Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Internet Festival: la fiera della vanità e dello sfruttamento

Postato il 10 Ottobre 2014 | in Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato, Territori | da

Ancora una volta l’Internet Festival si rivela una fiera delle vanità che non supera le sue contraddizioni di fondo.

Questo grande evento si propone ogni anno di affrontare discussioni globali sulle tematiche della rete e del mondo digitale, e cerca di mettere in luce anche gli aspetti per così dire “sociali” della rete, trattando di Internet come mezzo di democrazia e sottolineando gli effetti che questo strumento ha sulla società. Ma si propone anche di percorrere strade ancora poco battute, ovvero il rapporto tra le risorse digitali e la produzione e fruizione culturale.

Sarebbero sulla carta delle buone intenzioni, se non fosse per il fatto che quest’evento contribuisce a veicolare ulteriormente i messaggi che in questi anni stanno creando un’idea distorta della Rete e della stessa ricerca scientifica. L’Internet Festival è infatti una vetrina per aziende grandi\piccole, realtà che si muovono nel business digitale e hanno poco a che spartire con la ricerca scientifica o con il progresso culturale nel senso più ampio.

In questa vetrina si consuma un occultamento della distinzione tra sviluppo scientifico e attività a scopo di lucro.

La Fondazione Sistema Toscana, consapevole di questo gigantesco equivoco, è riuscita a fagocitare persino le forze critiche che nelle scorse edizioni si sono fatte spazio. Perciò una piccola parte dei finanziamenti stanziati per il grande evento sono stati convogliati verso Internet Off Festival, il fratello minore e scapestrato di Internet Festival, un evento che si è prefisso di trattare degli aspetti oscuri della Rete e delle realtà digitali che si muovono dal basso. Un’operazione che purtroppo non basta a superare le contraddizioni della logica del grande evento e dimostra che il potere della rete ha ormai fagocitato anche i suoi critici.

Parlando poi di quelle che sono le ricadute economiche per la città di Pisa, possiamo tranquillamente affermare che questi quattro giorni non generano alcun beneficio per la città anzi hanno paralizzato il traffico cittadino. Persino le stesse maestranze in loco ingaggiate per collaborare a vario titolo all’organizzazione sono sottopagate qualcuno percepisce alla fine 3 euro all’ora, una condizione di mero sfruttamento.

A questo punto è legittimo chiedersi: a chi giova questo immenso sperpero di denaro? Possono essere davvero quattro giorni di Internet Festival a rappresentare un passo in avanti nel rapporto tra enti pubblici, investitori privati e produzione culturale? I problemi della città universitaria rimangono senza soluzione, lo sfruttamento degli operatori culturali e dei ricercatori si consolida come prassi ordinaria, Internet Festival risulta essere l’ennesimo baraccone che accontenta una piccola galassia di clientele, una gigantesca torta su cui da tre anni ormai banchettano amici e sodali con la benedizione del Sindaco e dell’amministrazione.

Per queste ragioni siamo dalla parte dei lavoratori sottopagati , indispensabile è smantellare quel feticismo della Rete che porta a dimenticare i rapporti sociali e di lavoro insiti in questo spazio. Perché anche quando parliamo di social network, motori di ricerca, piattaforme di e-commerce, ci stiamo occupando di multinazionali che perseguono modelli di sviluppo che cozzano inevitabilmente con le libertà individuali, con i diritti, con l’idea di un progresso veramente accessibile a tutti.

Lor signori, per raggiungere profitto, non guardano in faccia a nessuno facendo lavorare giovani e meno giovani a pochi euro al giorno in Italia e all’estero salvo poi parlarci di etica e morale. Da qual pulpito viene la predica?

Cobas Pubblico Impiego

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