Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Palestina martoriata

Postato il 16 Luglio 2014 | in Mondo, Scenari Politico-Sociali | da

In tutta Europa si stanno svolgendo le mobilitazioni a fianco della resistenza palestinese, contro la criminale aggressione dello Stato e delle forze armate israeliane alla martoriata popolazione di Gaza.

Anche i movimenti italiani stanno facendo la loro parte . Dopo le importanti mobilitazioni di Roma,Milano,Torino della scorsa settimana, altre sono in campo a Catania,Reggio Calabria,Napoli, Firenze, Bologna,Modena,………….. e un’altra se ne annuncia a Roma per giovedì 17 luglio.

Oltre ad amplificare le mobilitazioni e la comunicazione sulle sofferenze del popolo palestinese e del suo diritto di resistenza,urgono sottoscrizioni, così da far giungere al più presto il segno tangibile della nostra solidarietà ed impegno.

I fondi raccolti dalle sedi Cobas vanno fatti transitare sul conto nazionale Cobas(causale”proPalestina”) per inviarli subito agli ospedali e comitati popolari palestinesi.

Vincenzo

FPLP: resistere e combattere uniti l’aggressore

Le forze di occupazione stanno intensificando i loro attacchi su Gaza con bombardamenti, demolendo case abitate da bambini, donne e anziani, distruggendo le sedi della stampa, i centri sanitari e gli ospedali, assassinando giornalisti (ieri ha perso la vita Hamdi Shehab) e personale medico, colpendo le ambulanze. Tutto questo rispecchia il fallimento che il nemico criminale ha raggiunto, la sua confusione e incapacità di confrontarsi con la resistenza.

Il Fronte ha denunciato il silenzio arabo ufficiale e l’indifferenza internazionale di fronte alla distruzione nella Striscia di Gaza, chiedendo se i corpi di donne, bambini e anziani estratti da sotto le macerie delle case distrutte non siano sufficienti a stimolare la coscienza delle cosiddette agenzie umanitarie internazionali, per far sì che il sangue palestinese non sia stato versato invano.
Il Fronte ha respinto l’appello all’emergenza formulato dal Consiglio di Sicurezza del gruppo arabo, sostenendo che arriva troppo tardi, dopo più di 80 martiri e migliaia di feriti, la distruzione di case e infrastrutture; il FPLP sollecita invece ad una vera e propria azione internazionale per dichiarare lo stato di occupazione responsabile per i suoi crimini.
Il Fronte ha inoltre rinnovato il suo appello rivolto alla leadership al potere dell’OLP affinchè cerchi di portare il nemico criminale a processo dinnanzi alla Corte penale internazionale per i suoi crimini commessi contro il popolo palestinese. Il continuo rinvio è un tradimento del sangue dei martiri.
Il Fronte ha proposto anche l’unità del popolo in tutte le sedi contro l’orribile attacco sionista, invitando i palestinesi della Cisgiordania a scendere in piazza e a intensificare il confronto contro l’esercito di occupazione e dei coloni, ed ha fatto appello affinché i gruppi della resistenza armata colpiscano l’occupazione in tutto il mondo. Inoltre, ha invitato tutti i membri delle agenzie di sicurezza palestinesi a rifiutare i vincoli e gli obblighi di Oslo per unirsi alle organizzazioni palestinesi per affrontare l’occupante e proteggere il popolo.

(comunicato FPLP 10.7.14)

Israele. Anarchici in piazza contro la strage a Gaza

 

Con un rumoroso picchetto nel centro di Tel Aviv, accompagnato dal rullo di tamburi e dal suono di fischietti, decine d’attivisti della sinistra radicale israeliana e di gruppi anarchici hanno protestato nelle scorse ore contro l’azione militare sulla Striscia di Gaza.
Fra gli slogan gridati dai manifestanti: ‘I cadaveri a Gaza non accrescono la nostra sicurezza’ e ‘L’occupazione militare ci uccide tutti’.
Dure accuse al ministro della Difesa, Moshe Yaalon: “Quanti bambini hai ucciso oggi?”

La tragedia di Gaza: non solo morti e feriti

di Paola Manduca

 

Tutti siamo colpiti dalla morte e dai feriti unilaterali in Gaza causati dagli attacchi Israeliani che non sono, come continuano a raccontare i governanti Israeliani, molto “intelligenti” e mirati alle strutture militari o ai combattenti, ed assai meno lo diventeranno se entrano per via terra.
C’è però un aspetto di questa ( e delle precedenti ) guerre su Gaza che raramente si immagina ed è il deliberato accanimento su tutta la popolazione. Senza dubbio evitabile visto le capacità di intelligence degli Israeliani e senza dubbio crimini, visto che sono scelte mirate a distruggere la popolazione civile tutta ed indiscriminatamente.
Di seguito sono arrivate le notizie seguenti:

la centrale del trattamento delle fogne distrutta ( e forse c’era un combattente che la usava come piscina?);

le barche dei pescatori distrutte (e con esse la Ark for Gaza): che forse usavano le barche per combattere? quindi niente pesce a Gaza, anche se avessero avuto il coraggio di uscire a pescare.

e la peggiore di tutte: linee elettriche(entrambe quelle da Israele e quella dall’Egitto) danneggiate e 75% di Gaza senza elettricità (l’altro 25% ce l’ha ancora m su turni di 8 ore con/8 ore senza). E non riescono a ripararle per ora data l’intensità dei bombardamenti.
Potete immaginarvi, o forse no, che:
con la elettricità funzionano gli ospedali/o no
con la elettricita funzionano le pompe che portano l’acqua nelle case/o no
(va bene, diremo, tanto non si può bere e non si laveranno, poco male)
con la elettricità funzionano anche le pompe delle acque di scarico/o no; ricordate nel novembre scorso Gaza allagata di scarichi fognari? bene, cosi è senza elettricità solo che ora ci sono anche più di 30°C e questo significa anche epidemie;
con l’elettricità funzionano anche i depuratori per produrre acqua potabile; la mancanza di carburante significa che anche se ci fossero (e non ci sono ) scorte di acqua in bottiglia, non potrebbe essere messa in vendita (ammesso pure che i negozi siano aperti, il che mi dicono è molto sporadico e che la gente abbia i soldi per comprarla, il che sappiamo che non è per molti) Gaza quindi dipenderà da Israele e l’Egitto anche per l’acqua potabile; e naturalmente sentiremo di questo quando sarà troppo tardi per i Gazawi, e la potenza che invade certamente non carica bottiglie d’acqua da distribuire al popolo sui carri armati;
con l’elettricità funzionano i refrigeratori per il cibo/o no; a Gaza ci sono più di 30 gradi; come si tiene quel cibo che c’è a queste temperature? almeno nei negozi o nei posti di smercio?
Diremo però che almeno per la carne di bue non ci sono problemi: hanno distrutto il mattatoio della città, forse sede di vacche terroriste o di un terrorista macellaio, e quindi non si macella nemmeno, e non può guastarsi la carne.
Di questo si parla quando si dice punizione collettiva, e questo è la esperienza concreta che costruisce le ragioni della resistenza di Gaza.
Non è l’appartenza ad un gruppo o un altro, ma la esperienza accumulata e condivisa di tutti i Gazawi, ed elaborata ancor più nell’ ultimo anno quando l’Egitto ha iniziato a demonizzare Hamas, scordandosi il milione e mezzo o più di fratelli e sorelle Palestinesi (cosa che a Gaza ha provocato dolore grande in tutti) – “cosi non abbiamo nulla da perdere e nessuno ci salverà se non lo facciamo da soli”.
Sperando che lo riescano a fare prima che muoiano nel silenzio di tutti ed uno ad uno, di sete e di fame invece che solo di mancanza di medicine e di ferro e fuoco.

Paola Manduca, Prof. Genetics
DISTAV, University of Genoa, Italy


Ancora Guerra in Palestina

3 sedicenni ebrei vengono rapiti e uccisi in Cisgiordania

Il Governo israeliano incita alla vendetta e, per ritorsione, scatena il suo esercito contro città e villaggi palestinesi con arresti , uccisioni e distruzioni

In questo clima di odio e richiamo alla vendetta un ragazzo palestinese, anche lui di 16 anni, viene catturato, costretto a bere benzina e poi bruciato vivo da alcuni estremisti ebrei

In risposta al lancio di “razzi” contro Israele, il Governo israeliano ordina un attacco indiscriminato contro la Striscia di Gaza, sotto assedio da 8 anni, senza possibilità di fuga

Uccisi, ad oggi, 170 palestinesi, tra cui molte donne e bambini, e feriti oltre mille

-Incombe l’invasione di terra di Gaza

La sproporzione delle forze in campo è evidente: da un lato uno degli eserciti più potenti del

mondo, dotato delle armi più sofisticate, dall’altro un popolo sotto occupazione militare da 47 anni, oppresso, umiliato, depredato di ogni risorsa che risponde lanciando pietre e razzi!

Eppure la Pace è ancora possibile

Ce lo dicono i 400 Israeliani che si sono recati nel villaggio del giovane palestinese, bruciato vivo da 6 ebrei per ritorsione: hanno voluto incontrare la sua famiglia, esprimere il loro cordoglio e dissociarsi dalle scelte del Governo Netanyau, dai suoi propositi di ritorsione, dall’offensiva militare contro Gaza che colpisce indiscriminatamente e distrugge vite, beni, risorse. Non vogliono essere complici della politica aggressiva del loro Governo.

In qualsiasi Stato civile rapimenti e uccisioni sono casi di polizia investigativa e non il pretesto per scatenare una punizione collettiva della popolazione nella totale impunità internazionale. Pretesto, appunto, per portare a termine il programma di annientamento della società, della cultura, dell’esistenza stessa del popolo palestinese.

Non in nome nostro

 Pochi sanno che i bombardamenti su Gaza avvengono anche grazie al contributo italiano.

Sono stati consegnati il 10 luglio alle forze armate israeliane 2 dei 30 aerei caccia M-346 prodotti da Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica) ordinati da Israele nel 2012.

La fornitura di questi aerei da guerra costituisce solo una piccola parte dell’accordo di cooperazione militare fra Italia e Israele contenuta nella Legge n. 94 del 2005.L’accordo coinvolge le forze armate e l’industria militare italiana e nessuno (neppure il Parlamento) ne viene messo a conoscenza, perché tali attività sono “soggette all’accordo sulla sicurezza” e quindi segrete.

NON VOGLIAMO TACERE PERCHE’ NON VOGLIAMO ESSERE COMPLICI

Chiediamo la fine di tutti gli attacchi, compreso il lancio dei razzi di Hamas

Chiediamo giustizia, non vendetta, per i ragazzi rapiti ed uccisi

Giustizia per il popolo palestinese, per il suo diritto ad esistere nella propria terra.

Senza giustizia non può esserci nessun processo di pace.

Ravenna 14 /07/2014 cip. V.Matteucci 15

Donne in Nero Ravenna

il Fatto 13.7.14
“Vorrei strappare il mio passaporto israeliano”
La giornalista: “Non siamo vittime ma aguzzini
È vero il nemico vorrebbe annientarci, ma noi abbiamo i carri armati e loro neppure gli ospedali”
di Mira Bar Hillel

Non posso più sopportare politici come Ayelet Shaked che giustificano la morte di innocenti donne e bambini palestinesi. Di chi sto parlando? È giovane. È carina. È laureata in Ingegneria informatica. Dietro i suoi occhi angelici si nasconde l’Angelo della morte ed è proprio a causa sua che sono tentata di dare alle fiamme il mio passaporto israeliano. Ayelet Shaket rappresenta alla Knesset il partito di estrema destra Casa Ebraica. Ciò vuol dire che, per quanto possa apparirvi difficile da credere, questa ragazza dall’aspetto innocente e dai tratti dolcissimi si trova molto più a destra di Netanyahu.

LUNEDÌ SCORSO ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Dietro ogni terrorista ci sono dozzine di uomini e donne senza i quali non potrebbe compiere attentati terroristici. Sono tutti nostri nemici. Mi riferisco anche alle madri dei martiri che li accompagnano all’ultima dimora con fiori e baci. Debbono fare la fine dei loro figli per una semplice questione di giustizia. Dobbiamo impedire a queste serpi di generare altri serpenti”. Una settimana prima, alla vigilia del sequestro del diciassettenne Mohammed Abu Khudair, poi dato alle fiamme, aveva scritto: “Questa non è una guerra contro il terrorismo né contro gli estremisti né tanto meno contro l’Autorità palestinese. È una guerra tra due popoli. Perché? Chiedetelo a loro che l’hanno iniziata”. Come vedete, ancor prima che il ragazzo morisse, lo aveva già additato come un nemico e dopo il suo brutale assassinio non ha mostrato il benché minimo rimorso nè un briciolo di compassione. Mi ha fatto venire in mente la sorella di mia mamma, Klara, e i suoi tre figlioletti che vivevano a Cracovia nel 1939 quando i nazisti invasero la Polonia.

ANCHE I NAZISTI decisero che tutti gli ebrei erano nemici e che andavano eliminati comprese le donne e i piccoli serpenti che portavano in grembo. Perché? Chiedetelo a loro che hanno cominciato , avrebbero risposto i nazisti se glielo avessero chiesto. Non ho mai conosciuto Klara e i suoi figli morti nel 1942. Ho conosciuto mio zio Romek sopravvissuto nella fabbrica di Oscar Schindler e sua moglie Yetti scampata alla morte perché parlava tedesco talmente bene da riuscire a fingersi tedesca. Anche il fratello di mio padre e la sua famiglia morirono prima della mia nascita nello stesso campo di sterminio nel quale morì Anna Frank. So cosa vuol dire essere vittime inermi, e so che oggi gli israeliani non sono più le vittime, ma gli aguzzini. Sì è vero, gli uomini di Hamas sono assassini che ci odiano e vorrebbero cancellarci dalla faccia della terra. Resta il fatto che è Israele ad avere i carri armati mentre gli abitanti di Gaza non hanno nemmeno ospedali. Shaked ha avuto quello che voleva: a Gaza sono morte quasi 100 persone, un quarto delle quali bambini. In Israele – malgrado gli sforzi di Hamas – non è morto nessuno. E mentre su Gaza piovono le bombe gli adolescenti israeliani postano su Twitter selfie e commenti politici. Ne ricordo due che per fortuna sono stati cancellati: “A morte tutti voi fottuti arabi”, diceva il primo. “Che voi arabi possiate rimanere paralizzati e crepare tra grandi sofferenze”, diceva il secondo. A leggere questa roba non mi resta che prendere il mio passaporto israeliano, accendere un cerino e dargli fuoco. “Not in my name!!!”. Non a nome mio. (The Independent)

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Appeal to Israeli academics – Please sign. Send reply to haimbresh@googlemail.com

Dear All, (please ignore if you signed already)
Below is an Open Letter, which I invite you to sign. This is a letter
which ANY academic from anywhere can sign, of course. Within day or
two this letter with the signatures, will be delivered to Israel’s
academic community, inviting them to sign a separate short statement,
appended at the bottom of the letter, which we ask them to sign
themselves. If you wish to help bring about an end to slaughter,
please sign this letter, by sending me a return email, with the
subjectline: Please add my signature! I shall then add your signature
to the letter.

This is the Open letter:

Open Letter to Israeli academics

Dear Friends,

These are desperately bad times. The government of Israel, having
provoked the firing of rockets by its rampage through the West Bank,
is now using that response as the pretext for an aerial assault on
Gaza which has already cost scores of lives. An atmosphere of hysteria
is being deliberately provoked in Israel, and whole communities are
being subject to collective punishment, a war crime. People are dying,
and for what? To prevent a unity government of Fatah and Hamas?

We have been asked by our academic colleagues in Gaza - whose
universities have been destroyed a number of times in the last six
years, who are unable to teach or study, and who are also in growing
need of food and medicines, like the rest of the almost two million
Palestinians living in Gaza - to urge you to act urgently,  to make
your voice heard in Israel and abroad against what the Israeli
government is inflicting on the Gaza population. More than 123 people
have been killed already in Gaza by the IDF since the start of the
Israeli operation on Monday, and the number will be bigger by the time
you read this message. Most of these people are children, women and
the elderly. There could be no credible claim made that these people
were involved in any military activity whatsoever. The Gaza
infrastructure, already in tatters, is now further undermined, and the
population is in the worst situation it has ever been, and this is
getting worse by the minute. These atrocities, committed by Israel
will bring neither peace nor security to the region, and can only lead
to further deterioration of the already dangerous situation in
Palestine/Israel.

We invite you, as fellow academics and intellectuals, to join your
voices in an open and resounding protest about these war crimes by the
Israeli government – your government. We urge you to stand up and be
counted, to answer the call of your Gazan colleagues and make your
voice heard. We hope that you will be able and willing to come
together and voice your total opposition to the war crimes committed
in your name!

If you are an Israeli academic and agree with us on the urgent need to
bring an immediate end to those atrocities, and to act to end the
illegal occupation in Palestine, please sign the statement at the
bottom of this letter by sending us a mail with your name, title and
affiliation.

Signatories

Dr. (Baroness) Jenny Tonge, House of Lords, UK
Prof. Richard Falk, Princeton, USA
Prof. Haim Bresheeth, SOAS, UK
Prof. Moshé Machover, KCL, UK
Prof. Yosefa Loshitzky, SOAS, UK
Prof. Hagit Borer, QMU, UK
Prof. Nira Yuval-Davis, UEL, UK
Prof. Jonathan Rosenhead, LSE, UK
Prof. Ronit Lentin, TCD, Ireland
Prof. Nur Masalha, UK
Prof. Yigal Arens, USA
Prof. Terri Ginzburg, USA
Prof. Hamid Dabashi, USA
Prof. Stephen Deutsch, BU, UK
Prof. Robert Lang, USA
Dr. Dina Matar, SOAS, UK
Prof. Florence Martin, USA
Prof. Michael Chanan, UK
Prof. Susan Hayward, , Exeter, UK
Prof. Des Freeman, Goldsmiths, UK
Prof. Barbara Harrell-Bond, Oxford, UK
Dr. Julian Vigo, UK
Prof. Karma Nabulsi, UK
Dr. Carlos Prieto del Campo, Spain
Prof. Noha Melor, Kingston, UK
Prof. Ghazi-Walid Falah, Akron, USA
Prof. David Palumbo-Liu, Stanford, USA
Prof. Bill V. Mullen, Perdue, USA
Prof. Sherna Berger-Gluck,
Prof. Rosalyn Baxandall, CUNY, USA
Prof. Emmanuel Farjoun, HUJ, Israel
Dr. Staughton Lynd, independent scholar, USA

Statement to be signed by Israeli academics:

 The signatories to this statement, all academics at Israeli
universities, wish it to be known that they utterly deplore the
aggressive military strategy being deployed by the Israeli government.
The slaughter of large numbers of wholly innocent people, is placing
yet more barriers of blood in the way of the negotiated agreement
which is the only alternative to the occupation and endless oppression
of the Palestinian people.  Israel must agree to an immediate
cease-fire, and start negotiating in good faith for the end of the
occupation and settlements, through a just peace agreement.

If you are an Israeli academic, working in Israel, who would like to
sign this statement, please send an email to haim@haimbresheeth with
your name, title and affiliation.
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