October 8, 2024
Ora il movimento di lotta deve riunirsi in assemblee provinciali/regionali, verso una Assemblea nazionale che produca una piattaforma unitaria e le prossime iniziative di lotta
E’ terminata poco fa, dopo otto ore, l’eccellente manifestazione di protesta delle maestre/i diplomate/i magistrali contro l’inaccettabile sentenza del Consiglio di Stato che vorrebbe annullare i diritti acquisiti di questa importante parte della categoria, sentenza che va contro tutte le precedenti che in questi anni avevano dato ragione a decine di migliaia di docenti che adesso si vedono negare persino il diritto all’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento (GAE), e che vengono retrocessi a docenti di serie C. I manifestanti, sostenuti da uno sciopero plebiscitario che ha coinvolto circa il 90% del settore (il conto non va fatto su tutti i docenti delle primarie e dell’infanzia, ma solo sulla parte delle maestre/i alle quali era rivolto), hanno ribadito l’insopportabilità di una sentenza che intenderebbe cancellare il fatto che migliaia di docenti sono stati utilizzati, e spremuti come limoni, in questi anni, venendo considerati perfettamente abili a svolgere il loro lavoro (in Italia nessuno/a ha insegnato a insegnare al 99% degli attuali docenti in tutti gli ordini di scuola: l’apprendimento è avvenuto sempre “sul campo”), peraltro con stipendi miserabili rapportati al resto d’Europa (una maestra con 10 anni di lavoro guadagna circa 11 euro l’ora netti, per integrare in una stessa classe alunni normodotati, disabili, migranti con scarsa conoscenza della lingua, nomadi ecc.). Le maestre/i hanno sottolineato i drammatici problemi che la sentenza impone ai diplomati magistrali, molti/e dei quali con nomine annuali dalle GAE, in diversi/e già immessi in ruolo, e che ora, oltre alla perdita del lavoro, rischiano di ritrovarsi inseriti in seconda fascia o addirittura in terza.
La delegazione dei COBAS, Anief e maestre autorganizzate, ricevuta dalla ministra, ha ribadito che la scuola italiana di questi docenti non può assolutamente fare a meno. Guai, dunque, se ci fossero da parte del MIUR decisioni sciagurate che dovessero far saltare, nell’anno in corso, la continuità didattica per migliaia di alunni e i posti di lavoro per migliaia di docenti. Ma hanno anche detto che ora il problema è strettamente politico: il governo attuale è perfettamente abilitato ad emanare un decreto che sani la situazione, garantendo i diritti dei lavoratori/trici: o almeno può preparare il terreno perché tale decreto venga emanato dal prossimo governo in carica, una volta insediatosi, trovando un accordo anche con le attuali opposizioni. Nel frattempo chi è stato immesso in ruolo dovrà mantenere il proprio posto: per chi ha già fatto l’anno di prova, esso vale molto di più di un concorso abilitante. Contemporaneamente, chi è inserito con riserva nelle GAE (graduatorie ad esaurimento) deve poter mantenere la propria posizione, così come chi ha avuto un incarico annuale. Resta da stabilire la posizione del MIUR e del governo (questo o il prossimo) nei confronti delle restanti altre maestre/i diplomate/i. Su questo punto si sono espresse varie posizioni nel corso della manifestazione, da chi ritiene che debbano essere riaperte le GAE per tutti/e, a chi pensa che possa essere accettabile anche un concorso riservato e non selettivo a cui ammettere tutti/e quelli/e non ancora inseriti nelle GAE. Per arrivare ad una piattaforma condivisa che consenta al movimento di lotta di presentarsi compatto ad una trattativa, riteniamo che vadano convocate con urgenza Assemblee provinciali e regionali che decidano delegati/e e piattaforme da portare ad una Assemblea nazionale, da tenersi entro il mese di gennaio, che elabori una piattaforma unitaria e che decida le prossime forme di lotta. I COBAS si impegnano a rispettare e a sostenere quanto verrà deciso in tale Assemblea ed in ogni caso saranno al fianco delle maestre/i in lotta fino al raggiungimento dei loro obiettivi.
Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS
8 gennaio 2018
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