December 2, 2024
Il Decreto Legislativo n. 33/13 indurrebbe gli enti pubblici a maggiore trasparenza ma a guardare i siti istituzionali l’obiettivo è ancor lungi dall’essere raggiunto soprattutto perché pubblicazione degli atti non significa spesso accessibilità agli stessi da parte dei cittadini. La corruzione non si combatte pubblicando atti ma rendendoli facilmente leggibili , consentire al cittadino e al lavoratore di avere strumenti e ambiti dove far valere la propria posizione.
In assenza di democrazia la lotta alla corruzione diventa un’arma spuntata e di immagine, le indicazioni degli organismi interni di valutazione non hanno valore vincolante per le scelte amministrative, la massimo possono incidere sulla valutazione dei dirigenti ma l’operato di questi organismi resta oscuro a cittadini e lavoratori, inaccessibile e pertanto assolutamente insufficiente
Ma la nostra critica preliminare dovrebbe riguardare lo strumento della performance che non ha accresciuto i servizi migliorandone la qualità, la performance è uno strumento di divisione tra i lavoratori, di erogazione del salario accessorio in termini discriminanti e ha sempre meno attinenza a criteri oggettivi di valutazione del merito
Il merito è quindi strumento di divisione perché per valorizzare il dipendente pubblico servirebbero percorsi formativi reali, investimenti nella macchina amministrativa e un ben rinnovo contrattuale con rimozione dei turn over
Le amministrazioni poi inadempienti in materia di trasparenza, per esempio nella mancata rotazione degli incarichi, non determinano sanzioni visto che a decidere le eventuali sanzioni dovrebbe essere un soggetto interno all’amministrazione stessa come previsto dall’art. 47, D.Lgs. n. 33/13.
La stessa segnalazione all’Anac ha tempi lunghi e non determina la certa sanzione per il dirigente inadempiente, al contrario gli errori del singolo dipendente vengono individuati e perseguiti con facilità e semplicità
Da qui scaturisce la certezza che il cittadino non possa esercitare alcun controllo effettivo ed efficace sulla trasparenza degli atti e lo stesso ragionamento vale per il sindacato a cui sovente viene negato l’accesso agli atti e lo stesso diritto alla informazione.
La trasparenza e l’anticorruzione diventano cosi’ uno strumento retorico e la legalità vale per gli ultimi ma non per dirigenti e assessori, quest’ultimi salvati dalle responsabilità erariali quando sovente è dimostrato che le scelte dirigenziali avvengono su loro indebita e diretta pressione
La tanto decantata autonomia del tecnico è un nonsense, nel frattempo la Pubblica amministrazione rischia di ritrovarsi con migliaia di esuberi nelle province, prepensionamenti senza la certezza di assunzioni
Cobas Pisa
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