November 9, 2024
Promuovere la crescita tagliando salari e pensioni? L’unico effetto di bassi salari saranno alte rendite e alti profitti, con l’aumento della speculazione finanziaria.
Torna l’idea di promuovere la crescita tagliando i salari e le pensioni “d’oro”. Tagliando i salari e liberalizzando il mercato del lavoro – si dice – aumenterebbe la domanda di lavoro, dunque l’occupazione, dunque il prodotto. È ancora la ricetta della Treasury View del ’29, che viene argomentata nel modo seguente.
Le imprese assumeranno nuovi lavoratori se e soltanto se il salario non è maggiore della produttività del lavoro. Dal punto di vista della singola impresa ciò è ragionevole: la singola impresa contabilizza il salario soltanto come un costo, e se c’è disoccupazione, è perché il salario è troppo alto rispetto alla produttività del lavoro. Segue: se non ci fossero impedimenti giuridici o sindacali, cioè se il mercato del lavoro fosse flessibile come il mercato del pesce, sul mercato del lavoro si stabilirebbe un livello di equilibrio del salario, tale che non ci sarebbe disoccupazione involontaria. Risulterebbero non occupati soltanto quei lavoratori che pretendono un salario più alto della loro produttività, le imprese produrrebbero tutto quanto sono in grado di produrre, e tutto quanto venderebbero, poiché tutta la moneta disponibile verrebbe impiegata per comperare merci e giammai trattenuta in forma liquida o a fini speculativi. L’argomentazione sembra convincente, e lo è tanto che ha ispirato e ispira tutte le cosiddette riforme ‘strutturali’ del mercato del lavoro. Però è una tesi che non regge, a meno che non si dia per scontato che tutte le merci prodotte possano essere vendute, che conti soltanto l’offerta e non anche la domanda.
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http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/italie/La-corsa-ai-salari-e-alle-pensioni-25976
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