Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

La verità sulla esternalizzazione dell’asilo nido: i Cobas non sottoscrivono l’accordo con la cooperativa

Postato il 15 Settembre 2014 | in Lavoro Privato, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

I fatti smentiscono l’assessore Chiofalo: appalti al risparmio nei servizi educativi

Il Cobas non ha sottoscritto l’accordo con la Cooperativa il Simbolo e il Consorzio che si sono aggiudicati la gara per i servizi educativi, e tra questi la gestione dell’asilo nido San Biagio perchè resta per noi inaccettabile un appalto con perdita di ore e di salario per le lavoratrici un tempo alle dipendenze di ELIOR spa.

Come spesso capita al Comune di Pisa, la gara è stata aggiudicata a ridosso dell’inizio delle attività educative e siamo arrivati alla vigilia dell’apertura degli asili nidi in una situazione surreale della quale hanno fatto le spese solo le lavoratrici.

La stessa Elior ha fatto pervenire solo ieri una proposta (di tenere alle sue dipendenze una delle due lavoratrici ma con la inaccettabile funzione di jolly , funzione che determina peggiori condizioni di vita e di lavoro) con settimane di ritardo.

Cambiando la natura dell’appalto rispetto alla precedente gestione, non è stata sufficiente la clausola di salvaguardia inserita dal Comune: se i posti di lavoro sono stati conservati cio’ è avvenuto con perdita di ore e di salario (ad oggi 30 ore in meno).

La logica degli appalti aggiudicati al miglior offerente finisce per penalizzare ancora una volta la forza lavoro, donne quasi sempre part time e con salari da fame, che finiscono per essere le facili (e uniche) vittime di questi processi di revisione della spesa pubblica finalizzati solo al risparmio , basata su un’analisi dei costi unilaterale che in verità non arriva ad analizzare realmente le strutture deputate alla realizzazione di fini pubblici per migliorarne l’efficienza e l’efficacia, dei loro aspetti organizzativi, delle procedure decisionali adottate e dei risultati finali. E certamente non arriva mai ad analizzare le “perdite” di lavoro che ne conseguono: questi fini sociali sono i primi e gli unici a passare in second’ordine rispetto al risparmio, che qualcuno considera sinonimo perfetto di efficienza.

In sostanza il Comune di Pisa avrebbe dovuto predisporre ben altre clausole per salvaguardare i diritti delle lavoratrici, cosa che non ha voluto fare per una scelta politica dettata dalla logica del risparmio a tutti i costi, che sarà poi un modello da seguire anche per le prossime gare.

Per quanto disponibili al confronto, le cooperative hanno un modello organizzativo che comporta l’adeguamento alle disposizioni contrattuali dell’appalto ottenuto tramite la riduzione del monte ore dei lavoratori che transitano dal contratto vecchio a quello nuovo, questo è innegabile e determina le condizioni per abbassare il costo del lavoro.

Al di là degli impegni e della disponibilità delle cooperative, forse l’offerta è stata troppo bassa rispetto alla reale mole di lavoro e allo stesso tempo le clausole contenute nei bandi di gara di appalto del Comune erano tali da determinare solo conseguenze negative per la forza lavoro impiegata : è questo il risparmio di cui si fa vanto l’assessora!

In questa situazione è palese la mancanza di verifica e controllo da parte del Consiglio comunale, non attinenti alla realtà risultano anche le dichiarazioni della Assessora: i fatti parlano diversamente e a rimetterci sono le lavoratrici

Confederazione Cobas Pisa

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