Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Giornalisti usa e getta

Postato il 26 Luglio 2014 | in Italia, Lavoro Pubblico, Scenari Politico-Sociali, Sindacato | da

Quanti sono i giornalisti in Italia e soprattutto chi sono?

Difficile discernere tra giornalista, pubblicista, collaboratore, freelance, stagista, nelle redazioni giornalistiche operano queste figure fianco a fianco ma c’è chi viene pagato e chi no, chi percepisce pochi euro e chi invece non percepisce neppure il biglietto del bus

Le redazioni giornalistiche sono spesso ridotte all’osso, chi si occupa di sport all’occorrenza cura la pagina della cronaca o la rubrica delle lettere, tutti devono sapere fare tutto.

Pochi sanno che esiste un compenso minimo per un collaboratore, piu’ o meno 6,25 euro lordi a pezzo, maggiorati del 30 o del 50% per cento se corredati da foto o video.

Chi collabora a un giornale deve scrivere almeno 12 pezzi al mese per ricevere 250 euro, pari a circa 20 euro lordi ad articolo, compenso che cresce se la collaborazione è con un settimanale o un mensile

Nelle redazioni toscane ci sono tanti giovani capaci e volenterosi per i quali non esiste alcun futuro, l’equo compenso riguarda i giornalisti riconosciuti ma lascia fuori tutte le altre figure che restano privi di tutela e parliamo di oltre il 60% della forza lavoro presente nelle redazioni, su 10 giornalisti ce ne sono 6 o 7 precari.

Qualcuno obietterà che la colpa è del crollo delle vendite dei giornali e delle entrate pubblicitarie, in Italia si legge poco e si vendono pochi giornali e libri, bisognerebe ricordarlo a chi liberalizzando la vendita di giornali e libri annunciava il boom delle vendite e dei lettori.

Le liberalizzazioni hanno precarizzato i rapporti di lavoro, mortificato la professionalità e gettato sul lastrico le piccole case editrici ma perfino tante edicole, le redazioni grandi e piccole preferiscono instaurare rapporti di lavoro autonomi cosi’ a carico dell’autonomo ci sono le spese previdenziali, infortunistiche e badate bene non parliamo più di giovani ma di quarantenni e cinquantenni, quelli che resistono ad un praticantato logorante impedito da ragioni di mera sopravvivenza ai piu’

La campagna dell’ordine dei giornalisti e del sindacato è inadeguata perché l’attuale sistema lascia fuori dalle tutele la stragrande maggioranza dei giornalisti che non hanno un contratto di lavoro subordinato e si trovano in condizioni sfavorevoli, insomma vivono nella impossibilità di contrattare posizioni retributive e lavorative dignitose.

Partire da queste situazioni è imprescindibile per restituire dignità ai lavoratori fantasma che operano nelle redazioni giornalistiche.

Cobas Pubblico Impiego

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