranno diminuiti del 50% i distacchi, le aspettative e i permessi sindacali, qui il ragionamento da fare è semplice: ci sono sindacati che vivono una rendita con distacchi infiniti ma come non cogliere la soppressione dei diritti sindacali che colpirà anche e soprattutto i delegati rsu?.
La riforma prevede , in caso di esuberi ,fino a 2 anni di pre-pensionamento, cosi’ i lavoratori ci rimetteranno soldi e il Governo venderà ancora una volta l’immagine del dipendente pubblico privilegiato che va in pensione prima del tempo. Ma i fatti sono ben diversi perchè già oggi si va in pensione con il sistema retributivo e con i prepensionamenti i tagli all’assegno previdenziale si faranno sentire.
La Pa procede alla risoluzione unilaterale dei rapporti di lavoro senza possibilità di sostituzione, del rapporto di lavoro di coloro che entro il biennio successivo maturano il diritto all’accesso” alla pensione “con conseguente corresponsione del trattamento”. Ma dopo la beffa della fornero, ne arriverà un’altra di dimensioni ancora più macroscopiche
Cosa vuol dire poi il limite di turnover solo sulla spesa non sulle persone, se tagli la spesa di personale sei impossibilitato ad assumere ? basti pensare alle migliaia di precari ai quali per anni hanno raccontato la favola delle stabilizzazioni, salvo poi rimangiarsi il tutto.
Ma siamo di fronte anche a situazioni paradossali come la possibilità di demansionare il personale in eccedenza, il che significa stravolgere lo stesso diritto del lavoro. lavoratori e lavoratrici scomode subiranno prima l’inserimento nelle liste nere degli esuberi e poi li ricatteranno con riduzioni salariali e demansionamenti. Ha ancora senso parlare di diritto del lavoro? Noi pensiamo di no, questa è barbarie.
Sono nulle le procedure concorsuali avviate in violazione” degli obblighi del testo “e le successive eventuali assunzioni”, vorremmo capire quanti concorsi saranno invalidati, anche in questo caso a rimetterci saranno sempre e solo i precari storici della Pa
Questa riforma è peggiore di come l’avevamo prevista dopo la Lettera aperta di Madia e Renzi. Non ci resta che una lotta senza quartiere
Lascia un commento