Un torto subito da un lavoratore è un torto fatto a tutti (IWW)

Dal comunicato di ULPC sui refereundum: nell’urna 5 sì

Postato il 6 Giugno 2025 | in Italia, Scenari Politico-Sociali, Sicurezza sul lavoro | da

Ricevo da Riccardo Antonini e diffondo molto volentieri, anche perché ritengo che votare e dire “sì” a questi referenda sia fondamentale anche per garantire la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

DAL COMUNICATO DI ULPC SUI REFERENDUM: NELL’URNA 5 SÌ!

Potremmo fare diversamente? Di fronte a una destra antioperaia e reazionaria che invita a rimanere a casa e al centro-sinistra responsabile dei disastri sul lavoro. Destra e centro-sinistra non sono MAI stati dalla parte delle classi lavoratrici e dei ceti meno abbienti, MA sempre al servizio del grande capitale, della finanza, delle banche, dei poteri forti.

Chi ha promosso i referendum? La Cgil con a capo Landini, che negli anni ha avanzato promesse e proposte, risultate poi chiacchiere: dalla coalizione sociale all’occupazione delle fabbriche, dal sindacato di strada alla rivolta sociale. Addirittura, la ‘rivolta sociale’ l’ha relegata al voto, quando si tratta di ben altro e ben oltre i referendum.

La mobilitazione popolare, il movimento di massa, il sindacato conflittuale, la lotta e il conflitto sociale, possono contrastare sfruttamento e oppressione delle classi lavoratrici, dei disoccupati, dei pensionati, dei ceti sociali deboli ed emarginati.

Chi sostiene i referendum? In primis il Pd della Schlein, di cui Renzi è stato segretario e il principale responsabile del massacro sul lavoro. Il nuovo Pd deve sostenere i referendum per il suo rapporto con Cgil e per una sorta di ‘opposizione’ al governo Meloni. Il Pd, da una parte non può tradire un proprio sindacato di riferimento, la Cgil, dall’altra, deve tenersi i ‘riformisti’ che voteranno contro questi referendum o si asterranno, non disposti a tradire la politica del proprio capo spirituale, Renzi. I quesiti referendari, in contrasto con parti delle controriforme di questi anni, propongono una riduzione di disuguaglianze e discriminazioni.

Il referendum abrogativo, per la validità, necessita del 50% + 1 degli aventi diritto al voto; in ogni altra tornata elettorale, sempre più abbondantemente sotto il 50%, ciò non è previsto. Elementare la domanda: Landini ha valutato il fatto che una sconfitta, per mancanza di quorum, potrebbe suscitare e alimentare maggiore passività e rassegnazione nel movimento operaio, sindacale e di classe? Con la classe lavoratrice non si può scherzare, ma si deve essere chiari, leali e corretti!

La propaganda per il Sì è, comunque, indispensabile, ma non basta, anche perché mancano il sindacato di classe e il Partito comunista. Indipendentemente dal risultato, il referendum sarà una sconfitta sul piano istituzionale, per i rapporti di forza, oggi, tra padronato e classe lavoratrice, e per come la classe dominante esercita il proprio potere, fino a non riconoscere il responso referendario se a essa sfavorevole (vedi, a es., il referendum sull’acqua pubblica.

Indipendentemente dall’esito, non sarà una sconfitta sul piano politico-sindacale se la denuncia, l’agitazione e la propaganda, saranno utilizzate per costruire e sviluppare coscienza e organizzazione, forza e capacità di mobilitazione nei movimenti, unità e lotta di classe. L’unità come strumento di lotta, la lotta come obiettivo dell’unità di classe.

Estendere la partecipazione, sviluppare il consenso al SI, per contribuire a limitare il massacro sociale e favorire la ripresa della lotta di classe di fronte alle sconfitte di questi decenni. Né illusioni! Né rassegnazione! L’unità fa la forza! La mobilitazione la differenza!

UNIONE DI LOTTA PER IL PARTITO COMUNISTA (ULPC)

https://unionedilottaperilpartitocomunista.org

 

Tratto dalla Mailing List Sucurezza sul Lavoro 

   Invia l'articolo in formato PDF   

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

PARTECIPAZIONE

Archivi

Tag Cloud