Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Intervista al Cobas Pubblico Impiego

Postato il 2 Marzo 2015 | in Lavoro Pubblico, Sindacato | da

Una campagna elettorale sotto tono

RSUNoi ci mettiamo la faccia per difendere potere di acquisto e di contrattazione, questo lo slogan del cobas nel Pubblico Impiego. La campagna Rsu è lo specchio di quanto accade nella Pubblica amministrazione, basta vedere i gadget regalati da Cgil Cisl Uil, le iscrizioni in cambio di sconti per l’assicurazione, un sindacato fermo alla concertazione anche se il Governo Renzi ha deciso di archiviarla. Paradossale che non si parli di blocco della contrattazione che in sei anni ci ha fatto perdere 6500 euro, non una parola sulle tabelle di equiparazione che la Madia sta costruendo per la mobilità coatta del personale e fate attenzione non parliamo solo delle Province. Il rilancio della Pa dovrebbe partire da investimenti nei servizi pubblici, l’esatto contrario di quanto il Governo sta facendo, semplificazione significa tagliare posti di lavoro o soldi alle Regioni e agli enti locali con ripercussioni negative sui servizi educativi e sanitari come dimostra la legge di stabilità approvata a fine anno.  Cgil Cisl uil hanno tutto l’interesse a non affrontare i nodi salienti di quella ristrutturazione che il Governo Renzi portata avanti secondo i dettami della Bce.

La proposta della Uil di collegare l’aumento contrattuale al Pil come la giudicate?

Il salario diventa una variabile dipendente dai profitti, la proposta è ridicola in tempi di crisi perché a forza di tagliare fondi e pagare il debito privato l’economia stagna e una proposta del genere aiuterebbe il Governo per due ragioni, la prima perché eviterebbe di affrontare il rinnovo dei contratti fermi da quasi sette anni, la seconda perché gli aumenti sarebbero irrisori e magari una parte variabile del salario legata a meccanismi che dividono i lavoratori destinando loro quote irrisorie. Per questo la parola d’ordine della difesa del potere di acquisto è fondamentale come quella del potere di contrattazione visto che le proposte della Uil e della Cisl (mai contrastate dalla Camusso) vanno contrastate con forza. Fate attenzione alle parole d’ordine del Governo: riorganizzazione, revisione e semplificazione dei processi sono slogans, nei fatti stanno distruggendo i servizi pubblici, guardate ai piccoli comuni oggetto di fusione ai quali avevano prospettato la sospensione dei tetti di spesa , salvo poi rimangiarsi la promessa. Nel frattempo con le fusioni si perdono servizi e posti di lavoro.

Slides, twitter, potere mediatico sono la strategia imbonitrice del Governo

I sindacati dovevano approfittare della campagna Rsu per denunciare l’abbandono dei servizi sanitari, lo smantellamento delle Province e delle camere di Commercio; hanno raccontato bugie sulle spese, le Province incidevano il 1,5% della spesa complessiva nella Pubblica amministrazione ma sono state dipinte come dispendiosi e inutili carrozzoni, ora  in materia di manutenzione stradale, formazione e orientamento \politiche del lavoro, regna solo il caos e alle regioni sono demandati funzioni senza neppure passare risorse economiche, insomma tutto viene costruito ad arte per creare la paralisi del Pubblico e avviare nuove privatizzazioni. La scadenza del 31 Marzo doveva essere il punto di arrivo della mobilitazione in difesa dei servizi e del lavoro pubblico, invece Cgil Cisl Uil stanno solo vendendo fumo per arrivare a qualche accordicchio a perdere

Gli 80 euro di Renzi sono stati una merce di scambio per la pace sociale?

Le tasse sulla casa sono aumentate del 7%, i salari sono falcidiati di tasse e ai padroni hanno regalato la libertà di licenziamento con il Jobs act, insomma il mandato della Bce al governo è stato rispettato alla lettera e a farne le spese sono i lavoratori e le fasce sociali piu’ deboli ma anche quella che definivamo piccola borghesia ha subito un impoverimento progressivo.

Contratti fermi, miseria crescente e sfratti, un ‘economia stagnante, altro che ripresa. ..

Chiudiamo con i precari..

Dal 2017 niente piu’ precari nella PA, lo dice la Madia, la bufala che nel pubblico si entra solo con concorso è emblematica perchè gran parte dei precari sono entrati con prove selettive e poi nelle more della stabilizzazione era possibile avviare le procedure e prevedere contratti. Il Governo nella sanità, nell’università e negli enti locali i precari li sta cacciando via. Su oltre 1500 ricercatori in pensione ne hanno assunti meno di 200, questo è l’investimento sulla ricerca. Noi siamo contro la farsa dei contratti di collaborazione ma il Jobs act peggiora perfino la legge Biagi e se nel pubblico vogliono eliminare questi contratti non lo fanno certo per stabilizzare i precari, questa è la verità

Che fare allora?

In italia si pensa di emulare Sypras senza fare neppure un quinto di quello che hanno fatto loro, se pensiamo che nei comitati c’è la Sel che fino a poche settimane fa stava con i socialisti europei, il partito della Bce, non c’è da stare allegri. Il trasformismo politico e la pochezza culturale sono mali endemici, l’asse costruito con la Cgil fa dimenticare che questa organizzazione ha gravissime responsabilità non avendo mobilitato i lavoratori contro l’innalzamento della età pensionabile o il blocco dei contratti. Per questo il sindacalismo di base rappresenta, pur con molti limiti, un baluardo e uno strumento di opposizione sociale e sindacale, magari non da solo ma resta per coerenza e iniziativa una delle parti piu’ avanzate del conflitto sociale.  Un discorso andrebbe fatto sulla parcellizzazione del sindacato di base in mille rivoli e sigle, forse un cartello unico avrebbe rappresentato alle Rsu del pubblico impiego una alternativa credibile a Cgil Cisl UIl. Ma di questo quasi nessuno vuol parlare e anche il nostro punto di vista appare isolato.. Vale la pena di discuterne a elezioni terminate, questo è il nostro auspicio perchè senza percorsi e pratiche comuni non si costruirà quella opposizione sociale, politica  e sindacale al Governo renzi di cui abbiamo bisogno per non finire come la Grecia

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