December 2, 2024
Riceviamo e pubblichiamo
tratto da www.resistenze.org – osservatorio – italia – politica e società – 04-06-14 – n. 501
“Le folle sono talmente ipnotizzate da non capire il significato di ciò che vedono svolgersi sotto i loro occhi. Vedono la costante preoccupazione di tutti i re, imperatori e presidenti di disporre di un esercito disciplinato; vedono le rassegne, le parate, le manovre dell’esercito, se ne vantano tra loro e si divertono a correre a vedere come i loro fratelli vestiti con stupide uniformi brillanti e variopinte, si trasformino, al suono dei tamburi e delle trombe, in macchine e al grido di un sol uomo compiano tutti insieme lo stesso movimento e non capiscono cosa ciò significhi. Eppure il significato di tutto questo è molto semplice e chiaro: non è altro che la preparazione all’assassinio.”
Sembra di leggere le parole di un inviato di un grande quotidiano presente alla sfilata del 2 giugno a Roma. È invece Lev Tolstoj e scrive questa Lettera agli italiani nel 1896. Una visione lucidissima di quello che è il militarismo imperante, allora come ora, mascherato retoricamente da voglia di pace. Nella sfilata di Roma hanno messo in piazza le bandiere che rappresentano le mostre missioni all’estero, missioni di pace sicuramente, nelle quali i morti, italiani e del luogo dove questi sono impegnati non mancano. Un inutile sfoggio di muscoli militari costato quasi due milioni di euro. Serve a qualcosa? Ma certo: serve a tenere unito al potere un’infrastruttura militare che nelle due guerre mondiali non ha poi dato tante belle prove di sé. Serve a mantenere alta la dispersione di denari nell’esercito che macina soldi e posizioni di potere nel Paese.
Attorno a questa istituzione vivono pure politici che sbavano per le stellette e per le uniformi inghirlandate, per la tradizione di conformismo che vive in esse. Facciamo solo alcuni nomi storicamente esecrabili di militari ben addentro alle cose politiche: Luigi Cadorna e Pietro Badoglio.
Ma veniamo ad un’altra chicca, in questo caso politica. Il Corriere della Sera, sabato 31 maggio, mette in bella evidenza una foto di Franco Marini, ex sindacalista, ex politico, ex tutto, abbracciato a Giorgio Napolitano, e viene indicato come Presidente del COMITATO STORICO-SCIENTIFICO PER GLI ANNIVERSARI DI INTERESSE NAZIONALE. E che cosa è? Si legge dal suo sito: Il Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, istituito con D.P.C.M. 6 giugno 2013 ed aggiornato nella composizione con D.P.C.M. 14 novembre 2013, presieduto dal Dott. Franco Marini. IL D.P.C.M è un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana. Tale decreto è stato firmato sotto il governo Letta. Marini diventa Presidente in novembre.
Cosa fa questo Comitato? Si legge ancora: Il ruolo che deve svolgere il Comitato storico-scientifico è quello di operare uno sforzo congiunto con gli altri Comitati istituiti su tematiche connesse alla memoria storica, con un impegno tale da apportare alle varie iniziative da programmare e promuovere le riflessioni intellettuali appartenenti alle figure di elevato spessore storico-culturale facenti parte del Comitato stesso, ma, nel contempo, con l’auspicio che le iniziative promosse abbiano ampia diffusione e possano raggiungere ampie fasce di popolazione.
Quanto spende? Quanto ha a disposizione? Circa 800mila euro. Quanto prende Marini? Non sono riuscito a trovare tale cifra ma in ogni caso tale retribuzione si assomma a vitalizi, buone uscite, pensioni che il Nostro già percepisce. Naturalmente tutte cifre alte, e non stiamo qui ad inseguirle. Nell’esposizione del servizio del bilancio del Senato per quest’anno si può leggere tuttavia che: Comma 106. (Interventi di recupero e valorizzazione dei luoghi della memoria) Il comma in esame, nella parte modificata dalla Camera dei deputati, prevede che quota parte delle risorse aggiuntive per le infrastrutture che devono essere destinate ai beni culturali, di cui all’art. 60, comma 4, della legge n. 289 del 2002, pari a 2,5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2014-2016, è destinata a finanziare interventi di recupero e valorizzazione dei luoghi della memoria. Gli interventi saranno individuati dal Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale di cui al DPCM 6 giugno 2013. Insomma un bel po’ di soldi
Non è accanimento verso un uomo come tanti nella nebbia politica di questo Paese, ma ce n’era proprio bisogno di questo Comitato? Non bastavano già le centinaia di associazioni che lavorano su tematiche simili e perché proprio a Marini. Un grande storico forse? Forse no! Forse una sorta di risarcimento per la non elezione a Presidente della Repubblica? Forse si?
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