December 13, 2024
Sotto la lettera che abbiamo inviato contro l’abuso di test a cui vengono sottoposti alcuni lavoratori in provincia di Pisa.
Capita non solo alla Lidl ma in altre aziende grazie alla ignoranza sulle normative e soprattutto al ruolo passivo dei sindacati che non difendono piu’ i lavoratori e le lavoratrici lasciandoli\e in balia delle prepotenze e dei soprusi dei datori di lavoro.
Per lo sportello sicurezza nei luoghi di lavoro e il Cobas lavoro privato
Federico Giusti
Alla Direzione regionale Lidl …..
Al Medico competente Lidl …..
Alla ASL 5 Dipartimento prevenzione e sicurezza
Alla Direzione Provinciale del Lavoro
La scrivente organizzazione Cobas del lavoro privato, aderente alla Confederazione Cobas, chiede alla Direzione regionale Lidl di ……, con la presente, spiegazioni in merito alla reiterazione dei controlli atti ad accertare l’eventuale assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti (test antidroga), a cui è stato sottoposto il lavoratore……….., in forza presso la direzione regionale della Lidl …………..
Il lavoratore ………., è stato sottoposto a test antidroga nelle seguenti date:
– 21/05/14;
– 03/06/14;
– 12/06/14,
In tutte queste occasioni il test ha dato esito negativo.
Fermo restando che, ai sensi di quanto disposto dall’articolo 41, comma 4 del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n.81 (nel seguito Decreto) e ai sensi del Provvedimento del 30 ottobre 2007 della Conferenza Unificata Stato/Regioni, l’azienda è tenuta a fare effettuare dal Medico competente periodici test antidroga atti ad accertare l’idoneità alle mansioni specifica (guida di carrello elevatore), la richiesta al lavoratore ……………di sottoporsi a tali test in date così ravvicinate fa intravedere un atteggiamento vessatorio nei confronti del dipendente, non giustificato in nessun modo dalle necessità imposte dalla sorveglianza sanitaria sul dipendente.
In altri termini, se è vero che tra gli obblighi a carico del lavoratore rientra sicuramente quello di sottoporsi a controlli periodici per valutare l’idoneità alla mansione (articolo 20, comma 2, lettera i) del Decreto), crediamo che controlli così ravvicinati (tra l’altro eseguiti dopo vari esiti negativi succedutisi nel tempo), si configurino come un atteggiamento persecutorio che non trova alcuna motivazione nelle necessità dettate dal protocollo di sorveglianza sanitaria stabilito dal Medico competente (articolo 25, comma 1, lettera b) del Decreto).
Risulta peraltro che il solo lavoratore………., a differenza di altri colleghi, sia stato sottoposto a una successione così ravvicinata nel tempo di test antidroga.
Risulta inoltre che il lavoratore ………… non sia stato edotto dal Medico competente “sul significato della sorveglianza sanitaria” a cui è stato sottoposto, come invece richiesto dall’articolo 25, comma 1, lettera g) del Decreto, come obbligo a carico del Medico competente.
Risulta infine che il Medico competente non abbia fornito nessuna giustificazione in merito al ravvicinarsi, rispetto alla cadenza annuale, della sorveglianza sanitaria, mediante test antidroga, come invece richiesto dall’articolo 41, comma 2, lettera b) del Decreto.
A seguito di quanto sopra riteniamo che i continui test antidroga effettuati non abbiano nessuna giustificazione, se non un intento vessatorio e discriminatorio nei confronti del lavoratore …….
Riteniamo inoltre che essi si configurino come una violazione alla vigente normativa a tutela della Privacy e allo Statuto dei Lavoratori e in particolare, rispettivamente, all’articolo 11, comma 1, lettere b) e d) del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n.196 e all’articolo 8 della Legge 20 maggio 1970, n.300
Chiediamo pertanto a Lidl:
Chiediamo poi alla ASL 5 Dipartimento prevenzione e sicurezza:
Chiediamo infine alla Direzione Provinciale del Lavoro:
Cobas del lavoro privato
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