November 13, 2024
SULLE STRADE FRA SESTO E MILANO CHE UNA VOLTA FURONO LASTRICATE DEL FUOCO DEGLI OPERAI PARTIGIANI CI SIAMO RIPRESI LA NOSTRA DIGNITÀ!
Breve comunicato di bilancio al quale seguirà approfondito documento.
Nella giornata di Lunedì 7 luglio, lo scontro con la Marcegaglia è arrivato all’apice. L’azienda assieme a decine di poliziotti della si è presentata ai cancelli, dove a nostro sostegno c’erano in presidio una trentina di compagni e compagne, con l’intenzione di forzare e far entrare circa 20 lavoratori dei quali 15 delle ditte appaltatrici.
Attorno alle 8 la situazione è diventata estremamente pericolosa per i compagni in presidio, l’azienda ha richiesto la forza per entrare, e la avrebbe ottenuta. A quel punto uno dei nostri si è appeso a una corda dal tetto nel vuoto minacciando di tagliarla se non fossero andati via. Sono stati momenti drammatici ma hanno sortito l’effetto desiderato. L’azienda ha messo tutti in libertà fino a quando non si fosse raggiunto accordo e avessimo liberato spontaneamente l’azienda. Come sempre nei momenti di acutizzazione dello scontro le trattative si intensificano. Attraverso il prefetto di Milano finalmente sul tavolo c’era una proposta. Alla sera abbiamo comunicato alla azienda che entro le 11 del giorno dopo avremmo deciso se scendere e andare a trattare in prefettura alla presenza del prefetto in persona.
Alle 11 di martedì 8 luglio abbiamo liberato il presidio, siamo andati a portare la nostra solidarietà ai lavorator* Siemens in sciopero e alle 14 siamo andati in prefettura dove abbiamo tutti sottoscritto un verbale. Prima di entrare nel merito del risultato bisogna fare una importante premessa:
Marcegaglia è uno dei gruppi padronali più potenti d’Europa. Non a caso Emma Marcegaglia è il presidente degli industriali europei. Oltre a ciò il suo modo di gestire le relazioni sindacali è estremamente duro, non tollera in nessun caso alcuna opposizione vera, e non è mai successo nella sua storia di 40 anni che abbia sottoscritto un accordo con i suoi lavoratori che differisse neanche di millimetro dalla sua proposta iniziale. Stiamo parlando di un gigante potentissimo che è stato in grado fino a lunedì scorso di bloccare anche l’informazione, nei grandi e piccoli media, su ciò che stava accadendo a Milano. La sua intenzione dichiarata all’inizio della lotta era quella di punirci amaramente per non aver accettato il suo dictat “o trasferiti o auto licenziati”. Volevano schiacciarci, piegarci, a monito di tutti gli altri loro operai, toglierci anche la dignità trattandoci come scarti della produzione.
Noi 7 all’inizio eravamo piccoli Davide contro il gigante Golia. Con la nostra intelligenza, determinazione, unione e anche un pizzico di follia abbiamo dimostrato che noi lavoratori, noi operai, possiamo alzare la testa e riconquistarci la dignità che la violenza padronale, quella dei governi del jobs act e della austerità, ci stanno togliendo ogni giorno.
Partivamo da zero, e in Prefettura, anche grazie alla serietà del Prefetto, abbiamo sottoscritto un accordo che non ci impone di autolicenziarci e ci da la possibilità di continuare a perseguire la battaglia per il nostro ricollocamento.
L’opzione della cassa integrazione straordinaria per un anno, e la ricerca del collocamento negli stabilimenti vicini a Milano è di nuovo sul tavolo con l’impegno scritto della azienda ad aprirla in caso di risposta positiva del ministero. Per cui da oggi in poi la nostra pressione sarà rivolta a questa istituzione su tutti i terreni, quello istituzionale, sindacale e quello della mobilitazione. Abbiamo un mese di tempo per farlo. Nel caso in cui fallissimo in alternativa al trasferimento forzato è stato portato il tempo indietro di un anno e possiamo decidere di entrare in mobilità ricevendo un indennizzo praticamente pari a quello che hanno ricevuto i nostri colleghi che hanno abbandonato il campo da mesi.
Fuori dal contesto può sembrar poco ma parametrato alle nostre forze esiguissime, alle difficoltà lampanti fuori al cancello di organizzare il sostegno militante e non solo solidale, e al mostro che avevamo di fronte è un grandissimo risultato! E la lotta non è finita, anzi è solo all’ inizio.
RINGRAZIAMO LE COMPAGNE E I COMPAGNI CHE CI HANNO SOSTENUTO, LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI CHE CON ESTREMA CORRETTEZZA HANNO TENUTO LA POSIZIONE, LE NOSTRE FAMIGLIE CHE SONO STATE FORTI ALMENO QUANTO NOI!
LAVORATORI E LAVORATRICI SOLLEVIAMOCI – LA LOTTA PAGA!
I 7 che hanno alzato la testa: Alfredo Cristian Franco Gianni Massimiliano Roberto Sergio
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